Consorzio Sa/3: in campo Carabinieri e Procura

Aldo Bianchini

Come era ampiamente prevedibile, dopo le ordinanze del Tar, sono arrivati i Carabinieri nella sede di San Rufo del Consorzio di Bacino Sa/3, meglio noto come Ecometa. E’ stata una giornata convulsa, quella di venerdì 5 novembre, ed ognuno dei protagonisti l’ha vissuta secondo le proprie convinzioni ed aspettative. Ma veniamo alla cronaca pedissequa di quanto accaduto. Di buon mattino il commissario Giovanni Siano, sulla scorta delle tre ordinanze del Tar del Lazio (n. 5477 per la Ergon spa, n.4844 per il Consorzio Centro Sportivo Meridionale Bacino Sa/3, e n. 3698 per Fondeco srl), tutte datate 3 novembre 2010, prende carta e penna e scrive ai responsabili del Consorzio (Vittorio Esposito, Enrico Zambrotti e Gaetano Arenare) che nel pomeriggio si presenterà in sede per il passaggio delle consegne e l’acquisizione delle carte già richieste. Intorno alle 16.00 Giovanni Siano arriva nella sede del Consorzio dove, inaspettatamente, trova un muro di gomma da parte dei due responsabili i quali (udite, udite!!) affermano che non consegneranno nulla in quanto i loro avvocati (Antonio Brancaccio –Ergon spa-, Eugenio Caterina, Marcello Fortunato e Guido Lenza –Consorzio- e Marcello Fortunato e Guido Lenza –Fondeco srl-) hanno interpretato in maniera diversa le conclusioni del Tar ed è quindi necessario rinviare tutto a mercoledì 10 novembre per consentire una riunione tra amministratori e avvocati difensori prevista per martedì sera 9 novembre. In maniera pacata il Commissario spiega che gli avvocati devono verosimilmente solo difendere e non giudicare e né interpretare le ordinanze. Lunga discussione. Infine Giovanni Siano chiama i Carabinieri di Polla i quali dopo qualche tentennamento aderiscono alla richiesta del Commissario e verbalizzano lo stato dell’arte, cioè il rifiuto di consegnare i documenti. Questa la cronaca fedele della giornata. A questo punto tutto sembrerebbe bloccato sul nulla di fatto ma il Commissario non si ferma e si consulta rapidamente sia con i vertici della Provincia che con i suoi consulenti. Qualcosa non sarebbe piaciuto, probabilmente anche le modalità con cui si è svolto l’incontro a tre (responsabili consorzio, commissario e carabinieri) troppo rilassato e poco formale dal punto di vista istituzionale, finanche il clima ambientale potrebbe aver indotto il Commissario a non fidarsi più di nessuno ed a prendere una decisione non più rinviabile. Nella tarda serata scrive al Procuratore della Repubblica di Sala Consilina chiedendo di essere ricevuto con tutta urgenza al fine di poter rappresentare direttamente alcune perplessità su tutto quanto avvenuto nella giornata convulsa. L’incontro tra il procuratore capo Amato Barile e il commissario Giovanni Siano potrebbe già tenersi nella giornata di domani (lunedì 8 novembre). A questo punto la Magistratura inquirente avrebbe tutte le facoltà (in verità le avrebbe anche senza l’incontro, ma fino a questo momento per quel che se ne sa dette prerogative non sarebbero state utilizzate!!) per entrare ufficialmente nella sede del Consorzio e procedere ad una indagine seria e corretta su quanto accaduto. Anche in relazione a quelle convenzioni particolari che il Consorzio avrebbe attivato, dal 2005 in poi, a favore di persone ben identificabili; convenzioni che, a dire delle tante voci di corridoio, potrebbero arrecare più di qualche “fastidio” ai vertici del Consorzio finora in carica. Questo aspetto delle convenzioni non molto chiare è già stato denunciato da questo giornale il 21 e il 24 ottobre scorso. “Non voglio assolutamente puntare il dito contro qualcuno –ha dichiarato Siano- anche se sono fermamente convinto che a questo punto qualcuno deve, comunque, fornire delle spiegazioni. Soprattutto in merito al muro di gomma che è stato eretto da tutti i responsabili del Consorzio per sbarrare la mia azione commissariale improntata nel rispetto della legalità e della trasparenza. E’ bene che tutti sappiano –ha continuato il commissario- che prima di ogni cosa viene il diritto dei lavoratori allo stipendio che in questo momento e con questo stato di cose è  fortemente a rischio”. Il discorso del commissario Siano sembra assolutamente chiaro e privo di infingimenti senza arrampicarsi sugli specchi. Dall’altra parte, invece, c’è una resistenza che va oltre ogni logica decenza per assumere sfumature incomprensibili e velenose che potrebbero avere ricadute dannose sugli stessi autori. Basterebbe, per loro, aderire all’invito formulato dal sindaco di Sala Consilina, Gaetano Ferrari, che nel corso dell’ultima assemblea generale dichiarò con fermezza che il Consorzio è finito e che tutti dovrebbero capirlo. Seguiremo, ovviamente, con la giusta attenzione i sicuri futuri sviluppi della vicenda.