Progetto Campania

Giuseppe Lembo

Per il futuro della Campania occorre attrezzare politiche di sviluppo, partendo dai territori e dalle tante risorse di cui dispongono.  Occorrono politiche innovative  e tecnologicamente avanzate, per uno sviluppo autocentrato e partecipato con le idee condivise dei tanti campani che, con le loro intelligenze possono trovare un insieme giusto, creando il tanto atteso cambiamento e sviluppo. Tanto, utilizzando un Progetto Campania, ricco di progetti (le start-up) umanamente significative per il nuovo campano. Si tratta di un nuovo assolutamente necessario se non vogliamo continuare a fare male alla Campania che, così facendo, andrà sempre più a fondo e sarà sempre più una regione negata al futuro, con fughe crescenti ed inarrestabili di braccia e soprattutto di cervelli ed una qualità di vita sempre più bassa. Cui prodest? A chi giova fare male ad una Terra che potrebbe essere veramente bella da vivere, se avesse un fare umano più attento all’uomo, più saggio nel considerare il futuro ed il come costruirlo, nel rispetto umano di tutti e con tante, tante idee condivise? I sogni della grande bellezza, è bene che li facciano poetando e li trasmettano alla gente i poeti che sono la grande ed assolutamente necessaria anima viva dell’umanità dei grandi sentimenti umani. Oggi, ovunque nel mondo ed anche da Noi in Campania, l’homo faber in uno con l’homo sapiens devono essere insieme agli altri, costruttori di futuro; deve aiutare l’altro a camminare insieme in un fare condiviso da Io/Noi. Tanto, è assolutamente necessario per un mondo nuovo; tanto, è assolutamente necessario per una Campania nuova che, da Regione Cenerentola e dal vivere senza qualità ha, volendolo, tutti i necessari requisiti umani e territoriali, per diventare una Regione leader in Italia e nel mondo, aprendosi ad un grande futuro possibile. Tanto, perché lo può! Tanto, perché ha una grande risorsa di saperi, nel pensiero antico dell’ESSERE parmenideo, patrimonio del mondo che, se ben utilizzati e saggiamente arricchiti con i saperi socratici legati alla saggia conoscenza di se stessi e ad un fare maieutico che può trasformare, conoscendosi, l’uomo singolo ed isolato con scarse possibilità, in un saggio essere umano, con alla base una forte relazione interumana ed un’assolutamente necessaria collaborazione fra gli uomini; tanto al fine di costruire un’umanità campana, come eredità di insieme, partendo dai valori dell’Essere parmenideo e dal saggio impegno, da parte di ciascuno di Noi, per un non facile, ma assolutamente necessario cammino umano con l’Io che diventa Noi.  Un Noi del pensiero e del fare, per un mondo umanamente nuovo anche in Campania, con una sua grande ricchezza materiale ed immateriale che ne rende volendolo saggiamente, possibile il cammino, prima di tutto umano, al fine di una feconda ed attiva interazione umana della gente campana, da cui partire per il nuovo campano. Attraverso la progettazione del nuovo possibile, si può dare alla Campania un futuro assolutamente possibile. Un nuovo, partendo dal turismo, richiamando nuovi flussi; tanto è possibile promuovendo l’immagine turistico – culturale della Campania nel mondo. Tanto è possibile pensando ad interventi umanamente necessari per il territorio, per l’ambiente, per i borghi antichi che, sempre più abbandonati a se stessi, da Paesi dell’anima, sono ormai diventati Paesi senz’anima. Il futuro possibile della Campania, oltre a tutto questo, va pensato in modo autocentrato (le start-up sono un saggio strumento di progettazione innovativa), considerando con la dovuta attenzione le risorse campane disponibili sui territori e spendibili per lo sviluppo possibile. Tra queste, oltre ai borghi antichi, c’è da prendere in considerazione i saperi campani, unitamente ai beni culturali ed ai sapori che da dimenticati ed indifferenti, possono riprendersi quell’anima perduta, attraverso il pensiero innovativo e le tecnologie non invasive che possono essere utili per lo sviluppo del territorio campano, promuovendo nuovi percorsi formativi, con un saggio recupero del mondo scomparso dei vecchi mestieri, parte di un’anima campana del passato che potrebbe essere utilmente funzionale anche al nuovo campano, per un mondo nuovo che potrebbe riportare la Campania nel mondo, come regione principe, di un’Italia non più Cenerentola d’Europa e del mondo.