La grande colpa dell’uomo? Essere umano!

Giuseppe Lembo

Dopo la primavera araba ed il Mediterraneo in fiamme, anche l’Europa si prepara alla lotta per la libertà, per il diritto ad esistere, per il futuro che non c’è. A rappresentare il clima di contestazione e di lotta nonviolenta contro i diritti negati, oggi in primo piano è la Spagna; protagonisti, attivamente presenti sul territorio spagnolo, sono gli “indignados”. La Spagna, attraverso gli studenti spagnoli e non solo, sta facendo sentire la propria voce, la propria voce di liberazione da chi vuole negare il futuro a tanti condannati a vivere fuori dai diritti umani che dovrebbero essere garantiti a tutti gli uomini della Terra, per poter rivendicare libertà, pace, democrazia e progresso anche per sé. Siamo all’inizio di una lotta di classe tra ricchi e poveri; in breve tempo infiammerà di sé il mondo che alla fine avrà il volto nuovo di un mondo nuovo, capace di dare dignità umana anche agli ultimi della Terra, la cui unica colpa è forse, solo quella di essere degli essere umani. Il protagonismo degli “indignados”, tende a dare voce ai senza voce ed un volto a chi non ce l’ha; tende all’umanità protagonista di democrazia pura, di valori che contano, di cultura e di risorse materiali ed immateriali per l’uomo che non sono certamente ed unicamente solo quelle del consumo, del possesso, spesso frutto di lacrime e sangue e di sofferenze per il mondo della povertà ancora costretto a subire l’olocausto della fame e quindi la morte per mancanza di cibo. Gli scenari del mondo sono profondamente cambiati. Prima di tutto, l’Occidente non è più, quello di una volta; l’Occidente è ormai quasi morto. Nel mondo sono profondamente cambiati anche i nemici e le sfide; siamo di fronte a scenari nuovi, dove è sempre più centrale l’aspetto globale del mondo, con un’economia globale che, nonostante tutto, ha ancora il suo punto di forza nell’Occidente che l’ha creata e che ne rappresenta il più importante catalizzatore. Ma gli scenari del mondo non sono più fermi; sono in dinamico movimento; ovunque, si chiede per l’Uomo, più libertà e più dignità umana. Siamo ad un mondo ormai post-occidentale; la Cina, l’India ed il Brasile diventeranno sicuramente paesi più potenti e più attivi protagonisti nel mondo globale. Dovrà necessariamente cambiare anche il ruolo dell’Occidente; dovrà essere sempre più proteso verso gli ideali di un mondo libero. Dal chiuso del G8, ormai superato, bisogna passare al G20, con grandi potenze emergenti non occidentali, sempre più attivamente protagoniste, sullo scacchiere del mondo globale. Messa da parte la Guerra Fredda, il G8, è ormai un’anacronistica reliquia. Nacque negli anni settanta dall’incontro delle sette economie più sviluppate dell’Occidente; negli anni novanta viene aggiunta anche la Russia, vecchia potenza asiatica che entrava così a far parte di un Occidente allargato. Oggi i problemi del mondo globale vanno affrontati con la presenza di altri Paesi emergenti come appunto, la Cina, l’India ed il Brasile. Il G20 rispetto al G8, è un vertice che può e deve saper ascoltare le diversi voci del mondo e dare così risposte adeguate, per meglio affrontare e risolvere i tanti complessi problemi del mondo globale; superando le visioni strette nei particolari di specifiche aree, deve trovare risposte giuste per l’uomo globale del Terzo Millennio. Tanto è necessario, per evitare una immane catastrofe umanitaria. Per la modernizzazione del mondo servono i comportamenti virtuosi di tutte le sue diverse parti e non solo di una sua parte. L’obiettivo finale è l’uomo, la sua libertà e, soprattutto, il diritto alla vita, un diritto ancora oggi negato a tanta parte del mondo. Alla base di tutto c’è il futuro; il futuro, a cui bisogna non solo saper guardare, ma anche e soprattutto costruire, come prodotto d’insieme, interrogandosi sul passato e sui problemi che legano il passato al presente ed “insieme” diventano futuro, come importante trasmissione del sapere di un domani che, partendo dal presente, va necessariamente oltre. L’impalcatura del futuro intelligente che serve ai giovani e quindi al futuro che verrà è quella di conservare ed insieme innovare. Il futuro non è per niente una scatola vuota; affonda le sue radici nel passato; nella storia di un passato che, per secoli ha sempre saputo conservare ed insieme innovare. Anche nel presente deve essere così. Anche ai nostri giorni, il mondo giovanile guidato da un mondo adulto responsabile, deve saper credere e sentirsi protagonista del proprio futuro, utilizzandone intelligentemente tutti gli strumenti interpretativi e del sapere. L’uomo del presente, il mondo giovanile, senza farsi prendere dagli affanni esistenziali, devono saper vivere il presente, acquisendone conoscenza e tutte le informazioni necessarie; così facendo, si ha una visione più chiara del futuro in generale e del proprio futuro in particolare, tra l’altro, facilitato da una comunicazione in forte movimento, sempre fluida ed in continuo movimento. Il nostro futuro è nella capacità di capire e di comunicare in modo autentico; così facendo, sarà un futuro umanamente possibile e certo; tanto per il bene dell’uomo e dell’umanità. Per concludere, il DNA del futuro, da sempre, affonda le sue radici nella condizione della vicenda umana svoltasi nella storia in migliaia di anni.

 

                                                                                               

 

Un pensiero su “La grande colpa dell’uomo? Essere umano!

  1. Articolo eccellente e misurato. Meno male che Le hanno dato la giusta evidenza editoriale.
    I buoni proponimenti, temo, non risolveranno un semplice problema: in questo ormai piccolo mondo siamo decisamente in troppi. Mi auguro che la sua speranza supoeri il mio pessimismo.
    Con la massima stima
    Roller

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