Fort Apache: la guerra del capoluogo

Aldo Bianchini

Il tempo dei salamelecchi, dei finti approcci, degli accordi occulti e dei fiori inghirlandati è finito. Lo scontro è durissimo e senza esclusione di colpi, le prime scaramucce e le poche battaglie in campo aperto sono state tutte vinte da Edmondo Cirielli (Cochise) che si incorona “capo assoluto” dell’agro nocerino-sarnese e plenipotenziario della Valle dell’Irno, del Cilento e del Vallo di Diano. Sulla stessa sponda (il Colorado River!!), ma ad una distanza quasi abissale, c’è Mara Carfagna (Toro Seduto) che portatrice dell’inutile vittoria napoletana potrebbe comunque piazzare un colpo basso se riesce ad ottenere la nomina del suo delfino Antonio Mauro Russo (Geronimo) quale unico assessore salernitano nella costituenda giunta regionale di Caldoro. Questo potrebbe rimescolare ed ingarbugliare le carte prima dello scontro finale: la guerra per la conquista della città capoluogo (Fort Apache). Entrambi, dunque, hanno un preciso ed irrinunciabile obiettivo anche se partono da posizioni molto diverse nell’immaginario collettivo: Edmondo Cirielli nelle vesti di conquistatore con tanto di armatura-elmo e stivaloni nel momento in cui brandisce la ferrea spada per occupare posti e territorio, Mara Carfagna nelle vesti di una “orsolina spaesata fuori dal convento” e senza alcuna conoscenza del territorio va avanti solo sull’onda benefattrice del divin signore. Ma qui, nel capoluogo, c’è il re dei re, dominatore incontrastato della città, quel Vincenzo De Luca che qualche battuta a vuoto ha fatto comunque registrare in questi ultimi tempi. De Luca ha cercato di scardinare il soffocante assedio puntando sulle elezioni anticipate a Cava de’ Tirreni con Gravagnuolo e scendendo direttamente in campo per la poltrona di governatore. Ha fallito entrambi gli obiettivi. Il primo produrrà la sciagurata perdita dell’ASI e del CSTP, il secondo dannosissimo sul piano dell’immagine potrebbe stranamente fornirgli un’ultima ancora di salvezza se riuscirà ad imporsi come unico riferimento regionale del centro-sinistra per entrare nell’elite della politica nazionale e concludere in bellezza la sua ormai lunga carriera senza capitomboli ingloriosi. Dovrà, però, scegliere se capeggiare l’opposizione a Napoli al fine di eludere l’assedio o continuare a fare il sindaco e fatalmente soccombere all’attacco concentrico degli avversari. E la scelta non potrà che essere certa, ravvicinata e irreversibile. Lo impone la legge e non le fantasiose ricostruzioni popolari e giornalistiche; entro dieci giorni dalla proclamazione il consiglio comunale dovrà decretare l’incompatibilità. Dunque tre personaggi in cerca d’autore; i primi due alla ricerca della politica passando attraverso la mera conquista del potere per l’affermazione personale finalizzata alla supremazia sull’altro, il terzo (maestro della politica) alla ricerca del posizionamento nazionale come unico strumento di salvezza della sua lunga e strabiliante carriera politica. Nei prossimi mesi accadrà di tutto e di più, con un dilemma: quanti degli uomini adusi al potere deluchiano passeranno dall’altra parte e quanti degli uomini non ancora abituati al potere ciriellino resisteranno alle sciabolate del conquistatore? Una cosa è certa. I primi dopo venti anni di sicuro e tranquillo posizionamento globale non potranno fare altro che tacere ed accettare le decisioni del capo, anche le più capestri. I secondi già si agitano in attesa di nuovi sconvolgimenti dei vari posizionamenti dopo le regionali e qualcuno osa addirittura suggerire strategie politiche al capo che, distratto dall’enorme territorio conquistato, già registra qualche sonora sconfitta. Come a dire che il capo da un lato confeziona il cappotto e dall’altro lo buca; anche se per il momento è davvero un buchino piccolo piccolo, ancorchè significativo. Il segnale però c’è stato e il capo farebbe bene a farne tesoro rapidamente, quando si brandisce la spada non si può dar retta ai suggerimenti decisamente interessati. Ma come spesso accade la fortuna riserva ai più deboli sempre un punto a loro favore. Lo avevo già scritto più di un mese fa in un altro articolo che Cirielli poteva fare cappotto e vincere la battaglia di Pirro ma ritrovarsi soccombente di fronte alla Carfagna sempre che quest’ultima, spogliandosi finalmente dei panni non suoi, riesca a brandire il fioretto ed a piazzare la botta vincente dell’unico assessorato salernitano,  importantissimo come quello dello sport e turismo. I prossimi mesi, se non già le prossime settimane, ci diranno la verità. Il racconto della conquista di Fort Apache, ovviamente, continua.

 

 

 

8 pensieri su “Fort Apache: la guerra del capoluogo

  1. Molto lineare e verosimile la versione di Bianchini per l’attuale momento politico salernitano. Un solo consiglio mi sento di dare alla ministra Carfagna: lasciasse a casa il suo fido scudiero Antonio Mauro Russo che è il vero ectoplasma della politica salernitana. Ci sono tanti altri personaggi su cui puntare.

  2. Bianchini ha parlato del “cappotto” messo a segno da Cirielli però ha anche detto di un “buco” nel predetto cappotto. Spero che nella prossima puntata ci sveli questo arcano segreto. E’ bello riuscire a capire gli avvenimenti attraverso una lente di ingrandimento, e quella dello storico direttore di Quarta Rete lo è certamente.

  3. Analisi molto giusta, soprattutto per quanto attiene la ragnatela estesa sull’agro nocerino-sarnese da Cirielli che in quella zona fonda la sua forza politica. Fra un pò conquisterà anche Angri, e poi Sarno e Scafati e dopo diventerà davvero “capo assoluto”. Gli mancherà il territorio a sud del capoluogo, ma ci sarà tempo per conquistarlo. Sono ansioso di sapere qual è il buco nel cappotto.

  4. FANTASTICO… ARTICOLO LUMINOSO SENZA OMBRE…
    DICE SOLO LA VERITA’

    ATTENDO LA PROSSIMA PUNTATA!!!
    VINA MORRA

  5. E’ vero quello che dice “Vina”, l’articolo è proprio pieno di tante verità oggettivamente riscontrabili da tutti e che nessuno (almeno a livello di stampa) dice. Sono in attesa di conoscere quel “buchino piccolo piccolo ma significativo”.

  6. Ho sempre seguito con attenzione le inchieste di Bianchini fin dai tempi di TV Oggi e poi a Quarta Rete. Ora lo seguo su Dentrosalerno che va affermandosi sempre più come il miglior quotidiano online. Complimenti.

  7. L’obiettività non è un dono per tutti. Probabilmente il giornalista Bianchini ce l’ha nel sangue. Fa specie, comunque, leggere come riesce a tirarle sia a destra che a sinistra. In una piccola città come Salerno non è facile. La saga Cirielli è molto interessante anche dopo le paroline che gli ha indirizzato il ras di Nusco.

  8. Cirielli stà solo cercando di trovare persone competenti e quindi di governare questa nostra divisa e martoriata provincia…
    Quali analisi niente dietrologia …
    Soltanto buon governo…
    Il Lubo si è accorto di questo…
    Che ci azzecca un lubo tra i pisciaiuoli???
    Farebbe meglio a rintanarsi nelle sue montagne e cacciare da Lubo…

    Un lubo a mare ma si è mai visto???

    Pasquino

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