Conosciamo i Balega (Congo Rd): il vecchio e il giovane

padre Oliviero Ferro, missionario saveriano  

In un villaggio abitano due famiglie, l’una in cima e l’altra in fondo al villaggio. Là in alto abita un vecchio, Kazamwali, con la sua vecchia, Kabisuba, e sono felici sapendo che tutti i loro figli e figlie sono sposati e vivono bene nelle rispettive famiglie. Dall’altra estremità, vive una giovane famiglia: papaà Kele, mamma Masoka con due bimbi. Un giorno Kazamwali va a trovare Kele e gli propone la sua amicizia:”Viviamo qui come due estranei, se vuoi, potremmo diventare dei buoni amici, aiutarci nella caccia, così che ciascuno dia il meglio di sé per il bene delle nostre famiglie”. Il giovane accetta con entusiasmo e fissano il giorno di andare nella foresta assieme. Quel lunedì, partono insieme armati di tutto il necessario per piazzare il più gran numero possibile di trappole. Arrivati, si dividono il posto e ciascuno parte per il suo segreto lavoro. Terminato tale lavoro, si ritrovano insieme e tornano a casa. Dopo tre giorni, di buon mattino ritornano al posto convenuto e ciascuno passa in rassegna le trappole per vedere se ha preso qualcosa. Kele, più svelto, in un’ora ha già girato le sue trappole, ma, per somma disdetta, non ha preso neppure un porcospino. Quel povero giovane è disperato, perché a casa l’attendono parenti e amici, venuti a trovarlo e faceva proprio conto di un buon risultato per una buona accoglienza. Il vecchio, dal canto suo, passa piano piano da una trappola all’altra e trova una selvaggina, poi un’altra, e ancora un’altra, quindi una quarta, una quinta, una sesta, fino a sette. Il giovane papà, vedendo ciò e preso da grande invidia, pensa addirittura di eliminare il povero vecchio. Ma l’anziano, come se avesse letto nei suoi pensieri, dice al giovane:”Non perderti d’animo, io non ho che la mia vecchia, quando le porto una selvaggina a pressappoco, lei sarà felice. Non val la pena di rovinare la nostra amicizia e la nostra armonia per così poco. Guarda, io mi tengo questa e le altre sei sono per te, sono tue”. Il giovane, commosso da tanta generosità, abbraccia il vecchio esprimendo tutta la sua riconoscenza. Preparano la cacciagione, il giovane mette tutto in una grande gerla  e ciascuno prende la sua strada per il rientro. Dopo solo cento metri, il giovane pensa: ”Senza che io glielo chiedessi, egli mi ha dato spontaneamente sei delle sue selvaggine, se io adesso lo raggiungessi, dicendogli che gli ospiti sono più numerosi del previsto, facilmente mi darà forse anche l’altra”: Depone la gerla e di corsa raggiunge Kazamwali: ”Un ragazzo è arrivato da casa dicendomi gli ospiti sono più numerosi del previsto. Se potessi ancora aggiungere qualcosa…”. Il vecchio, davanti a tale domanda, diventa triste e profondamente scosso, rispose al giovane: ”Se te ne do anche solo metà dell’unica rimasta, mia moglie mi prenderà in giro, chiedendomi se nella trappola ho trovato solo metà bestia, ma poco importa, tu ne hai bisogno e prenditene pure la metà”. Il giovane se ne va contento, ma…Dio che ti da sei giorni per le tue necessità, il settimo lo vuole per sé, e tu…