Cambiare l’Italia per non morire d’Italia

Giuseppe Lembo

La causa scatenante del malessere italiano a 70 anni dalla Costituzione promulgata a Roma, palazzo Giustiniani, il 27 dicembre 1947, è nella profonda crisi italiana dell’insieme italiano.

È nel tradimento italiano dei valori a base della nostra Costituzione Repubblicana, con il popolo dalle forte radici identitarie e dall’animo ricco di valori italiani, così come scritti nella Costituzione, garanti i padri costituenti ed una classe politica responsabilmente attenta e rispettosa del popolo con un saggio insieme governanti/governati; un insieme di rispetto, di solidarietà e di tanta, tanta italianità condivisa, guardando al Futuro italiano, il frutto dell’impegno d’insieme di tutte le diverse anime e diversità italiane.

L’Italia repubblicana, protagonisti gli italiani, ha funzionato e bene, nel corso dei decenni di grande e saggio impegno italiano nel “nobile” periodo italiano della Prima Repubblica, un tempo italiano attivamente utilizzato dall’insieme italiano, per costruire l’Italia.

Quest’età magica di grande sviluppo italiano, si è andata esaurendo per quella falsa italianità nuova, tristemente attenta al solo egoistico fare dell’avere-apparire e gravemente indifferente al Mondo ed ai valori dell’ESSERE IN DIVENIRE.

Quest’Italia, deviando il suo cammino ha cercato, facendosi male, percorsi sbagliati ricercando poco solidalmente il saggio insieme italiano. Tanto, soprattutto, da parte del Mondo della politica e dell’economia, sempre più senz’anima, alla sola ricerca di poteri e privilegi, pensando solo a se stessi. E così la saggia Italia pensata dai Padri Costituenti, ha abbandonato la sua anima costituzionale ed i suoi saggi capitoli, presupposto e base del Nuovo Italiano.

Un Nuovo tristemente cancellato dal crescente potere dei privilegi italiani, rappresentato da un Mondo politico senz’anima, indifferente alla Carta Costituzionale ed ai suoi principi finalizzati alla crescita italiana, con il popolo insostituibile protagonista di Futuro italiano; di protagonismo italiano fatto di democrazia e di saggia partecipazione italiana.

La grave crisi italiana dei giorni nostri, a 70 anni dalla promulgazione della Costituzione italiana è nella cancellazione di quella umanità d’insieme che ne rappresentò saggiamente le sue risorse generatrici, fatte di umanità italiana assetata di Futuro.

Era questa, una condizione completamente diversa rispetto a quella dell’italianità dei nostri giorni che, facendosi male, si nega tristemente al Futuro che, così facendo, diventa Futuro negato; Futuro disumanamente cancellato.

Povera Italia nostra! Questa tragedia italiana si è consumata, facendo un male da morire al Futuro italiano, nel breve tempo dei 70 anni della Costituzione italiana, oggi tristemente una Costituzione di Carta, con grave danno per il Futuro del nostro Paese che la politica ha reso Futuro negato.

Un Futuro cancellato con gli italiani orfani dei valori costituzionali che saggiamente i nostri Padri costituenti avevano pensato per l’Italia presente e futura.

Tanto, per le tristi condizioni umane, sociali, economiche, culturali e dai valori cancellati, che hanno azzerato la grande anima italiana, risorta a nuova vita, dopo le gravi sofferenze di un falso percorso di umanità disumana.

Un’anima rigenerata e protagonista di un Mondo Nuovo, così come nelle radici e nei valori soprattutto della Prima Costituzione che riguarda i Diritti ed i Doveri dei cittadini italiani, oggi orfani dei valori costituzionali e tristemente negati al Futuro.

Tanto, purtroppo, è non per sola pretestuosa contrapposizione valoriale, ma per le condizioni tristi in cui è stata ridotta l’Italia nostra dai “Diritti” umani e sociali sempre più negati e cancellati e dai “Doveri”, cancellati dagli italiani, indifferenti al Futuro che, dopo 70 anni, diventano un “Non valore italiano”, ad un punto tale da dover gridare con tutta la forza dentro, un “Povera Italia Nostra”, assetata dai Diritti (negati), ma indifferente ai Doveri, costituzionalmente considerati insostituibile risorsa per il Futuro italiano.

Purtroppo, gli italiani dismessi, hanno poco saggiamente smesso di riconoscersi nel loro vangelo laico di vita quotidiana, dismettendo le umanità dismesse degli italiani che, non credendo più a niente, si negano tristemente al Futuro, fatto sempre più del NIENTE ITALIANO.

Il nostro Futuro italiano è da “insieme costituzionale”. Per vivere saggiamente di umanità condivisa e credere in un saggio Futuro d’insieme italiano anche per quelli che verranno, dobbiamo credere nel mondo italiano a chiare lettere segnato negli articoli della Costituzione.

Ci serve e sempre più, da buoni italiani, credere nell’art. 1 che ricorda a tutti NOI “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul Lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Continuando a percorrere i punti di saggia immersione nella Costituzione e ciò rappresenta per il presente e soprattutto per il Futuro di un saggio insieme italiano, mi sembra assolutamente saggio e giusto ricordare la sacralità dell’art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità”. Ed ancora, l’art. 3 “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge” e l’art.9 “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica”. L’art. 11 “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa degli altri popoli”. L’art. 13 “La libertà personale è inviolabile”. L’art. 17 “I cittadini hanno diritto di unirsi liberalmente”. L’art. 18 “I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente”. L’art. 21 “Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola”. L’art. 29 “La Repubblica riconosce i diritti della Famiglia come società naturale”. L’art. 32 “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”. L’art. 34 “La Scuola è aperta a tutti”. L’art. 35 “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni”.

Che meraviglia di pensiero e di saggezza italiana. Non possiamo cancellarla e tanto meno farne a meno!