Alvi: gli arresti vergognosi

Aldo Bianchini

L’altro giorno è andato in scena, sul palcoscenico del distretto di Salerno, uno dei momenti più bassi e forse impopolari della storia giudiziaria dell’intera nostra provincia. Almeno questo è il mio pensiero mentre leggo e rileggo la mail con cui la Procura della Repubblica comunica ai giornalisti, e quindi all’intera collettività, l’esecuzione tra le altre dell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Angelo Villani –ex presidente della Provincia. Rimango basito e subito mi chiedo: “Possibile che si arresta un uomo a seguito di un’attività inserita in una più vasta e complessa indagine scaturita dalla sentenza dichiarativa di un fallimento, anche se lo stesso attiene il Gruppo Alvi spa  e di tutte le sue consociate, a distanza di circa un anno dalla dichiarazione di fallimento?”. La sorpresa continua leggendo che “le indagini condotte dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno hanno consentito di rilevare una pluralità di gravi condotte finalizzate al raggiungimento di un preordinato programma criminale … per il progressivo svuotamento del patrimonio aziendale a vantaggio di altre società, sempre del gruppo Alvi…”. Da qui, proprio da qui, scaturisce l’appellativo di “vergognosi” agli arresti (fortunatamente soltanto domiciliari!!) eseguiti il 2 novembre scorso. Insomma è mai possibile che gli arresti scattino proprio quando il quadro investigativo è già chiaro e consolidato da prove, atti, carteggi e sequestri, e quando l’interessato è fuori da ogni logica commerciale? E dov’è il pericolo di fuga, la reiterazione del reato o l’inquinamento delle prove che la legge impone di porre a base di ogni ordinanza cautelare. Posso comprendere la vastità del lavoro investigativo (120 punti vendita tra Campania, Puglia e Calabria) ma non capirò mai l’inderogabile necessità di una custodia cautelare. Oltretutto la materia fallimentare è qualcosa di assolutamente farraginoso perché molteplici sono le correnti di pensiero che portano o meno all’individuazione del reato di bancarotta che è e resta l’unica imputazione in grado di poter portare in carcere una persona. E su questa materia farraginosa si sono moltiplicati anche gli scandali nelle varie “sezioni fallimentari” dei tribunali disseminati nel Paese, scandali che hanno toccato anche la locale sezione salernitana con magistrati e avvocati sotto inchiesta. Certo il lavoro dei magistrati è stato difficile e complesso, e per questo va rispettato, ma avrei compreso (sempre turandomi il naso) una mossa del genere nell’immediatezza dei fatti quando tutto ciò sembrava imminente anche dopo l’effetto emotivo del suicidio di Ciro Pellegrino e della lettera indirizzata ai suoi due figli. Pellegrino, un uomo che Angelo Villani aveva scelto tra i suoi fedelissimi. La fiducia, è stata forse proprio questa sua innata inclinazione nel fidarsi ciecamente degli altri che probabilmente ha tradito l’estro imprenditoriale e il percorso di grande managerialità di cui Angelo è stato, comunque, capace. Aveva fiutato il pericolo per tempo e, spontaneamente, si era presentato dai magistrati per consegnare passaporto e carta d’identità. Ma neppure questo è stato sufficiente, anzi proprio quel gesto è stato verosimilmente frainteso dai magistrati che forse avrebbero preferito il “colpo d’ala” degli arresti eclatanti in un momento e in un contesto storico-politico molto più clamoroso dal punto di vista mediatico. Per mettere in atto tutte le azioni criminose di cui è accusato, insieme alle sorelle Elisa e Giovannina, devo pensare ad un Villani capace di mettere in campo almeno due personalità, del tipo dottor Jekyll e mister Hyde. Da un lato la correttezza, l’umiltà, la disponibilità all’ascolto, la ricerca della concertazione, dall’altro lato una oscura propensione per “gravi condotte finalizzate al raggiungimento di un preordinato programma criminale”, come è scritto nell’ordinanza della Procura. Impossibile, almeno per quello che mi riguarda, dare anche il benché minimo credito all’ipotesi criminale. Credo che il Riesame spazzerà via l’eccesso vergognoso degli arresti, e se così non fosse ci penserà certamente la Cassazione o il Tribunale. E c’è poi il capitolo del sequestro dei beni personali dell’ex Presidente che tutti sapevano appassionato di orologi e penne. Quello dei sequestri è un momento assolutamente devastante per la psiche dell’indagato che si vede, d’improvviso, quasi denudato pubblicamente e violentemente mortificato oltre ogni dire. Anche perché la Finanza ci ha abituati negli anni (parlo in senso lato e non soltanto di Salerno) ai sequestri a volte ridicoli che cadono al primo stornire di attenti collegi difensivi. I giornalisti dovrebbero ricordare, forse ricordano, ma non lo scrivono. Peccato. Tra i tanti casi ricordo quello eclatante del sequestro giudiziario da parte della Finanza di Salerno dei locali di proprietà dell’INAIL che aveva la sola colpa di averli dati in affitto ad una società nelle cui file rientrava anche un “presunto camorrista” che aveva messo in piedi un accorsato bar. Da lì l’ipervalutazione dei beni sequestrati che dopo pochi giorni miseramente si sgonfiò. Il sequestro messo in piedi a carico di Angelo Villani (48 orologi, 27 quadri e 17 penne) mi appare inquietante, sconsolante e forse anche inutile e vergognoso, alla stregua degli arresti. Questo è uno di quei casi in cui non bisogna limitarsi alla cronaca velinata, il commento è necessario e doveroso nei confronti di un uomo che avrebbe potuto fare tranquillamente il medico, ma che avendo mangiato pane e commercio fin da ragazzo aveva ben pensato di dare lavoro e prospettive di vita ad oltre mille famiglie.

