Edoardo Agnelli: l’ultima verità (3)

Aldo Bianchini

I sostituti procuratori di Salerno Alfredo Greco e Marcello Rescigno stanno portando avanti da tempo l’inchiesta “Pippo” per smascherare gli autori della distribuzione di bot e cct falsi per decine di miliardi di lire. Dalle intercettazioni telefoniche ed ambientali vengono a conoscenza che un medico torinese, tale dott. Graziani residente nel Principato di Monaco e medico degli Agnelli dei De Benedetti e dei principi Grimaldi, potrebbe essere il tramite per la messa in pratica di vastissime operazioni finanziarie (si parla di migliaia di miliardi di lire) tra l’Europa e gli Stati Uniti. Operazioni concordate a New Jork alla presenza del grande capo della mafia Niki Niki e diffuse poi in tutto il mondo; tavolo al quale si sedevano soltanto sette persone e tra queste sette anche il medico italiano e, addirittura, Joe Gambino che aveva necessità di essere salvato dal processo a suo carico. Stante alle intercettazioni Niki Niki avrebbe richiesto l’intervento della famiglia Agnelli (e forse di altre famiglie…) molto potente anche negli USA per via delle sue amicizie. Insomma l’incarico principale per il prof. dott. Maurizio Graziani doveva essere quello di coinvolgere nella vicenda il giovane rampollo della famiglia torinese, Edoardo. A questo punto gli inquirenti salernitani saltano dalle loro sedie, hanno messo le mani su qualcosa di veramente grande. Ma le intercettazioni non bastano, serve la prova regina. La polizia giudiziaria in quei giorni sequestra in un covo della camorra diverso materiale tra cui un’agenda (appartenuta ad un boss rifugiatosi a Montecarlo) nella quale c’è il numero di un’utenza sospetta; lo intercettano e scoprono che appartiene ad un ragazzo torinese che vive a Montecarlo. E’ il figlio del prof. Graziani che frequenta inconsapevole  la figlia del boss. Ecco trovato il nesso tra il medico, la camorra, il tavolo di New Jork e il figlio di Agnelli. E’ il 22 febbraio 1994 quando partono ventidue richieste di arresto. Il prof. Graziani si consegna direttamente a Torino e viene portato in schiavettoni a Salerno nel carcere di Fuorni. Non ammetterà mai alcuna responsabilità né coinvolgerà mai il figlio di Agnelli. Il Graziani, ovviamente, si difende a denti stretti e contesta l’ordine di carcerazione fino alla Suprema Corte di Cassazione. Corte che si riunisce, pensate, la mattina di sabato 9 maggio 1994 ed annulla il mandato d’arresto. La sera del sabato, senza che il provvedimento sia ancora giunto sul tavolo del pm Greco, intorno alle ore 21.00 sotto una pioggia battente il Graziani viene quasi letteralmente scaraventato in strada a Fuorni. E’ senza soldi e non ha potuto ritirare i suoi effetti perché l’ufficio carcerario è chiuso. Chiede un passaggio all’autista del primo pullman di passaggio; spiega la situazione e l’autista sorridendo ribatte: “Se Voi uscite dalla galera, io che dovrei dire!!”. In effetti il medico torinese ha un aspetto certamente signorile. Viene lasciato in piazza Ferrovia a Salerno dove chiede un gettone telefonico ad una ragazza. Chiama qualcuno, dopo pochi minuti arrivano due autovetture ed il “prof” sparisce tra le nebbie della serata piovosa. Si racconta che dopo poche ore raggiunse il valico di Ventimiglia dove neppure gli chiesero i documenti (che non aveva!!); passa la frontiera a piedi e dopo pochi metri sale su una potente autovettura in attesa. Il pm Greco reitera la richiesta di arresto su scala internazionale; Graziani viene convocato dalla gendarmeria di Montecarlo, il capo esibisce il mandato al professore e poi lo strappa cestinandolo. Graziani è salvo. Ritornerà a Salerno solo per il processo che inizia la mattina del 10 ottobre 1994. C’è solo lui, e ci sarà sempre e solo lui. Di Edoardo Agnelli, che pure la Procura in ogni modo aveva cercato di portare a Salerno, neppure l’ombra. Le famiglie, le grandi famiglie dell’alta finanza possono dormire sonni tranquilli, tanto a Salerno c’è lui, Maurizio Graziani capace di tener testa, anche in maniera inusuale per il nostro tribunale, agli attacchi dei pubblici ministeri. Poi il processo comincia a sgonfiarsi, Alfredo Greco e Marcello Rescigno lasciano il caso perché chiamati a nuovi e più importanti incarichi: Greco a capo della procura di Vallo e Rescigno a Napoli. Passa di mano in mano fino ad esaurirsi con l’assoluzione del prof. dott. Maurizio Graziani per insufficienti elementi di prova a carico. Il sogno dei due giudici salernitani di aver messo le mani su qualcosa di mondiale svanisce nel nulla e si ferma sulle splendide terrazze che dall’alto della collina degradano verso il mare di cobalto di Montecarlo. Rimane il mistero sulla morte di Edoardo: si è suicidato o è stato ucciso; la risposta è sepolta con lui per sempre. C’è una sola certezza, al momento della sua morte il “processo Pippo” a Salerno è ancora in pieno svolgimento e i rischi per Edoardo e la sua famiglia sono ancora altissimi. Dunque quanto ha inciso il processo salernitano se ha inciso?  La prova è stata durissima anche per Graziani; nel corso delle numerose udienze non coinvolge mai le famiglie Agnelli, Grimaldi e De Benedetti. A distanza di pochi anni dalla conclusione del processo, provato nel fisico, muore proprio su una di quelle splendide terrazze con vista sulla baia più agognata del mondo, Montecarlo.