A scuola di prostituzione?

Rita Occidente Lupo

Insegnare, crociata che richiede la calata di contenuti culturali nel tempo! Cessata l’era della maestrina deamicisiana, di Mister Chips e dell’Attimo fuggente! La scuola oggi, vive la sfida di generazioni confuse da punti d’identità: dopo alterne vicende, che hanno chiuso il secondo millennio, tra pedagogia e psicologia, educatori baby-sitter e fari di cultura, la didattica della nuova era non prescinde da un rapporto dialogico. Al di là della cattedra “separatista”, delle punizioni a colpi di bacchetta, del castigo nell’angolo della classe!  La costante elevazione dell’obbligo, fa sì che in ambienti deprivati culturalmente, ancora le aule campi di battaglia, in cui i docenti don Chisciotte senza tempo! La scuola di frontiera, quella che Marcello D’Orta volle immortalare tra le sue pagine “Io speriamo che me la cavo”, nella quale non solo una buona fetta partenopea a riconoscersi, ma anche quelle istituzioni di trincea, ancora esistenti a latere dei processi culturali mitteleuropei, delle metropoli. I docenti, alleati o “amici” dei discenti, come la Pivetti di “Provaci ancora prof”, mix di docente-detective. Per favorire l’apprendimento, da un bel pezzo cantinato il mnemonico! Per giocare sull’empatia, la sfida culturale, Invalsi docet, in una scuola competitivamente europeista. Dalle lim ai cd, dai tablet alle slide, sussidi per snellire contenuti e rendere operativa, grazie a nuove tecnologie, anche la disciplina più ostica. Tutto affidato ai docenti, alla singola capacità di possedere la materia: formatori delle nuove generazioni, con un bagaglio valoriale intramontabile. Oltre a referenziale autorevolezza trasversale! Da qui, a prendere il volo, con marce equivoche, ne passa! E se la cronaca, a volte evidenzia casi limite, in cui scolaretti, vittime d’abusi ed adolescenti, alle prese con pedofilia, per i giovani, video tra i banchi, per inchiodare scene ed espisodi, spesso per nulla edificanti. Complicità a 360°, in alcuni contesti, storpiante decisamente! Raccapricciante il caso della bella e giovane insegnante torinese e di due sue studentesse, una minorenne insieme, per una serata hot, in un club privè. La storia, finita in tribunale: accusata la docente di violenza privata, per le minacce di non rivelare la serata. Pena, bocciatura delle allieve! Anche se in ritardo, qualche anno addietro, la vicenda denunciata dalla dirigente scolastica, dopo licenziamento della prof. Nel locale di scambisti, la serata hard a registrare l’incapacità delle allieve di ribellarsi. Al di là dell’aspetto piacevole delle tre donne, episodio tutt’altro che edificante! Minorenni… a lezione d’adescamento sessuale! Alla luce dei conclamati episodi di baby squillo, non solo ai Parioli, interrogativi sulle scelte delle nuove generazioni: placet  alla marcia della prostituzione, per qualche scheda telefonica in più o rifiuto categorico alla consumazione del sesso merce di scambio, già dai banchi di scuola? Senza insistsre tanto sui contenuti culturali e la didattica, che aspiranti docenti alla scuola dell’obbligo, dovrebbero portare in dote, concorsi a cattedre zeppi di programmi culturali, con punte stretegiche di didattica, auspicabile monitorare tali leve, interrogandosi a quale docenza s’intende abilitarli! Ovviamente, fatta eccezione  per i cattedratici viennesi, da reclutare, all’”Accademia del Sesso!”