Giulio Caso
Credo nella prevenzione.
Spesso, all’avvicendarsi, sempre più frequente, di “disastri ambientali”, si dice, si scrive, si pensa ad eventi inaspettati e imprevedibili.
Non sempre è così.
Forse la prevenzione non è il nostro forte, forse, a volte, facciamo come lo struzzo mitologico che nasconde la testa nella sabbia.
A Campo Bisenzio, in poco tempo, due milioni di metri cubi d’acqua.
Siamo a Firenze. Alluvioni, esondazioni … vi ricorda qualcosa? , o non vi ricorda niente.
Certo facendo, per tempo, opere di prevenzione, non si sarebbero eliminati i danni, ma attenuati si!
Poi anche quando si è cercato di valutare le possibili conseguenze di un evento, come la frana del Vajont, anche tecnici di valore hanno sbagliato alla grande. Valutarono l’onda del lago, al precipitare della frana, in poche decine di metri, invece superò i 200 metri.
Cosa fare.
Bisogna adeguare in crescita permanente gli standard di sicurezza.
Se la “luce o sezione” consigliata sotto ad un ponte è di 18 mq. , appena possibile aumentarla. Se la distanza  consigliata, naturale, ai lati di un fiume è di 10 metri, va gradualmente aumentata. Non rinnovando costruzioni fatiscenti o con fondazioni esposte, magari vicino ad alvei o dirupi, evitando impermeabilizzazioni e parcheggi auto ai lati delle sponde dei fiumi e torrenti
Sono solo cenni su cose da farsi, che, oramai, tutti sanno. Che nessuno fa.