Vietri sul Mare: Edith Stein, testimonial di modernità femminile

Un 8 marzo all’insegna della donna e della sua ascesa in ogni campo, per giungere a quella parità di diritti, che oggi la vede in prima linea nei campi del sociale. Ma la donna nella sua femminilità, una creatura vicina alla spiritualità, che se un tempo stimata l’anello di congiunzione, tra l’umano ed il divino, anche nell’era contemporanea, una presenza che ha calcato orme autorevoli nell’ascesa alla Santità. Il caso di Edith Stein, poi Teresa della Croce, deceduta nel campo di concentramento di Auschwitz. Ieri sera, nell’aula consiliare di Palazzo di Città, la recente fatica letteraria “Questa è la verità”, della dirigente scolastica Carla Romano. Alla presenza dell’ingegnere Francesca Romana D’Ambrosio, vicedirettore vicario OGEPO “Osservatorio Interdipartimentale per gli Studi di Genere e Pari Opportunità dell’Università degli Studi di Salerno; di Tiziana Tesauro, presidente commissione Pari Opportunità comunale; Iole Grimaldi, della commissione Pari Opportunità e presidente Fidapa, Dopo i saluti istituzionali del vicesindaco Antonella Raimondi, il direttore del nostro quotidiano Rita Occidente Lupo ha salutato gli assessori Angela Infante e Mario Pagano, entrando nella genesi del libro con l’autrice. Che ha mirabilmente stigmatizzato la figura della Stein, ebrea tedesca, poi convertita al cattolicesimo, dopo la lettura di una biografia su Santa Yeresa D’Avila. La filosofa progressista, che voleva impegnare la sua vita nella cultura accademica, capisce che la sua filosofia la porta non più ad un’asettica speculazione sull’esistenza, ma alla ricerca di Dio in maniera autentica. E pertanto sente d’emulare la D’Avila, dottore della Chiesa, entrando anche lei nel Carmelo e finendo poi i suoi giorni nel campo di sterminio tedesco, offrendo la sua vita in martirio. Della Stein, la profonda modernità nell’aver visto la donna impegnata nella Famiglia, nella Società, nel Sociale. In lei, la valenza della cultura, come autonomia femminile, da sudditanza maschile. Una donna che costruisce il proprio futuro, attraverso l’impegno culturale. Profetica la sua intuizione, che vede anche la Chiesa come autorevole nel dare risposte a riguardo: di qui la sua missiva al Pontefice contro i totalitarismi,  che portò alla Mulieris dignitatem.  L’incontro, concluso dal Sindaco Francesco Benincasa, occasione anche di fruire delle opere artistiche di Gladys Mabel Cantelmi, ambasciatrice di pace, che a partire dalla prossima settimana, sarà a Palazzo della Guardia con una sua personale. Patrocinata dall’Amministrazione comunale, dalla Fidapa, dall’Università degli Studi di Salerno e dall’OGEPO, la serata ha omaggiato le donne con omaggi floreali e mimose, tra scroscianti applausi alla dirigente Romano, che ha anche  offerto agl’intervenuti copia autografata del libro, alla quinta ristampa in breve tempo.