Che tempo fa?

Ferdinando Longobardi

“Ci dica, Maggiore, che cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo week-end?”. La voce della conduttrice è cortese, lievemente pensosa, con tenui accenti di seduzione. E l’ufficiale dell’Aeronautica inizia a descrivere con dovizia di particolari la situazione meteorologica. C’è chi usa il gergo tecnico in modo didascalico (reti Rai), altri puntano a un linguaggio più divulgativo (reti Mediaset), altri si permettono qualche tentativo di humor (La 7), altri sfoggiano metafore improponibili, per cui dopo aver parlato di nebbie, precipitazioni, mari agitati, augurano in chiusura un’ottima giornata (Sky). Se esistesse un Tribunale della Semplicità degli Audiovisivi, volentieri sottoporremmo ad analisi la seguente espressione: “in data odierna non si segnalano significativi incrementi dei valori massimi della temperatura a fronte di un lieve aumento dei valori minimi” per sapere quanti effettivamente hanno capito che il tempo sarà mite. Per parlare di meteo in tivù stanno tentando varie strade: desta interesse l’iniziativa di La7 dove Paolo Sottocorona, spesso in maglione, a contrasto con divise militari e cravatte d’ordinanza, esorcizza gli dèi climatici con battute, aforismi, aneddoti, filosofeggiando con maliziosa ironia. Le altre reti hanno cercato di emulare questo tono antipaternalistico ma poi tutto si è risolto in un’attenuazione generale delle descrizioni troppo tecniche. Fra le poche eccezioni è rimasto il Colonnello Giugliacci a lanciare ponti deliziosamente improbabili fra la temperanza della natura umana e la temperanza delle condizioni atmosferiche, sfoggiando un sapere che viene riversato romanticamente alle masse anche dalle pagine patinate dei rotocalchi più diffusi. La visione più estatica che scientifica è, però, quella offerta dal satellite e rielaborata magicamente in 3D dal computer con segnali e icone grafiche accompagnati da musica arpeggiante. Una soluzione, usata ormai da tutte le reti – Rai compresa, celestiale, armoniosa, dove tu vedi dall’alto i profili e le increspature dello Stivale, partendo da quelle onde nuvolose e quei cieli delle Alpi, così azzurri che sembra di trovarsi proprio lì in mezzo. Poi la telecamera videografica inizia a scendere e, lasciando la panoramica, punta in basso partendo dalla Valle Padana fin sulle regioni basso-ioniche – che per fortuna possiamo vedere, altrimenti tutti si chiederebbero dove sono. Il video, a questo punto, si riempie di una segnaletica a tratti minacciosa e a tratti rassicurante, tra il realistico e l’ideografico.“L’Italia continua ad essere interessata..”, da molte cose, pensiamo, e non tutte sono rosee come l’aurora.