Sud Italia: quale futuro?

Giuseppe Lembo

Il Sud, unitamente a gran parte del Paese, è sempre più senza Futuro. Si vive tristemente, con grande indifferenza per il Futuro. Si vive nell’incertezza diffusa in un presente dal fiato corto, che non permette a nessuno di sapere cosa accadrà domani; un domani sempre più senza certezze e con una casta consolidata nella mediocrità diffusa, fortemente responsabile del non-cambiamento e del mancato sviluppo del Sud, mancando, per questi obiettivi  di grandi spiriti che, come ci ha lasciato in eredità Albert Einstein nel suo saggio pensiero “I grandi spiriti hanno sempre incontrato violenta opposizione da parte delle menti mediocri”, sono assolutamente necessari per costruire saggiamente insieme un Futuro umanamente nuovo e condiviso.

Tanto è nelle triste caratteristiche del Sud per egoismi di potere, al fine di consolidare a vita, la “professione del politico a vita”, forte del potere mediocre, gestito a proprio uso e consumo.

Che fare, per salvare il Sud d’Italia e del Mondo, sempre più tristemente abbandonati a se stessi? Sinceramente, non giova starsene a guardare, con le braccia conserte.

Occorre e da subito, agire e reagire, sporcandosi le mani e mettendo in movimento i cervelli con idee d’insieme nuove e creative che innovando, nello spirito della tradizione, possano creare condizioni di un Mondo Nuovo; tanto, per evitare che il Sud muoia e diventi sempre più in Italia e nel Mondo, una parte importante di solo Futuro negato.

Per un Nuovo Sud, per un Sud umanamente cambiato, occorre e da subito, inventarsi diffusamente una sua dimensione umana e territoriale da protagonista.

Occorre, per questo, un Sud cambiato, capace di crescere, innovando e creando. Un Sud “creativo”, capace di vivere di Sud, guardando saggiamente al Futuro; ad un Futuro che, se non si percorre questa strada, diventa sempre più, Futuro negato.

Occorre una condizione umana e territoriale capace di crescere di Sud; tanto, affidandosi alle sue risorse naturali, artistiche, paesaggistiche, enogastronomiche, culturali e dei saperi legati al mondo dell’ESSERE, un patrimonio italiano, materiale ed immateriale, oltre che del Sud, se ben utilizzato, può garantire a partire dal Sud ed all’Italia, un Mondo Nuovo; Nuovi percorsi di vita, di territorialità e di umanità.

Sono risorse importanti per il Futuro del Sud e dell’Italia; sono risorse che se ben utilizzate, possono garantire al Sud quello sviluppo che, purtroppo, non ha e che gli viene negato in uno con quello italiano, da chi ha costruito, facendosi e facendo male, lo sviluppo che non ha.

Lo sviluppo che, purtroppo, non ha per colpa di chi strumentalmente, ne ha fatto un mondo italiano tristemente assistito e senza Futuro.

Gli scenari meridionali sono scenari di un Mondo senz’anima che, facendosi male, è rimasto indietro, negandosi al Futuro.

Un Futuro che non ha e che oggi, come non mai prima, gli viene sempre più negato; che gli viene sempre più cancellato. Purtroppo e qui aumenta il senso di tristezza, il Sud in cui viviamo e di cui parliamo, con tanta sofferenza nel cuore, è un Sud gravemente confuso e schizzofrenico.

È un Sud, parte di un’Italia altrettanto confusa e schizzofrenica, con una politica delle idee e delle idee del fare, cancellata da un Potere Unico senz’Anima che lentamente, sta portando anche alla fine della Democrazia e di un Futuro italiano sempre più cancellato; sempre più negato.

Le condizioni del Sud sono veramente gravi; gravi come le più diffuse condizioni italiane.

Siamo a scenari di luci ed ombre, più luce che ombre che rendono il Sud sempre più dal Futuro compromesso, per la sua identità umanamente in crisi, a causa di tanta diffusa sofferenza e di un’enorme portata conflittuale che cova dentro gli animi intristiti della gente che non crede più a niente ed a nessuno.

Perché tanta sofferenza meridionale? Soprattutto e prima di tutto, per uno Stato che non c’è e/o che ha orientato la sua presenza a percorsi compromessi di un potere fatto di potentati e di burocrazia territoriale che non ha mai pensato di sviluppare il Sud; tanto, per evitare di perdere potere e privilegi, in uno con i tanti poteri e privilegi, da troppo lungo tempo, un male italiano da cui è assolutamente difficile guarire.

Il Sud pur essendo la Terra della grande bellezza e del grande patrimonio culturale, tristemente abbandonato a se stesso, rappresenta in sé una grave maledizione che niente e nessuno ha saputo cancellare. Nessuno ha saputo cancellare, eliminandone i suoi scenari disumanamente tristi e ridando al Mondo meridionale, dignità umana e sviluppo.

Tanto, non è risuscito neppure a Carlo Levi, che ha saggiamente raccontato il paesaggio di umanità e di radicamenti di un Sud sofferente, con le sue caratteristiche di sempre da “Maledetto Sud”.

Siamo ad una maledizione unicamente antropica di cui la gente del Sud d’Italia e del Mondo, non è riuscita mai a liberarsi ed a cancellarla, dando un nuovo corso di vita al Mondo Meridionale; un nuovo corso di vita assolutamente necessario per liberarsi dalla condizione scomoda di crocifissi, recuperando la tanto attesa resurrezione ad una nuova vita e ad un nuovo Mondo che non deve e non può più oltre, essere negato ad un Sud che, tristemente muore nell’indifferenza, di Sud maledetto.