Olanda: il Pnvd ha chiuso

Giovanna Rezzoagli

Ormai è ufficiale: il partito “Amore del prossimo, libertà e diversità”, noto con l’acronimo PNVD non potrà partecipare alle elezioni che si terranno nel Paese dei tulipani nel prossimo mese di giugno. E’ una notizia importante per l’Olanda, ma anche per tutta l’Europa. Dietro il nome accattivante si celava infatti un gruppo di persone accomunate da finalità politiche piuttosto ambigue, potenzialmente pericolose. Uno dei cardini attorno al quale verte l’impegno politico dei promotori del PNVD è la legalizzazione della pedofilia ed il libero commercio di materiale pornografico infantile. Il partito, nato nel 2006, non è stato ammesso alla tornata elettorale perché i suoi membri non sono riusciti a raccogliere le 570 firme necessarie. Uno stop formale e di tipo tecnicistico, non precludendo la legge olandese la possibilità per i cittadini di costituirsi in una formazione politica attiva sulla base del programma ideologico. Il 30 maggio 2006 il sito de laRepubblica.it pubblicava un articolo sulla nascita del PNVD, in cui riportava una eloquente frase del suo fondatore, Ad van den Berg, che riporto integralmente: “Educare i bambini significa anche abituarli  al sesso.  Proibire rende i bambini ancora più curiosi. Vogliamo trasformare la pedofilia un argomento di dibattito”. Nel programma del partito era presente anche la legalizzazione di tutti i tipi di droghe, leggere o pesanti. Nel 2009 lo stesso “esponente politico” si lanciava con esternazioni del tipo: “Contattare bambini on-line non è reato”, “Un bambino a dodici anni dovrebbe avere il diritto di scegliere che cosa fare della sua vita sessuale”. Attualmente Ad van den Berg ha sessantasei anni, al Lettore le considerazioni del caso. Considerazioni che, evidentemente, anche i cittadini olandesi hanno formulato. La libertà di esistere non andrebbe confusa con la libertà di esistere ad “ogni costo”. I promotori della pedofilia non si fanno scrupolo alcuno di causare sofferenza e devastazione nell’esistenza di migliaia di piccole vittime, anzi. Il caso del PNDV è l’esempio più concreto che taluni di questi personaggi credono non solo di essere nel giusto, ma di essere fautori di libertà. Sarebbe interessante che chiedessero un parere alle vittime dei pedofili che, ormai adulti, convivono con ferite sempre aperte nell’animo e nella psiche. Loro, le vittime, non hanno bisogno di costituire nessun partito per rivendicare diritti che sono stati loro negati quando più avrebbero avuto diritto ad essere tutelati. Le vittime sanno che tante, troppe volte la giustizia non è di questo mondo, che tutto è tranne che il migliore di quelli possibili.