Giulio Caso
La nuova scuola può derivare dalla “vecchia” scuola, quella che ci ha dato tanto per la vita.
La scuola ove i professori, i maestri sono, soprattutto insegnanti che trasmettono interesse per il sapere, con serenità.
Sembra un esordio tratto dal libro Cuore, ma serenar lo spirto è anche amore.
Amore anche per la sincera verità. Invece chi parla di scuola, a volte, conclude con un meme.
Eccolo.
La frase finale, accattivante e deviante di chi parla di scuola, infatti, spesso è:
“…e bisogna aumentare lo stipendio agli insegnanti”
Ma, questo dovrebbe essere scontato, non nascondere i reali problemi della scuola.
La necessità principe degli insegnanti è la libertà di agire nel tempo utile non nella frenesia della competizione.
 Restare in precarietà, anni ed anni, in balia di corsi e corsetti, tenuti da esosi esperti. Rincorrere leggi fugaci, improvvisazioni di governanti del momento, e punti, sempre punti, in una corsa ad ostacoli e competitiva infinita.
Per fare scuola, ci vuole prima la serenità professionale.
 Dopo due anni d’insegnamento, comunque, il terzo sia propedeutico al ruolo. Niente più prede di volpi che inventano corsi e modalità diverse ad ogni piè sospinto.
 A proposito: uno supera un concorso a cattedra e poi … non è neppure abilitato all’insegnamento?
Il colmo.