Proverbi Africani: la protezione degli orfani

Padre Oliviero Ferro  

Nel contesto africano, essere orfano è una condizione di debolezza per l’uomo. Malgrado la solidarietà clanica, l’orfano si ritrova ormai senza quel sicuro appoggio che gli dava la sollecitudine dei propri genitori. Egli deve ormai contare sulle persone che non gli daranno le garanzie di vita che aveva dai suoi genitori. La saggezza tradizionale insegna come vivere questa disgraziata esperienze. Ci vuole coraggio, umiltà e determinazione per riuscire nella vita nella condizione di orfano. Ecco i proverbi. “la gallina non mangia  nient’altro che ciò che raccoglie” (Bayombe, Congo RDC) (l’orfano deve contare soltanto sulle proprie possibilità). “L’orfano si intenda con Dio e lasci ciò che arriva” (Mossi, Burkina Faso) (per l’orfano l’unico appoggio sicuro è ormai il suo Dio).

“Un maldicente non educa un orfano” (Hutu, Burundi) (l’orfano non può convivere con una persona che racconta i lati negativi dei propri genitori deceduti. Si raccomanda di essere delicati nelle parole e nelle azioni nei confronti degli orfani, perché sono soggetti molto sensibili). “Ciò che resiste, è l’orfano; una zappa usata si raddrizza” (Bassa, Cameroun) (l’orfano è generalmente abbandonato alla propria sorte). “Ciò che fa crescere un bambino che ha padre e madre, può anche far crescere un orfano” (Geabo, Liberia) (l’orfano potrà anche crescere, ma non deve pretendere una condizione migliore di quella di un bambino che vivi i suoi genitori). “La notte fa compagnia all’orfano” (Tutsi, Burundi) (per l’orfano, il tempo migliore è la notte, perché di giorno, egli viene oltraggiato da ogni malizia delle persone adulte). “L’orfano è nutrito con disprezzo” (Serer, Senegal) (l’esperienza insegna che l’orfano non beneficia dai propri parenti di ogni dovuta sollecitudine. Qualche volta, egli viene considerato con disprezzo, specie se la sua presa a carico pesa sui tutori). “L’orfano mangia ciò che gli appartiene, dopo averlo rubato” (Tumbuku, Malawi) (all’orfano non vengono riconosciute molte libertà d’azione. Egli deve sottomettersi agli obblighi dei tutori. Ogni piccola libertà se la deve conquistare).

“L’orfano ride una sola volta” (Bulu, Cameroun) (l’esperienza insegna che l’orfano acquisisce un temperamento riservato, spesso rigido e poco allegro; le sue gioie sono di durata assai breve). “L’orfano piscia sdraiato sul proprio dorso” (Ngambay, Ciad) (si usa per indicare quanto la necessità insegni all’orfano l’arte dell’Arrangiarsi). Chiediamo come sempre aiuto ai Warega del Congo RDC con la loro “corda della saggezza”. Si sospende alla corda un piccolo pane di manioca, avvolto in una foglia di banano e si recita questo proverbio. “Tu picchi questo orfanello. Ricordati che tu hai mangiato con suo padre” (se tu hai, un giorno, condiviso il cibo di qualcuno, non maltrattare suo figlio: dagli da mangiare, ricevilo a casa tua in ricordo del padre che ti ha aiutato.

Accogli generosamente i figli dei tuoi vicini, che la tua porta sia sempre loro aperta e la tavola ospitale. Quello che tu hai ricevuto gratuitamente (le tue qualità personali, le tue conoscenze, ecc.), donale gratuitamente; fanne approfittare anche gli altri). Si sospende alla corda un pezzo di colocase (erba commestibile) secca (ha un sapore acre e non può essere consumata prima di averla bollita diverse volte. Se non è cotta bene, i commensali ne gettano alcuni pezzi all’esterno; così l’orfanello viene a raccoglierli e si nutre. Quindi se non hai nessuno per darti dei buoni consigli, avvicinati a un padre occupato a darli ai propri figli, per poterne approfittare anche tu. Quando gli anziani parlano di affari del clan, quando i responsabili commentano gli avvenimenti, quando gli uomini politici discutono degli affari di Stato, tendi l’oreccjio e approfittane di quello che ascolti).