Salerno: Confidi, più garanzie, meno rischi

Aldo Bianchini

 “Ci preme l’efficienza organizzativa ma teniamo molto all’efficacia della nostra azione”, potrebbe essere racchiusa tutta in questa enunciazione la meritoria attività del Confidi di Salerno a favore delle tantissime aziende associate. Marcello Fasano, presidente del Confidi, con l’applombe di tipo anglosassone ha lanciato l’enunciazione di principio con molta sicurezza ed anche con grande umiltà, ben conscio dei successi che insieme ai suoi consiglieri ha saputo conseguire in un’annata davvero prestigiosa. Il Confidi di Salerno si attesta, difatti, al 10° posto in tutto il sud Italia, al 4° posto in Campania e al 1° posto in provincia. Non è un risultato da poco se si guarda al problema del credito per le aziende nell’ottica di una crisi globale devastante e del rapporto non sempre buonista con le banche. “Il Confidi –ha detto Fasano- è il sindacato finanziario delle imprese” e questa, scusate se è poco, è un’affermazione che non era stata mai sentita in giro, soprattutto nel mondo delle piccole e medie imprese. Forse è tutto qui il successo del Confidi, parlo di quello di Salerno che ha saputo darsi una struttura organica molto efficiente anche dal punto di vista della comunicazione alla quale il presidente Fasano riconosce un ruolo di grande importanza. Ed anche questo, amici lettori, se non una novità assoluta è quantomeno una presa di coscienza seria che tanti altri dovrebbero mettere in atto. Alle imprese occorrono meno rischi e più garanzie (come recita la brochure distribuita in conferenza stampa) per attenuare il rischio bancario che è ancora troppo alto e male disciplinato. L’accesso al credito e il suo processo complicato e difficoltoso è una delle piaghe aperte per le imprese ed è proprio in questo squarcio che il Confidi (almeno quello di Salerno) è riuscito a lavorare a fondo sostituendosi alle imprese per le attività preparatorie e materiali, producendo prima ancora del credito un sicuro beneficio per l’impresa in termini di completezza e di competitività dei progetti almeno sotto il profilo del tempo da dedicare alle operazioni bancarie. Se non si capisce questo non si capisce il perché del successo senza precedenti del Confidi di Salerno che, a mio sommesso avviso, nel corso della gestione Fasano è stato letteralmente stravolto e proiettato prepotentemente al centro dell’attenzione non solo della società civile ma anche della politica. E, forse, questo è l’unico rischio che oggi corre il Confidi di Salerno; dovrà ben guardarsi da questo rischio e dovrà lottare con tutte le sue armi per impedire qualsiasi irruzione della politica, quella politicante intendo, nel nocciolo duro dell’organizzazione. Il governo del Confidi, però, mi appare abbastanza forte e maturo ed altamente vaccinato per cadere alle prime lusinghe della politica; del resto le stesse parole di Fasano sono alquanto rassicuranti: “Siamo cresciuti oltre ogni rosea aspettativa. Credevamo che la recessione non ci avrebbe consentito di raggiungere i fatturati dello scorso anno e invece ci troviamo con un più 22%. Oggi, con la consapevolezza di essere diventati un punto di riferimento importante per il territorio salernitano, vogliamo aprirci alle altre realtà che seguono i nostri imprenditori. Vogliamo, dunque, camminare insieme, in una sempre maggiore e fattiva collaborazione con le Associazioni datoriali, tutte, nessuna esclusa, maggiormente con quelle che operano con zelo e rigore professionale per il bene comune delle imprese che seguiamo …. Finora abbiamo raggiunto quasi trenta convenzioni con altrettanti banche e abbiamo registrato anche un notevole aumento dei soci, che al 31 dicembre 2010, sono arrivati ad 860 realtà, di cui 230 nel settore dei servizi, 340 per l’industria e 290 nel commercio. Rispetto al 2009, poi, abbiamo notato un considerevole incremento delle garanzie emesse nei confronti delle aziende del territorio salernitano”. Su queste basi il Confidi di Salerno potrà camminare con relativa tranquillità sulla strada di nuovi successi.