La voce dell’Africa: Kusemasema, chiacchierare

Padre Oliviero Ferro*

Nella lingua kiswahili, quando un verbo viene raddoppiato, vuol dire che quella cosa viene fatta in modo abitudinario. Nel nostro caso, il verbo kusema, parlare, diventa chiacchierare, perdere tempo in chiacchiere. Spesso succedeva negli incontri, che qualcuno cominciava a parlare e non la smetteva più. Allora bisognava bloccarlo, altrimenti rischiava di finire male. C’è chi è abituato a perdere tempo e a farlo perdere agli altri, pensando che quello che dice sia importante. Ma forse neanche lui ci crede, però pensa, che facendo così, acquisti importanza agli occhi degli altri. Insomma ha parlato molto, ma non ha detto niente di intelligente. Poi può capitare che, con l’aiuto della chupa, bottiglia, il kusemasema continui per molto tempo. Allora si possono trovare molte soluzioni: mettergli un tappo in bocca, alzarsi e andarsene oppure fargli fare un bel tuffo nel lago, dove vedendo l’arrivo del coccodrillo, potrebbe finalmente chiudere la bocca. Il contrario del kusemasema, è il parlare, soprattutto degli anziani, con l’akili(intelligenza), per dire cose sagge e trasmettere le cose importanti. “La bocca dell’anziano, dice un proverbio, non puzza mai” perché non chiacchiera, ma dice cose utili per crescere. Invece oggi, sembra importante parlare, parlare, parlare e poi…cosa rimane?

* missionario saveriano