Frammenti di idee in cammino- l’uomo ed il suo tempo

Giuseppe Lembo

I cambiamenti nella condizione umana in un libro e nel pensiero della sociologa americana Camille Paglia. L’umanesimo ha ancora un significato? L’uomo sa convenientemente rapportarsi agli altri uomini della Terra? Si parla poco; si parla sempre meno. Siamo in piena era dei social media; da questa nuova condizione umana ne usciamo, purtroppo, con le ossa rotte.

Nel mondo soprattutto le nuove generazioni non sanno più entrare in relazione tra di loro.

Al dialogo, al confronto, si preferisce il web ed un rapporto sempre più stretto con un mondo lontano che ha per protagonisti gli invisibili, compagni di viaggio soprattutto dei giovani che, in alternativa al dialogo con l’uomo in carne ed ossa, cercano, preferendolo, il dialogo con l’uomo invisibile dall’altra parte del web pronto a comunicare idee e forse anche emozioni.

Quali le conseguenze di un cambiamento epocale così sconvolgente e così lontano dalla normalità umana ormai circondata da un silenzio sempre più vergognoso, ma sicuramente funzionale ad una società dell’ipocrisia del politicamente corretto?

Tutto quello che succede e ci succede non succede e ci succede solo per caso.

È il frutto di decisioni occulte e forse anche di scelte da parte di chi distruggendo l’umanesimo e quindi le relazioni umane basate sul dialogo e sul colloquio, pensa di poter meglio gestire una sempre più fluida identità umana; un’identità fortemente mediocrizzata, assolutamente indifferente alla storia, alla letteratura e soprattutto all’umanità dell’altro.

Che succede nel mondo in cui viviamo? Di questo passo dove andremo a finire, se si sconvolge in modo assolutamente naturale l’identità umana già segnata da un percorso con alla base l’insieme umano basato sul confronto, sul dialogo come cammino solidale d’insieme.

Oggi c’è tanta confusione; ci sono tanti equivoci; c’è una crescente minaccia di sconvolgimenti che non promettono niente di buono, in quanto trattasi di sconvolgimenti pericolosamente ingannevoli che, per come si presentano, possono rappresentare l’inizio della fine.

Noi con il nostro tempo dobbiamo saperci convivere, senza farci travolgere dagli sconvolgimenti e soprattutto senza dimenticare la nostra umana appartenenza, il nostro fare contornato da un umanesimo che ci serve e serve anche alle generazioni che verranno.

Sono riflessioni, sono pensieri necessari per quel dibattito delle idee che deve tener vivo il rapporto passato-presente, affinché diventi anche futuro, dove non dovrà mancare di esistere il dialogo ed il confronto reale e non solo attraverso i social media che ci offrono sempre più gli invisibili, come angeli custodi, come compagni di viaggio di un’umanità che, così facendo, non essendo vera, ma fluida ed irreale, può diventare un grave danno per tutti, in quanto espressione di una società sempre più molle e sempre più relativista.

A spingermi a queste riflessioni è la scrittrice americana Camille Paglia con il suo libro di recente pubblicazione in Italia (7 novembre) “Seducenti immagini”. Un viaggio nell’arte dall’Egitto a Star Wars, con la traduzione di Biagio Forino, edito da Il Mulino.

L’attenzione di Camille Paglia insegnate dal 1984 dell’University of the Arts di Filadelfia, è per l’arte del nostro tempo che, a suo dire, soffre e non poco, di un’assoluta indifferenza umana ad un punto tale che, l’espressionismo astratto, è stato l’ultimo stile di avanguardia, in campo pittorico.

Dice, rammaricandosi di tanto che: “Nessun nuovo stile emozionante è emerso dopo la Pop Art, che ha ucciso l’avanguardia votandosi alla cultura commerciale”.

La cultura commerciale è il profondo rosso dell’arte, dell’umanità artistica, del pensiero e dei saperi umani che si sono andati sempre più appiattendo sull’esigenza comune di un assordante apparire assolutamente indifferente all’essere, ai valori dell’essere e ad un’umanità pensante di cui il mondo non può fare a meno, se non vuole annullarsi in quell’invisibile del solo apparire che rischia di creare una profonda e pericolosa frattura nel lungo percorso del sapere umano prodotto dall’uomo e per suo impegno, in continua evoluzione.