 

3 pensieri su “Alvi: gli arresti vergognosi

  1. Hai perfettamente ragione…
    è uno squallore…
    In Italia gli assassini e veri criminali nn vanno in carcere e poi se ne escono con queste sparate di *****

  2. ma sì, diamo gli un premio, a lui e a Callisto Tanzi.

    Quando falliscono le aziende non è colpa degli imprenditori, ma dei magistrati che cercano di preseguire i reati…

    Quando ordinano la custodia cautelare all’inizio delle indagini, i magistrati sono i soliti giustizialisti, psicolabili, ecc..

    Quando la ordinano dopo le indagini, pure sbagliano…

    Ma ci fosse una volta che fanno qualcosa di buono questi giudici “comunisti”….

  3. Ill. Dr Bianchini, oltre al Suo bello articolo che leggo,
    Ieri, tre novembre ,2010, leggendo il quotidiano “Mattino” vi venne quasi da piangere.
    Personalmente non ricordoe non ho idea se dopo il 1965 abbia potuto conoscere di persona l’onorevole dr Angelo Villano. Ma ho nell’animo e nella mente il desiderio di poter dare un piccolissimo, ma sano contributo fatto di ricordi che si riversano su un uomo, per me grande e indimenticabile uomo il cui nome è LUIGI VILLANI, (Spero con tutto il cuore che sia ancora nel mondo dei vivi onde potergli dire ancora grazie),:
    Sulla splendida persona di “Don Luigi Villani ho riempito più di una pagina del mio modestissimo libro de “La bacheca dei ricordi”, scritto in proprio e a disposizione di chi me lo chiede, ma che , fin’ora ne ho inviato per posta svariati esemplari gratuitamente, e ci tengo a sottolinearlo. Non ritengo, fra l’altro riscrivere quelle pagine dedicate a Don Luigi su questo giornale, ma cerco di essere effimero ,e dire solo l’essenziale.:
    ” Ero appena tornato dagli USA dopo nove anni, (1965). Si può dire povero ancor più di prima di partire per il Nuovo Continente. Mi struggevo l’animo perchè non riuscivo in nessun modo ad adattarmi e di inserirmi in questo Paese che era nella migliore fase di boom economico . Avevo trentadue anni ed ero stato lontano dall’Italia ben nove anni, ciò vuol dire che avevo speso la mia migliore gioventù in un Paese non mio. Ero stato all’estero e tutto mi era andato male. Rientrai in Italia come un cane bastonato e fui accolto senza alcun “Ben tornato” , ma dovetti anche difendere dalla sbafalderia di chi, in questo Paese aveva approfittato di detto Boom economico ed avevano un posto di lavoro decente e, magari, anche una casa comprata a prezzi “stracciati”. Mentre io, “L’americano” dovevo nascondere il mio estremo languore, anche per non essere preso in giro da chi mi conosceva, da vecchi amici coetanei che avevano oramai un posto di lavoro rispettabile..
    Dopo una serie di disgrazie capitatemi, e dopo mille tentativi per uscire dalla mala sorte,, ebbi modo di imbattermi la, dov’era da poco sorta un’azienda che produceva estratto di candeggina che (pare sia una soluzione a base di ipoclorito e cloruro di sodio, usato come candeggiante).
    Volevo a tutti i costi uscire dalla scabrosa situazione in cui ero cascato e cercavo di uscirne con onorabilità.
    Mi fermai, dunque, in quell’azienda per domandare al titolare se per caso mi avesse potuto dare un campione dei suoi pochissimi prodotti di casalinghi che vendeva all’ingrosso, specie un tipo di sapone verde che egli importava da Bari e che era allora molto richiesto dalle massaie. Il proprietario, di nome LUIGI VILLANI , DOPO AVER SENTITO LA MIA BRUTTA STORIA DI EMIGRANTE FALLITO, si mise subito a mia disposizione; mi diede i campioni dei suoi prodotti ed io iniziai a girare nei paesi limitrofi con il mio motorino per prendere ordini dai clienti. Ma restava il problema della consegna, così Don Luigi mi mise a disposizione un suo operaio della fabrichetta a Nocera Inferiore e, una volta la settimana, andavamo a fare le consegne. Il guaio che i negozianti non erano contenti di dover aspettare una settimana per avere i prodotti richiesti. Fu proprio quì che la dimostrazione del grande cuore di DON LUIGI VILLANI che mi autorizzò a comprare un furgoncino usato e che avrebbe lui stesso anticipato i soldi e che io potevo restituirgli quanto potevo e pure a dilazione. Iniziai a vendere candeggina ed altri prodotti casalinghi con la tentata vendita. Così, DON LUIGI vedendo che chiedevo altri prodotti di detersivi, presto si rifornì di tutti i prodotti detergenti dalle ditte producenti, fino a diventare il più grande e assortito grossista di tali prodotti.
    Devo dire ad alta voce che DON LUIGI fùper me in quell’epoca un vero salvatore ed io , per parecchi anni di seguito gli portavo , il 21 giugno, un bel buchè di fiori per rispetto e per disobblicarmi dalle sue buone azioni che non le scorderò finché vivo
    Sono trascorsi tantissimi anni, quasi mezzo secolo, ma don LUIGI VILLANI , con un cuore grande quanto il mare sarà sempre inciso nel mio cuore perchè perchè le buone azioni non si scordano mai.
    Alfredo Varriale

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