Napoli: Covid-19, virologo Giulio Tarro contro “Il virus della paura”

Rita Occidente Lupo

“Il Covid-19 lo teniamo sott’osservazione con maggiore serenità, rispetto a mesi addietro, allorquando incerte le terapie per debellarlo.” Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, disteso e sereno nel trattare della pandemia, della quale ha fatto oggetto di spiccata attenzione nel suo libro “Il virus della paura”. Allievo di Sabin,noto al grande pubblico alla fine degli anni ’70 per il ruolo avuto nell’affrontare il cosiddetto male oscuro che colpì Napoli in quegli anni. I suoi studi, costanti, avendo alle spalle il primariato di virologia presso l’Ospedale Cotugno dal 1973 al 2006, nonché la Direzione del Dipartimento dei Servizi Diagnostici dell’ospedale dal 2003 al 2006,per cui fu proclamato Primario Emerito del nosocomio.

Conduttore di progetti diagnostici e terapeutici durante l’epidemia di colera in Italia del 1973, nonché su epatiti ed AIDS, e più recentemente anche su SARS, influenza aviaria e suina, ha sempre guardato alla pandemia da Coronavirus con note non fosche. Anzi, proprio contro il panico generale ha cercato di stemperare fobìe, per evitare che le difese immunitarie potessero calare per la psicologia compromessa. Alla vigilia della stagione influenzale e dell’annuale campagna vaccinale, Tarro non distoglie da tale profilassi, ma avverte che per quanti non v’ avessero mai fatto ricorso, non antidoto al Covid-19, anzi favorevole al virus al 36%. Sugli altri vaccini specifici aggiunge: ”

Allo stato attuale mi attengo alle disposizioni dettate dall’OMS: 18 mesi previsti per poter mettere in campo il vaccino antiCovid-19. Anticipazioni attuali, come quello russo già in campo, mi lasciano perplesso, in quanto vedo un’accelerata, priva di sicurezza, per carenza di tempi tecnici. Pertanto non sicuro. Se poi parliamo di quello cinese, riservato all’Armata Rossa. Altri, che stanno venendo fuori dai laboratori americani, ancora in sperimentazione. Quello che in casa nostra, l’anglo-italiano, dallo Spallanzani, sta facendo rumore, ha già creato contro indicazioni e problemi. Pertanto non m’interessano sperimentazioni che non abbiano superato la prassi prevedibile, in quanto un vaccino dev’essere efficace e sicuro. Solo quando esiste tale binomio, antidoto.

Il quadro attuale epidemico presenta un rincaro di casi asintomatici, che fa andare a ritroso, nei giorni del lockdown. Ma esiste una profonda differenza. I casi gravi, che richiedono la rianimazione, non asintomatici. In terapia intensiva contiamo attualmente, fortunatamente, poche persone, spesso affette non da Covid-19, ma da altre patologie. Inoltre va ricordato che gli asintomatici non dovrebbero esser in Ospedale: molti hanno già sviluppato gli anticorpi. Pertanto non va creato allarmismo, per giustificare decisioni politiche e prolungare lo stato d’emergenza con restrizioni, che aggravano la crisi socio-economica europea. Sfatiamo anche le false convinzioni che ci si possa riammalare di Covid-19: certamente, se non si sono sviluppati gli anticorpi, ma un po’ difficile. Data la massiccia presenza di casi positivi, stiamo giungendo ad un’immunità di gregge, ma ciò non toglie che dobbiamo continuare a non abbassare la guardia precauzionale: mascherina in luoghi chiusi e distanza sociale, evitando assembramenti. Mascherina in luoghi aperti, inutile! Proprio nei giorni scorsi sono stato coinvolto dall’OMS in una conferenza sul web, con i maggiori esperti mondiali di pandemia ed ho dichiarato che oggi il Coronavirus ha perso l’aggressività iniziale e la Medicina s’avvale anche dell’efficace sieroterapia per curare i contagiati, come di altri farmaci che ben rispondono. Quindi guardiamo al futuro con ottimismo, convinti del momento transitorio.”