Anche questo è l’uomo, purtroppo

Giovanna Rezzoagli

“Il diavolo è un ottimista se crede di poter peggiorare gli uomini.” (Karl Kraus) Il celebre scrittore austriaco, vissuto tra la fine dell’ottocento e i primi decenni del novecento, se mai avesse potuto gettare uno sguardo verso i giorni nostri, avrebbe avuto conferma che la sua frase delineava un ritratto piuttosto preciso di ciò che per lui era un futuro lontano, per noi è il presente. Non c’è nessun bisogno di scomodare il diavolo con tutto il suo seguito di creduloni per giungere alla conclusione che l’essere umano se la cava benissimo da solo a raggiungere livelli di crudeltà e pochezza di spirito tali da superare le più ardite fantasie. Se mai ci fosse stato bisogno di ulteriori conferme di questa semplice evidenza, è sufficiente osservare a ciò che è successo nella vicina Serbia alla notizia dell’avvenuta cattura del criminale di guerra Ratko Mladic, generale serbo accusato di genocidio e crimini contro l’umanità, di cui si sarebbe macchiato durante la guerra nell’ex Jugoslavia tra il 1992 ed il 1995. Manifestazioni improvvisate nelle strade a sostegno di questo delinquente si sono infatti verificate in molte città serbe. Il “boia di Srebrenica” ha le mani lorde del sangue di migliaia di innocenti, colpevoli di essere bosniaci, di essere musulmani, lui che si ammantava di carisma sostenendo, tra le altre nefandezze, che “i confini si tracciano col sangue”. Quest’essere immondo, altro che il demonio, quest’uomo in carne ed ossa, che teorizzava lo stupro come “arma” per purificare la razza, lui sì reale incarnazione del male più cieco, ridicolizza qualsiasi visione o rappresentazione del diavolo frutto delle più patologiche fantasie. Ancora di più terrorizza l’animo di chi si sforza di guardare oltre i semplici fatti, l’evidenza di tanti esseri umani che ancor oggi inneggiano a quest’uomo. Queste immagini, queste, dovrebbero davvero incutere terrore e dare di che pensare alle nostre coscienze anestetizzate dietro all’ultimo scandalo del satiro di turno o dell’ultima escort di moda. In un mondo i cui confini culturali e sociali si fanno più labili in ragione di antropologiche spinte migratorie, invece di aprirci al dialogo ed all’incontro alziamo palizzate e muri ideologici. Se tutto ciò, agli occhi di chi guarda lontano appare travagliato ma pur sempre inevitabile, l’evocazione di quei famosi confini da tracciarsi col sangue, di fatto resuscitati dagli ultra nazionalisti serbi scesi nelle piazze dopo la cattura del “Napoleone” serbo, lascia poco spazio alla speranza di un futuro migliore per tutti. Il saggio Krauss aveva visto lontano e bene. D’altronde, finché ci saranno stolti a deresponsabilizzare l’uomo per i suoi istinti più turpi, attribuendo al un astratto diavolo colpe che solo nostre sono, altri Mladic verranno, in questo mondo disgraziato che grida vendetta per la sola evidenza di esistere.

4 pensieri su “Anche questo è l’uomo, purtroppo

  1. Carissima amica Giovanna,
    Siamo tutti contenti che, finalmente , Ratko Mladic , il “boia di Srebrenica” sia finito nella rete della giustizia sa cui avrà la pena che si merita. (menomale che non tutti i diavoli hanno le corna…) Ma bisogna anche notare che “I diavoli ottimisti “ ne esistono ancora tanti su questa martoriata terra, Non trascuriamo ciò che sta attualmente accadendo in Libia e in tanti altri Paesi del mondo. Non vi è ancora accordo tra le nazioni per fermare i fratricidi prima ancora che sorgono.
    Allora noi ci battiamo con voce assordante senza accorgerci che l’interlocutore ha le orecchie otturate…
    Come sicuramente avrà notato, fu proprio nel 1993 .che scrissi e feci pubblicare una poesia sulla martoriata Sarajevo .Gliela ripropongo, mentre la saluto con un abbraccio:

    SARAJEVO
    (1993)
    Mercato pien d’orrore e di barbarie;
    rissa tra gente, un tempo affratellata,
    pioggia di bombe, frammenti di granata;
    discordie fratricide e sanguinarie.
    Tetra loquela s’ode sulla Terra,
    a Sud del mondo, fino a Sarajevo
    invece a Nord si ciancia: – Io non sapevo
    di tanta crudeltà e ignobil guerra.-
    No, amici miei, non datevi ai bagordi!
    Pensate alle sevizie, a chi è percosso;
    ai vinti offesi fino giù ai precordi
    dell’alma, al plebe sgomentato e scosso,
    ai bimbi erranti, immersi nei ricordi:
    l’oltraggio al Musulmano e all’Ortodosso.
    AlfredoVarriale

  2. Ha fatto più che bene, carissimo Alfredo, a pubblicare a beneficio di tutti la Sua poesia. Nella quale, secondo me, ha colto lo sgomento dell’impotenza di noi tutti. Certo che di iavoli ottimisti ce ne sono, e non tutti sono famosi come Gheddafi, altri ben più vicini a noi che esaltano le diversità, inneggiano al disprezzo, odiano anche se magari s’illudono di essere nel giusto. Caro Alfredo, quanto scoramento, anche nello scrivere di notizie che so bene interessano poco, pur riguardondoci tutti, ben più di tante altre sciocchezze.
    Con affetto
    giovanna

  3. Cara Signora,
    come al solito il suo articolo si fa capire con prepotenza anche da chi ha la coscienza foderata. Un simile individuo meriterebbe per coerenza un processo lampo e una condanna come quella subita dal vertice nazista a Norimberga. Personalmente vedo quello di Norimberga più che un processo una vendetta. Un processo di vincitori sui vinti visto che in quanto ai crimini di Guerra Stalin non fu da meno. Credo sempre che un uomo morto non serva a nessuno ma un uomo lasciato in vita in condizioni di privazione e sofferenza sia di esempio: il male inscatolato notte e giorno in una gabbia di vetro e visibile in Rete a chiunque insegnerebbe molto di più che la forca. La vita lasciataa simile individuo diventerebbe peggiore della morte.
    Roller

  4. Gentile Roller, Lei solleva il dilemma che vige attorno alla pena di morte. E’ giusta? E’ sbagliata? Ognuno la pensa come crede, io trovo la pena di morte profondamente sbagliata. Prima di tutto la pena capitale non risulta essere deterrente dei crimini, inoltre può diventare un metodo comodo per eliminare anche persone scomode. Infine, quando la giustizia sbaglia, un morto non lo si può risarcire di certo, mentre le porte del carcere si aprono per i vivi. Detto ciò, trovo interessante la Sua idea di deterrente, tuttavia il mio scritto aveva l’intenzione di richiamare la sonnolenta e monodirezionale attenzione verso i rigurgiti nazionalistici che mai tramontano. Mladic è un delinquente che, forse, pagherà i suoi crimini, ma chi lo ha osannato vivrà sereno e tranquillo. Anche da noi dimentichiamo troppo spesso gli integralismi che arrecano solo ed unicamente danno.
    Cordialmente.
    Giovanna Rezzoagli

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