L’Italia allo sbando

Angelo Cennamo  

Leggendo i giornali, in questi giorni, pare che i politici stiano facendo a gara per alimentare i peggiori luoghi comuni sulla loro categoria. La vicenda della Lega Nord, con i suoi cerchi magici che maneggerebbero i rimborsi elettorali con la stessa disinvoltura con la quale una massaia usa il carrello di un supermercato, è solo l’ultimo tassello di una lunga storia fatta di scandali, abusi, e nel peggiore dei casi, di corruzioni e truffe ai danni dei contribuenti. Uso la parola “contribuenti” perchè gli italiani non sono altro che questo. E quando non lo sono, diventano “consumatori”, cittadini mai. Il partito di Bossi, o di Maroni sarebbe il caso di dire, quantomeno riesce a comunicare la sensazione di avere, al suo interno, gli anticorpi giusti per rigenerare gli apparati sospetti, e per fare pulizia tra chi si è macchiato degli illeciti denunciati, presunti o veri che siano. Si può discutere dei metodi, certamente. Ma è indubbio che, in via Bellerio, il senso e la volontà di riscatto siano palpabili più che in altre sedi di partito, a cominciare da quella fantasma, a giorni alterni, della ex Margherita. Per finire a quella più cangiante di una destra catartica e immemore di ben altri trascorsi. Insomma, passano gli anni, passano le Repubbliche, ma i partiti restano sempre nel mirino dell’opinione pubblica e della magistratura. E se la stragrande maggioranza delle imprese risulta indebitata come non mai ed è costretta a licenziare migliaia di suoi dipendenti, al contrario, le formazioni politiche, nonostante la peggiore crisi economica degli ultimi due secoli, possono vantare dei bilanci in attivo oltre la più rosea delle previsioni. Tanto che del denaro ricevuto i loro tesorieri non sanno più cosa farsene : lo investono in immobili, in fondazioni, o, come ha fatto qualcuno, in affari propri. “L’Italia dei valori” di Antonio di Pietro, ad esempio, pare che abbia nelle proprie casse circa dieci milioni di euro ( venti miliardi di vecchie lire). Cosa se ne fa, On.le Di Pietro, di tutti questi soldi un partito che raccoglie, si e no, il 7% dei consensi della popolazione elettorale attiva? Quanti cassintegrati potrebbero campare con la metà di quella somma? Quanti asili nido si potrebbero costruire con un terzo di essa? E quanti malati terminali riuscirebbero a curarsi dignitosamente con meno di un quarto? Sia chiaro, la questione investe tutti e non solo l’Idv, che tra l’altro in queste ore si sta adoperando per un nuovo referendum. Ma è evidente che c’è qualcosa che stona, e di parecchio, se in un Paese allo stremo, dove decine di persone si suicidano perchè non ce la fanno a pagare le tasse, i loro amministratori possono invece sguazzare nell’oro dei finanziamenti pubblici, oltretutto in barba ad una legge che li ha vietati da quasi vent’anni! La fotografia che, allora, viene fuori da questo squarcio di fine legislatura è a dir poco avvilente. Direi preoccupante. L’Italia, infatti, si mostra come una nazione allo sbando, strangolata ed impoverita da una pressione fiscale estorsiva, e governata da un apparato di burocrati, avvinghiati a un professore universitario nel timore di affondare tutti insieme, come la peggiore nave da crociera schiantatasi contro uno scoglio invisibile.

 

 

 

 

9 pensieri su “L’Italia allo sbando

  1. @Angelo:

    mi pare (mi pare!) che il partito di Di Pietro sia l’unico ad avere i bilanci certificati: già è qualcosa! 🙂 Cosa se ne faccia non lo so, probabilmente, come tutti, investono. Leggo in questo momento che hanno rinunciato all’ultima tranche per devolverla “ai bisognosi”.

    Sui licenziamenti, noto che stamane il PDL a testa bassa attacca la riforma della Fornero (quella che tu volevi far passare con decreto legge, se non erro):

    “Nessuno si illuda di alimentare il giochino dei politici cattivi e dei tecnici-professori rallentati dalle manovre dei partiti. Abbiamo fatto passi indietro per far nascere il governo Monti, abbiamo votato fiducia e decreti in molte occasioni. Approvando cose giuste e forse cose meno giuste. Stiamo offrendo un sostegno costante, ma certo abbiamo il dovere di fare proposte e correggere errori. Lo abbiamo fatto sulle liberalizzazioni, vogliamo farlo sull’Imu e le troppe tasse. Lo stiamo facendo sul lavoro. Gli errori fatti dal ministro Fornero vanno corretti. Troppe rigidita’ possono causare licenziamenti non assunzioni. Il Pdl e’ il partito del lavoro e propone modifiche per creare occupazione” (a parlare è Maurizio Gasparri)