La rivoluzione digitale dice Camille Paglia, ha spianato la strada all’ignoranza globale dell’arte.

Ne consegue che l’arte, purtroppo, oggi non amata da tanti, rischia di essere cancellata; rischia di scomparire in un’indifferenza umana che, per come si esprime e per le gravi conseguenze che produce, è veramente criminale.

Non è possibile, non deve essere assolutamente possibile che tanto accada.

L’arte è una parte importante dell’uomo; per questo non può  non deve scomparire; l’umanità sarebbe veramente altro senza l’arte ed il bello che esprime con il suo messaggio di profonda umanità e di coinvolgente partecipazione umana che va da uomo ad uomo, o ancora oltre da una generazione all’altra.

L’arte, non solo l’arte, ma anche la cultura, i saperi ed il pensiero in generale è a forte rischio.

Il mondo dell’apparire, un mondo fluido e superficiale, molle e relativista, così com’è, vuole distruggere lo stesso uomo pensante.

La cultura e l’umanesimo che la rappresenta corre oggi dei gravi rischi di annientamento.

Quando ciò accadrà che ne sarà del mondo? Che ne sarà del futuro del mondo, se per colpa di una insipienza umana diffusa, si distruggerà la nostra cultura?

Pur non dovendo fermare l’ondata di cambiamento in atto, Camille Paglia la prima autrice americana a scrivere sul web, è fermamente convinta che non  bisogna fermare il cambiamento, purché si tratti di un cambiamento rispettoso di quell’umanesimo in cammino che crede nella centralità dell’uomo e del pensiero umano come motore del mondo.

I social media hanno purtroppo e da troppo lungo tempo ingombrato l’etere con futilità dannose all’uomo, al suo pensiero e soprattutto al suo ethos; così non va bene.

Di questo passo inevitabilmente si va verso un disastro senza ritorno.

Occorre contenere l’uso-abuso delle tecnologie; occorre ridare una più funzionale centralità all’uomo che non ha assolutamente bisogno di essere appesantito da eccessive tecnologie mediatiche che lo allontanano da una sempre più necessaria esigenza umana funzionale alla sua capacità di interagire e di esprimersi.

La sociologa italo-americana Camille Paglia, fortemente preoccupata per come vanno le cose del mondo, sempre più compromesso da un apparire che crea crescente indifferenza per l’essere, è convinta che ai giovani bisogna incominciare a dire dei no e che il mondo adulto si deve saper porre come riferimento certo per far riscoprire i valori di un’immaterialità umana nell’arte, nella letteratura, nella poesia e nella storia in particolare, trattandosi di valori senza i quali non si va da nessuna parte; senza questi valori fondanti per l’uomo, i social media non possono niente e non possono rimettere ordine al disordine umano che va travolgendo l’uomo e con l’uomo il futuro del mondo.

La cultura è assolutamente insostituibile per dare tutte le necessarie certezze all’uomo bisognoso di credere in un mondo nuovo forte non solo del sapere individuale ma anche universalmente inteso.

Oggi il mondo sempre più globale, si interroga ed a ragione, per capire quali siano le strade percorribili per un futuro possibile, considerate le complessità umane e le tante novità che riguardano l’universalità antropica degli uomini della Terra sempre più costretti a vivere in un profondo disagio avendo perse le certezze dell’ortodossia dogmatica ormai cancellate, con un vuoto umanamente assordante.

Tutto è in forte movimento. Che succederà alla Terra ed all’uomo che la abita? Un giorno ci sarà forse la fine dell’uomo in una con la fine della Terra, sempre più fortemente ammalata di uomo, che avendo ormai cancellato la sua differenza di genere, da uomo del tutto addomesticato, demonizza i mali del mondo di cui è umanamente colpevole, senza poi saper trovare le soluzioni possibili per uscirne.