Personaggi africani: il maestro

Personaggi africani: il maestro

Padre Oliviero Ferro

Mi ha sempre fatto impressione ascoltare un maestro che insegnava a tanti bambini in Africa. Soprattutto per la pazienza, la responsabilità di educarli e soprattutto aiutarli a crescere per un mondo nuovo. Sia lui, come quelli che insegnavano nelle scuole superiori, avevano tanti problemi da superare. Prima di tutto arrivavano presto a scuola. Chi poteva, si pagava il taxi (non avendo l’auto) o altrimenti a piedi. Poi c’era il problema di mangiare, comperare i vestiti, l’assistenza medica che non c’è (deve pagarsi le medicine, deve procurarsi un minimo di materiale didattico e poi… anche lui, come i bambini e i ragazzi, a metà mattina fa una pausa, mangiando quel poco che è riuscito a portarsi da casa. Da non dimenticare che lo stipendio è molto scarso (diciamo, più o meno, sui 200 euro mensili). E naturalmente dovrà anche pensare alla casa e se ha famiglia, a fare in modo che tutti possano avere il minimo indispensabile. Poi dovrà anche andare a coltivare i campi, e anche chiedere l’aiuto dei suoi scolari. Chi è impegnato in parrocchia, dopo la scuola (che finisce verso le tre del pomeriggio), andrà a fare catechismo o altre attività (non avrà avuto il tempo per il pranzo che non c’è: Lo farà, al ritorno a casa, alla sera, quando la moglie o qualcuno della famiglia l’avrà preparato al ritorno dei lavori nei campi). Oltre a tutto questo, non sempre i locali della scuola sono come si deve (il tetto in paglia o in lamiera, le finestre aperte ai quattro venti, la lavagna, attaccata al muro e dipinta di nero, i banchi o tronchi su cui siedono gli scolari. Si arriva anche a 110 per classe…). Però c’è la voglia di lavorare, di aiutare i ragazzi e per questo fa molti sacrifici. Verrebbe da dire che sono degli eroi. Poi ci sono anche i momenti di festa, sia a livello nazionale (festa nazionale, festa della gioventù),che le attività sportive con quel poco che si può avere. Ci si arrangia. Nelle scuole, sotto la responsabilità delle chiese, si riesce ad avere qualcosa di più attraverso i benefattori che mandano materiale sportivo e didattico. Non so come facciano a resistere a tutte le difficoltà, ma ci sono, anche nei villaggi più sperduti, perché tutti hanno diritto all’istruzione e loro sono quelli che ci mettono la faccia.