RdB-USB: sciopero generale del pubblico impiego

RdB-USB e Confederazione Cobas hanno proclamato per il 14 giugno lo sciopero generale del Pubblico Impiego. “Contro una manovra che penalizza fortemente il lavoro dipendente ed in particolar modo il lavoro pubblico, impedendo di fatto la produzione dei servizi pubblici rivolti alla cittadinanza”, spiega Vito Storniello, della Segreteria Regionale RdB-USB Pubblico Impiego. “Il blocco del turn-over nel settore – ha aggiunto Storniello – considerando che l’età media dei lavoratori è di 50 anni con punte anche maggiori nei Ministeri, dopo un ventennio di blocco delle assunzioni ed unito ai licenziamenti del 50% dei precari della P.A. ed ai tagli agli Enti locali, di fatto mette in forse il funzionamento della previdenza, dell’istruzione, della sanità, della giustizia”.Una lunga lista dei sacrifici imposti al lavoro dipendente sin dagli anni Novanta, è stata fatta digerire ai lavoratori dai sindacati concertativi, ricordando come i benefici promessi in cambio non si siano mai realizzati e come il debito pubblico, che nel 1992 (anno della manovra da 80.000 miliardi del Governo Amato) ammontava al 107,7 % del Pil, ha oggi raggiunto il 118,2%.In riferimento ai dati forniti dall’ARAN sulle retribuzioni dei lavoratori pubblici, in cui l’agenzia rende noto un aumento del 39,7% fra il 2000 e il 2010, Pio De Felice, della Segreteria Regionale RdB-USB evidenzia come nel calcolo dell’ARAN siano incluse le fasce dirigenziali della P.A., le cui dinamiche retributive non sono certo quelle del personale dei livelli, nonché il personale non contrattualizzato (Forze armate, Polizia, Carabinieri, Magistrati, Diplomatici, Docenti Universitari, i cui aumenti sono determinati per legge a prescindere dai Dpef), generando così un risultato da “pollo di Trilussa”.Il dirigente RdB-USB inoltre sottolinea che nel periodo preso in esame la differenza fra inflazione programmata (14,3%) e inflazione effettiva (20,9%) dia un saldo negativo del 6,3%, col risultato di una consistente perdita del potere d’acquisto dei lavoratori, ricordando poi i gravissimi ritardi con cui i contratti sono stati rinnovati (esempio: la Ricerca, atteso per 54 mesi). Dei circa 25 miliardi della manovra ben circa 16,8 provengano dai sacrifici che si vogliono imporre ai lavoratori pubblici: 7 miliardi dal blocco dei contratti e della contrattazione integrativa; 1,3 mld dal blocco degli scatti di anzianità nella Scuola; 8,5 mld, calcolati per difetto, dall’aumento dell’età pensionabile delle donne. “Ma i lavoratori e le lavoratrici non staranno a guardare e daranno battaglia in tutte le sedi nazionali e internazionali”.“La RdB-USB, negli anni unica voce fuori dal coro, non chiede dunque di mitigare i sacrifici ma dice: basta: i lavoratori sono stati fin troppo sacrificati; ora paghi chi non ha mai pagato. Continueremo a lottare in difesa dello Stato Sociale e della civiltà del lavoro”, conclude per l’Esecutivo Nazionale RdB-USB Pietro Di Gennaro.