Cirielli-Carfagna: il flop di piazza Portanova
Sgombriamo subito il campo da qualsiasi tentennamento; la verità è una sola: la prima e ultima uscita di piazza del Popolo della Libertà in vista delle “provinciali” è stata un flop, quasi da fallimento generale sia sul piano della folla accorsa in Piazza Portanova che per i contenuti del discorso del candidato alla presidenza provinciale On. Edmondo Cirielli. Sarebbe stato sufficiente invitare i 612 candidati ad essere presenti in piazza ed a portare con loro (non i pulman, come qualcuno ha scritto da qualche parte) un minimo di tre persone (quattro per ogni macchina) per raggranellare almeno duemila persone ufficiali oltre ad un migliaio di spettatori puri ed anche occasionali. In questo caso il successo sarebbe stato garantito. Vorrei poi sapere chi ha fissato la scaletta degli interventi mettendo il candidato alla presidenza provinciale sul palco prima della candidata alle europee (della quale i giornali non danno neppure le generalità) e consentire alla Carfagna di chiudere il comizio elettorale. Un anziano spettatore mi ha chiesto: “Scusi, io non sono molto esperto di politica e non la seguo molto, sono quì come curioso; mi dica ma è la Carfagna candidata alla presidenza provinciale?”. Gli ho risposto di no ed ho aggiunto che qualcuno che non capisce niente di comizi elettorali aveva, in maniera servile e inqualificabile, forse voluto rimarcare stilando quella scaletta di interventi che chi comanda a Salerno è la Carfagna e non altri, almeno nel PdL. Ho poi pensato, tra me e me, che questo qualcuno non conosce neppure i fondamentali della politica e nessuno gli ha spiegato che si trattava di lanciare la candidatura di Cirielli in piazza, che la piazza è totalmente diversa dai salotti o dagli studi televisivi, che il pubblico deve essere scosso dalla voce tonante del candidato e che quello che resta nella mente dell’elettore sono soltanto le ultime parole pronunciate dal candidato che, di regola, al di là dei ministri e dei presidenti, parla per ultimo. Insomma dopo l’arringa finale del candidato il comizio e la manifestazione deve essere chiusa, solo così può rimanere qualcosa nell’immaginario dello spettatore. Invece in Piazza Portanova l’on. Cirielli ha parlato per primo e non è stato neppure molto convincente ed è apparso anche un pò spento e senza smalto. Stanchezza o divergenze interne al PdL; al momento non è dato di sapere. Per il resto le solite parole (anche da parte del ministro): sprechi, clientele, consuloenze, favori e favoritismi. E il programma del PdL per la provincia qual è -mi ha chiesto un altro spettatore-; non ho saputo rispondere. Personalmente non credo proprio che sia sufficiente ripetere, come un disco incantato, che chi si propone è una persona perbene, mai indagata; oggi una persona soltanto perbene non basta più. E non basta nemmeno il discorso del ministro assolutamente ripetitivo e mandato a memoria come gli scolaretti; quale valore di convincimento può avere sugli elettori la promessa (solo orale!!) di commissariare Vincenzo De Luca, bisognerebbe farlo prima delle elezioni per avere un minimo di credibilità visto e considerato che De Luca non è neppure candidato. Al momento una simile affermazione consente al sindaco di ribattere con due semplici parole: “politica politicante”; e la gente, oggi, crede a Lui e non ad altri. Qualcosa bisogna necessariamente rivedere negli assetti apicali provinciali del PdL prima di finire in un burrone; il flop di Portanova dimostra in maniera molto chiara che la macchina organizzativa della politica non è una discoteca e che le nomine calate dall’alto e volute da una persona soltanto quasi sempre non portano benefici alla causa generale che, in questo momento, per il PdL è la vittoria delle elezioni provinciali. E per vincere, a mio sindacabile giudizio, non è sufficiente neppure l’aver ottenuto un cambiamento repentino e radicale del maggiore quotidiano cittadino, alludo a “Il Mattino”, che forse sotto la spinta del suo direttore e della famiglia Caltagirone sta tirando la volata al ministro ed a Lei soltanto. Una considerazione finale, però, va fatta. Ovviamente non si vince soltanto con la piazza; ma la piazza è necessaria per infiammare e coinvolgere l’immaginario della gente; ma questa è cultura della comunicazione diretta che, probabilmente, non è patrimonio dei responsabili organizzativi del PdL.
Bellissimo articolo, con il carattere del grande
giornalista, che dice la piena e totale verità
delle cose e dei fatti, senza farsi entusiasmare
e deviare dalla notorietà dei personaggi.
Un altro non avrebbe parlato e scritto così.
Veramente complimenti ad Aldo Bianchino.
Vincenzo Ferrara
Presidente del partito politico IL SUD
Ero presente ed al di la del numero di persone presenti, non c’era il minimo di entusiasmo. C’erano tani curiosi e basta piu nessuno. Il dottor Bianchini ha fotografato esattamente la situazione. Ma la cosa inaudita è un’altra. La polemica di Iannone nei confronti di Tommaso D’Angelo. Ma chi le consente queste cosae ? Cosi dopo aver distrutto AN stanno affossando il ODL. Dilettanti allo sbaraglio