L’Italia che cambia: mutazione genetica a 360°

Giuseppe Lembo

Nel nostro Paese, a parte l’azzeramento di tutti i valori ideologici, c’è anche una profonda crisi dello stare insieme. All’insieme sociale, si preferisce sempre più l’isolamento, la solitudine, l’Io solitario ed indifferente a tutto ed a tutti. Siamo ad una crisi profonda dei valori necessari all’uomo sia come singolo, sia come insieme sociale. L’uomo non è buono per natura; l’uomo ha bisogno di forti e concreti riferimenti per rafforzarsi nella propria personalità, nei propri valori, nel proprio essere sociale. Occorrono, per tutto questo, dei riferimenti forti; occorre un principio di autorità in tutti i campi; dalla famiglia alla scuola, al lavoro. In mancanza, cresce il malessere sia individuale che sociale; crescono le distanze; cresce l’indifferenza umana. In tristi scenari di profonda solitudine, l’uomo si ritrova sempre più solo con se stesso. C’è da chiedersi. Che cos’è tutto questo?  C’è da riflettere a fondo. È crescita dell’uomo? È crescita allargata? È questo il nuovo? Sono questi i cambiamenti che ciascuno si attende dal nuovo che avanza? Di fronte ad una mutazione genetica a 360 gradi, sono tanti gli interrogativi; tutto questo è lì a pesare come un macigno. Il problema è l’uomo che non sa più ritrovare se stesso e ritrovandosi, riconoscere l’importanza dei valori e dell’etica, senza i quali è sempre più difficile vivere bene con se stessi ed insieme agli altri. Oggi siamo di fronte ad una profonda crisi esistenziale; una crisi che mette a nudo la fragilità umana e la crescente incapacità dell’uomo a conoscere se stesso e conoscendosi, conoscere anche gli altri, con i quali socializzare, umanizzare i rapporti antropico-sociali ed intessere una rete interattiva che si chiama umanità sociale, utile per vivere bene sia come Io sociale che come insieme sociale. Il presente è triste; è profondamente triste. Siamo l’espressione di una società perduta che fa la differenza rispetto ad altri tempi e ad altre realtà più umanamente e socialmente sane che, nel reciproco rispetto d’insieme, permettono alla gente di vivere e soprattutto vivere bene con se stessi. Siamo, purtroppo, uomini perduti, sempre più espressione e simbolo di un’”Italia perduta”. Il nostro Paese, la gente del nostro Paese, fortemente attenta a ricercare la felicità, nel ricercare per sé il piacere delle cose ed a consumarle sempre di più, indifferenti per il resto della specie umana; così facendo, non si accorge che va verso l’autodistruzione, per effetto di un benessere basato sulle risorse senza fine e su di un sistema di crescita basato sulla moltiplicazione folle dei desideri e dei consumi. Tutto questo pensiamo che sia illimitato; è di fatto limitato. Basare le attese di futuro e di sviluppo possibili, su basi assolutamente fuori dal reale, non porta da nessuna parte; di sicuro c’è, alla fine di una corsa folle verso una crescita impossibile, un risveglio amaro se non addirittura senza ritorno per la vita dell’uomo sulla Terra. È importante, quindi, riaprire gli occhi e come uomini responsabili, ravvedersi, seguendo, prima che sia troppo tardi, un diverso cammino umano, con alla base una diversa umanità aperta e non più chiusa verso gli altri esseri umani. L’uomo italiano deve ravvedersi e subito; il primo atto di un ravvedimento necessario al proprio cambiamento umano, deve discendere dalla consapevolezza che niente ha realmente valore oggettivo. Aveva ragione Shakespeare nella sua ultima opera “La Tempesta”, quando dice che “noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni”. Come tale, per ciascun uomo della Terra, il potere, la fame e la gloria, non sono altro che solo effimeri applausi degli uomini. Come evitare, antropoligicamente, il peggio in quest’Italia che cambia? Recuperando, in senso diffuso, la saggezza umana del singolo e dell’insieme sociale; con la saggezza umana, si possono recuperare anche i valori e quell’etica condivisa che serve agli uomini della Terra di tutti i tempi e di tutti i luoghi. Senza, c’è solo autodistruzione ed un accelerato processo della fine di tutto ciò che è umano e che l’uomo può conservare o distruggere, in base alla forte virtuosità dei suoi comportamenti e del suo modo di vivere insieme agli altri.