    Onestamente, non avevo mai sentito dire che il PDL “è il partito del lavoro” (non so neanche cosa vuol dire!)…

  2. La riforma del mercato del lavoro che io volevo far passare con decreto legge era quella iniziale. Nel frattempo, su pressione di Napolitano, della Cgil e del suo partito di riferimento (il PD), il reintegro è stato previsto anche per i licenziamenti economici, e qualcosina pare sia stata modificata (in sordina) pure per quelli disciplinari. Alla fine, ne è venuto fuori un pastrocchio avallato colpevolmente anche da Angelino Alfano. Il quale, solo dopo i malumori della sua base, sta ora cercando di correggere il tiro appellandosi alla rigidità in entrata. La verità è che sono molto deluso, e disorientato ( da tutti).

  3. @Angelo:

    la situazione -in generale- è molto caotica e si naviga a vista: il Mondo attende la crescita dei paesi BRICS, gli USA stanno a guardare e riparano come possono, la BCE fa (secondo me) più del dovuto e dovrebbe essere ridotta a quello che è (una banca), dando potere alla politica europea (ma seriamente, non questa “cosa” attuale). L’Italia, dal canto suo si affida ai tecnici mentre i partiti (delle più diverse estrazioni) decidono cosa vogliono fare da grandi, cioè dopo Monti (e ammesso che dopo Monti esisteranno nella forma in cui sono stati fino ad oggi).

    Quando vedo lo stato di cose attuale, di norma non penso ad essere del PD o del PDL: mi chiedo solo cosa sia giusto o meno e mi faccio una mia idea (che poi ci sia qualcuno in Parlamento che la rappresenti, o che non ci sia, me ne importa meno di un tempo). In generale, attualmente, sia quello che pensa il centrodestra, sia quello che pensa il centrosinistra (o meglio: cosa fanno credere di pensare) mi sembra molto ma molto vecchio, e mi lascia parecchio indifferente. Mi sembra che in nessun caso il nostro Paese si mostri al passo coi tempi e siamo sempre persi in vecchie beghe e vecchissime ricette, a volte controproducenti, che prendiamo per grandi idee da applicare da subito alla nostra economia. Si è perso di vista il cittadino: prima di lui vengono altre cose, a partire dai soldi che riesce a guadagnare, poi i suoi bisogni. Si costruisce un mondo contro le persone.

    Comunque, la CGIL è un sindacato autonomo, non ha partiti di riferimento: il partito più “vicino” alla CGIL credo sia SEL (e in passato Rifondazione Comunista e altri partiti venuti da lì). Ultimamente, mi pare che -rispetto al PD- Di Pietro mi sembri parecchio più vicino. La sfortuna del PD è quella di essere un partito abbastanza grande da essere preso come leader del centrosinistra: va da sé che, se alla sinistra del PD non ci sono partiti (estromessi dal voto), il PD è, volente o nolente (secondo me nolente) un punto di riferimento per il sindacato italiano di sinistra. Che la Camusso voti PD… ho qualche dubbio…

    Comunque, ti capisco, è tutto davvero poco chiaro (e anche molto irritante, e io sono un tipo che non si irrita facilmente).

  4. vorrei proporti un pensiero che esula da quanto hai scritto, anche perchè se volessi dire la mia sarebbe una critica, quasi totale, trita e ritrita su come vedo le cose diversamente da te.
    quello che ho notato della faccenda della lega e particolarmente dell’operazione “scopone”, cioè la pulizia in salsa leghista-varesotta e maroniana, è che per fare fuori bossi – perchè come dicono al sud non “quagliava” più – hanno attaccato la moglie e la nera mauro che rappresentavano la parte “terrona” della lega. sono risapute le origini sicule degli antenati della consorte bossiana come altrettanto note sono le origini pugliesi della sindacalista padana. sarà pulizia “etnica” che prelude alla pura razza del sole delle alpi?

  5. Nella Lega, da parecchio tempo, è in corso una lotta intestina tra “bossiani” e “maroniani”. Non so dire quali siano i buoni e quali i cattivi. Credo che si tratti solo di strategie politiche.

  6. @billy
    ieri sera ad una domanda di santoro su come mai si ipotizzasse il coinvolgimento della drangheta nello scandalo della lega, speroni ha risposto che non voleva essere considerato razzista ma c’era da aspettarselo visto che belsito pur essendo nato in liguria aveva la famiglia di origini calabresi.
    caro billy, e caro angelo, vuoi vedere che a spararla grossa ci ho davvero preso?

  7. Che ne direste (con Beppe Grillo) una bella Norimberga italiana con imputati tutti i vecchi politici ancora in vita e gli attuali? Magari evitiamo la sequenza di impiccagioni (che non servirono neppure a Norimberga) ma l’esproprio di tutti i beni immobile e mobili, sì.

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