Il tempo degli apprendisti stregoni

Il tempo degli apprendisti stregoni

Dirigente Scolastico Michele Cirino
Nell’evoluzione (o involuzione) politica in Italia e nei nostri territori decentrati amministrativamente sono passati la sinistra, il centrosinistra, il centro, il centrodestra, la destra; si sono alternati prima i notabili (i vecchi feudatari) poi i medici, quindi i tecnici: gli ingegneri e geometri per finire agli imprenditori.
In parlamento prima i partiti poi le nomenclature per finire alle derive populiste.
Eppure da molti anni le vicende politiche sono dominate sempre dalle stesse logiche, dall’ancien regime. La sclerosi del
mondo politico, le sue involuzioni, lo stato comatoso sono evidenti eppure a ogni consultazione elettorale i cittadini vanno alle urne per confermargli la loro delega. La vecchia nave è malconcia, quasi distrutta eppure continua a galleggiare. Nonostante ciò gli ideali negli anni non sono mancati (vedi il movimento del ’68 e le spinte movimenti ste degli ultimi anni. Ma perdono, tuttavia quota, addirittura vengono riformulati in direzione di una loro garanzia rassicurante e incanalati a livellarsi verso la quotidianità. Si può dire che lo Status quo vada bene a tutti, che la questione morale e la questione amministrativa siano per tutti secondarie.
La scarsa trasparenza comunicativa ha fatto il resto favorendo in primo luogo la perdita graduale della tensione verso esperienze soggettive.
La classe politica ha un’enorme grande merito quello di trasformare prima del fatidico appuntamento i fallimenti in successi, i pozzi senza fondo in nuove sorgenti.
La moda dell’ultima ora poi è ancora più strana: tutti gettano i loro sassi nello stagno senza curarsi di sapere dove finiscono le onde. Ognuno ignora le proprie responsabilità e se la prende con gli altri mentre la logica vorrebbe che ognuno sia destinato a prendere posizione anche dinanzi a ciò che egli stesso si è costruito. Di fronte alle esigenze della collettività e alle problematiche generali si ricade nei nominalismi, nei vaghi populismi nei vuoti moralismi. Oggi si ha l’impressione che la stessa classe politica sia relegata ad un ruolo di. mediazione secondaria mentre le sorti del paese sono governate sempre più dal potere economico.
La politica diventa una democrazia senza sacralità, per certi aspetti rozza, basata sul rimescolamento del nuovo più che su un pensiero politico. Un modo e una concezione politica situata metaforicamente nel limbo: né inferno, né paradiso. E’ il tempo degli apprendisti stregoni, di coloro che credevano di essere bravi maghi, bravi stregoni ma, invece, hanno innescato nell’aria magie pericolose che non riescono più a dominare.