Personaggi africani: il politico

Personaggi africani: il politico

Padre Oliviero Ferro

A volte, si ha l’impressione che il POLITICO, più o meno, sia uguale in tutte le parti del mondo. Generalmente parte con le buone intenzioni di fare il bene del popolo, ma poi, si perde per strada, quando entra nell’ingranaggio di un partito. Allora c’è il rischio che le buone intenzioni rimangano un po’ in disparte ed entrino altre realtà (interesse personale, del partito, ricerca di amicizia importanti…). E l’Africa non ne è esente. Facciamo un esempio, tanto per capirci. In occasioni delle elezioni, sia amministrative (comunali, provinciali, regionali o nazionali) ci sono delle persone che decidono di candidarsi. Cominciano a preparare i loro progetti, i loro slogan per attirare i voti degli elettori. Magari si danno da fare per entrare in qualche partito sicuro (che li farà eleggere). Ma quasi subito cominciano i contatti, del tipo: cosa mi dai se mi candido con te e tu cosa farai per noi (ricordate la scena di Totò, ex bersagliere, candidato al parlamento che alla fine scopre di essere stato usato dal partito e smaschera i suoi “sostenitori”. Lui aveva chiesto di votare per lui “VOTA ANTONIO”. Ma poi si accorge che lo volevano sfruttare per i loro interessi e si è ritirato). Una delle cose che fanno pensare è il reclutamento di coloro che batteranno le mani durante il comizio. A loro viene promessa una maglietta, una bevanda (birra) e qualche soldino (tipo 1000 franchi, cioè sui 5 euro). Si svolge il comizio in cui si promettono mari e monti. Poi dopo le elezioni (sia stato eletto o no), le comparse, coloro che lo hanno applaudito, chiedono il compenso pattuito. L’aspirante candidato sparisce e restano senza niente, a bocca asciutta. Poi succede che si fanno le alleanze elettorali e si cerca di allearsi con il partito che ha vinto (quello del presidente; che magari è in carica da 10-20-30 anni e più) per avere qualcosa. Come dice il proverbio “chi sta sull’albero, butta i frutti a coloro che stanno sotto”. Verranno sfruttati fino a quando servirà, e poi abbandonati. Lui sarà contento e continuerà a “servire il popolo” o meglio “il suo giglio magico”. E la gente? Continuerà a lamentarsi che niente cambia e niente cambierà, anche perché ci sono alcune potenze mondiali interessate a sfruttare le risorse del paese e hanno bisogno di un presidente manovrabile (con la corruzione). Speriamo che le nuove generazioni riescano a rompere questo cerchio infernale, almeno ci speriamo.