Due bimbe, un unico Natale

Giovanna Rezzoagli

Il giorno di Natale da sempre è, o dovrebbe essere, il giorno in cui i bambini sono al centro delle attenzioni degli adulti. In omaggio a quel neonato che vide la luce 2011 anni or sono, tutti i piccoli sono idealmente nel “loro” giorno speciale. Così dovrebbe essere, ma come purtroppo accade spesso, così non è. In questo  giorno che anticipa la festa, due bimbe hanno calamitato un mio pensiero. La storia della prima è stata riportata dai principali organi di stampa mondiali, ed ha il sapore dolce delle favole a lieto fine. La bimba vittima dello tsunami del lontano 2004 che, dopo sette anni, ha ritrovato la sua famiglia, i suoi genitori che la credevano perduta per sempre, riaccende la speranza che, forse, dopotutto, a volte la realtà può diventare più luminosa della fantasia. Il lato oscuro della vicenda è dato dall’evidenza che la piccola, ora quattordicenne, per sette anni è stata sequestrata da adulti senza scrupoli che la sfruttavano per accattonaggio, se non per scopi più abietti. L’altra vicenda a Salerno non è certamente arrivata, non ha avuto un risvolto tale da essere conosciuta al di fuori dell’arida terra di Liguria. Tuttavia è una storia agghiacciante. Anche in questo caso la protagonista inconsapevole della storia è una bambina, di circa dodici anni. Per mesi, forse per anni, questa bimba è stata costretta a vivere come una schiava all’interno delle quattro mura che erano la sua casa, insieme ai genitori, madre naturale e padre acquisito, e a due fratellini più piccoli. A differenza dei fratelli, cui non veniva fatto mancare nulla e a cui non venivano lesinate cure ed attenzioni, alla bimba era riservato un trattamento allucinante: servire in tutto e per tutto i genitori, mangiare gli avanzi, dormire in un angolo, persino rimanere chiusa ore ed ore seminuda al freddo su di un balcone. Il tutto nell’indifferenza più fredda della temperata Rapallo. Solo una telefonata, e per di più anonima, ha permesso di alzare il velo di omertà che nascondeva ciò che era, di fatto, sotto gli occhi di tutti. Nessuno parrebbe aver visto, nessun vicino, nessun compagno di scuola, nessun insegnante, nessuno nessuno. La scuola frequentata dalla bimba è giunta persino, per bocca della dirigente, a dichiarare che “era stato fatto tutto il possibile”. Dire che è intollerabile è poco, eppure è così. In molti, nel Tigullio, si sono arrogati il diritto di giudicare la famiglia, certamente con gravissime responsabilità, sottolineando il fatto che si tratta di persone immigrate. Come dire: tra noi non succedono queste cose. Eccolo il punto amarissimo di una storia in cui il lieto fine non c’è e mai potrà esserci. “Tra noi” queste cose succedono, e la verità è data dall’evidenza che “questa cosa” è successa davvero. Ora un pietoso velo di silenzio è sceso sulla sorte di questa bambina, allontanata dalla famiglia, ed è giusto che sia così. Non deve scendere un velo di omertoso silenzio su chi ha visto ed ha fatto finta di non vedere. Le scintillanti luci che abbelliscono Rapallo in questi giorni di festa non possono scacciare l’ombra cupa di un’indifferenza che difficilmente potrà essere dimenticata. Eppure il Natale è giunto, infine, anche per queste due bimbe, e per tutti i bimbi di questo mondo, non importa di che colore è la loro pelle o a chi rivolgano le loro silenziose suppliche o i loro muti desideri: è Natale per tutti. Il Natale è uno solo, per ciascuno di noi.

2 pensieri su “Due bimbe, un unico Natale

  1. Ben tornata , Dottoressa Giovanna! Mi dispiace che si sia verificata la sua lunga assenza , ma ora eccoci quà di nuovo, e sono certo che ci allieterà per lungo tempo con i suoi magnifici commenti.
    Ho letto il suo articolo e lo condivido in pieno, però, visto che in questa beata serata tutti “gonfiano gli intestini” con mille leccornie e dovizie, sembra quasi inascoltato qualunque lamentela che riguarda la nostra struana società. Sono sicuramente fatti importanti. ma oggi è Natale , e il mio augurio è che ci godiamo questo giorno in santa pace.
    Auguri infiniti a quanti ci leggono ed un augurio particolare alla nostra cara direttrice e a tutto lo staff che ci permettono di usare questo spazio . Con un abbraccio sincero, saluto tutti i collaboratori e, soprattutto a quelli che mi vogliono sinceramente bene. Alfredo

  2. Colgo anche io la lieta occasione creata dal poter rispondere al Suo commento, carissimo Alfredo, per porgere i più cari auguri di Buon Natale a tutti. Sono, siamo tornati. Grati dell’accoglienza ricevuta. Tra tredici minuti al momento in cui scrivo è Natale. Io da anticonformista doc, penso che più che mai quando si ha la fortuna di godere le feste in compagnia di chi si ama, si debba porre un poco di attenzione verso chi questa fortuna non ha o non ha più. Una sorta di “Carpe Diem”, ma non in chiave egoistica, spero. Un Buon Natale non è dato dal rimpinzarsi a tavola, ma è soprattutto migliorar se stessi godendo del giorno prezioso. Ma, come ho detto prima, io sono sempre anticonformista, soprattutto nei pensieri.
    Buon Natale a tutti.

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