Il teatro di Eduardo. Quella sottile linea d’ombra

Il teatro di Eduardo. Quella sottile linea d’ombra
Giulio Caso
Riproporre le commedie di Eduardo è sempre un azzardo.
Meglio non si può.
Ci sono due ostacoli da affrontare:
– Il mito, la perfezione raggiunta, insuperabile.
– La storicità degli eventi che, purtroppo, non si riesce più a cogliere.
Rifare le commedie imponendo un’altra personalità teatrale attuale, anche di prestigio, nemmeno funziona, perché cozza contro il Sommo.
Escludendo che  siano operazioni di marketing, per le feste di Natale, quelle riproposte, dato che non si è raggiunto lo sperato successo, vale la pena di fare alcune considerazioni.
Rappresentare gli stati d’animo, nelle commedie di Eduardo, è quasi impossibile. Prendiamo ad esempio la rabbia.
Questa  in assoluto, praticamente non esiste. Pensare alla rabbia  pura e semplice, è grettezza da guitti.
Anche la rabbia  è ivi un contenitore con altri ingredienti:
– Riflessioni filosofiche sulla vita,  sull’inevitabilità della stessa date le condizioni sociali, conseguentemente, c’è amarezza e ci sono i limiti, mai essa si estende oltre l’umanità.
Ecco vallo a dire ai moderni allestitori di commedie eduardiane, agli innovatori che cercano di emergere nel confronto … inutilmente.