Proverbi Africani: l’amicizia

Padre Oliviero Ferro

Nella morale tradizionale africana, l’AMICIZIA deve essere considerata nel suo senso stretto di mutua benevolenza espressa in atteggiamenti, in atti di scambio di beni ed affetti. E’ possibile e vivibile soltanto tra persone uguali e degne di amarsi in funzione della loro bontà, senza aspettative di obbligatoria reciprocità o interessi. La saggezza insegna che le relazioni che si intessono soltanto in funzione del piacere, di interessi, dell’utilità, sono da considerare come forme perverse dell’amicizia. Si consiglia di usare la massima intelligenza e prudenza nella scelta degli amici, proprio perché l’amicizia si offre, si riceve, si rifiuta o si accetta. Poiché l’amicizia crea nuove alleanze e parentele, gli amici vengono integrati come componenti della famiglia.

L’amico, poiché è un secondo fratello, un nuovo membro della tua famiglia, è utile saperlo scegliere. E questo è molto importante in Africa, oltre alla famiglia allargata, qui la si allarga ancora di più con gli amici, che non sono più personali, ma di tutta la famiglia. Non sempre nell’amicizia c’è reciprocità. Così la pensano i Bamoun del Cameroun, dicendo “Questa è un’amicizia del piede e della mano”. Si capisce bene che il goloso e l’egoista hanno pochi amici. E’ l’amara constatazione dei Tutsi del Rwanda “Chi ha una grossa pancia, ha pochi amici”. Anche noi diciamo “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”: dalla scelta dell’amico, si capisce la persona. E’ quello che pensano i Peul del Senegal “Chi ti ha detto chi è il suo amico, ti ha detto la propria natura”.

Lo sappiamo tutti che la vera amicizia si vede nei momenti difficili, come ci ricordano i Mongo del Congo RDC, quando dicono “Chi ti dà un pesce nella stagione delle acque alte è un tuo vero amico”. Si vede anche questo che chi caccia via un amico, rischia di cacciarli via tutti. Insomma rischia che nessuno si fidi più di lui. E’ la constatazione dei Nkundo del Congo RDC “Manda via un pipistrello, tutti i pipistrelli scapperanno via”. Se un è un vero amico, non ci possono essere segreti. Gli Ngbaka del Centro-Africa così sintetizzano questa idea “Tra la buccia e la mela, non c’è frontiera”. Si parla spesso di amor litigarello, così è anche per l’amicizia.

Ci possono essere delle dispute, ma mai delle guerre. Perché “L’amico asciuga il sudore, non asciuga il sangue” ((Baoule della Costa d’Avorio). Quella che esteriormente sembra una vera amicizia, può nascondere un odio profondo, come dicono gli Ekondo del Congo RDC “E’ un’amicizia di acqua ed olio: l’acqua sotto, l’olio sopra”. Se io ho degli amici e l’altro pure, diventano nostri amici, come dicono i Batetela del Congo RDC “Gli amici del mio amico sono i miei amici”. E’ importante la scelta di un amico, ma non bisogna fidarsi troppo, perché, a volte, l’amicizia può tramutarsi in qualcosa di negativo, come ci dicono questi due proverbi. “La stregoneria non conosce padre” (Abbey, Costa d’Avorio) e “La cattiveria rovina la bontà” (Tutsi Rwanda).

Se uno è un vero amico, ti è veramente di aiuto, perché “il sentiero che cerchi ti viene indicato dall’amico” (Hutu, Rwanda). Ed è quello che tu devi frequentare, come dicono i pastori Tutsi del Rwanda “Le vacche si leccano perché si conoscono”. L’importante, non solo in Africa, ma anche da noi, è coltivare l’amicizia con i vicini di casa, perché “Gallina e uomo entrano dalla stessa porta”. Avendo un amico, si arriva a sapere tutto della sua vita. Così dicono i Bassat del Togo “Chi serve un ammalato, sa come egli dorme”. Alla fine “chi non ha chiusura alla porta, non ha nemici”. (Tutsi, Rwanda)