Proverbi africani: i proverbi, fonte di sapienza

Padre Oliviero Ferro  

Massime antiche, intelligentemente concepite ed elaborate, i PROVERBI sono il frutto dell’esperienza vissuta dalla società. La stessa saggezza tradizionale ne vanta il valore. E raccomanda il loro uso da parte dei paesani nella loro vita pratica. Ora vediamo i proverbi come fonte della sapienza nella cultura africana. “Se qualcosa è citato in proverbio, significa che ha avuto luogo” (Basonge, Congo RDC) (il proverbio è un ricorrente modo di registrazione ed espressione delle esperienze di vita e delle realtà concrete). Sarebbe bene, nella misura del possibile, che ogni discorso venga presentato tramite i proverbi. Per questo, anche nelle omelie delle messe vengono utilizzati, insieme ai racconti e questo attira l’attenzione della gente e facilita la comprensione della Parola di Dio. Dopo tutto, li utilizzava anche Gesù (es: medico cura te stesso). Naturalmente il senso di ogni proverbio deve essere immediatamente evidente, perché parte dalla vita di tutti i giorni che la gente capisce molto bene. “Un proverbio non picchia sui sopraccigli, ma negli occhi” (Bambara, Mali).

Anche i giovani sono invitati, nel loro percorso educativo, a conoscere e citare i proverbi. “Chiunque non conosce i proverbi, non sa nulla, è un uomo perduto” (Luluwa, Congo RDC). Qual è lo scopo è la natura dei proverbi? È l’illustrazione della verità, tramite costruzioni stereotipate dell’intelligenza. “Come l’uccello cucù, preferiamo cantare, piuttosto che mentire, perché i proverbi sono soltanto una storia illustrata” (Lari, Congo). In Congo RDC, la tribù dei Warega è tra quelle che abbinano i proverbi con una specie di audiovisivo della foresta, cioè sospendono, all’inizio del villaggio una corda con dei pezzetti di qualcosa (es: banana, oggetti di ogni giorno, ecc.) e chi li vede, li accosta subito a un proverbio da memorizzare subito e da rendere operativo nella vita quotidiana. Tornando all’esempio appena citato, se si mette un pezzo di banano, si accosta questo proverbio

“E’ dal tronco di un banano che ne può nascere un altro”, cioè non c’è famiglia, se non ci sono bambini. Se tu vivi, è perché i tuoi genitori ti hanno dato la vita. Il proverbio nasce sempre da una situazione di vita. “Il proverbio non trae la sua origine dal nulla” (Tutsi, Rwanda). Come già detto sono un modo di esprimersi e uno strumento didattico. “I proverbi sono l’olio di palma, perché fanno passare le parole con le idee” (Ibo, Nigeria). E’ chiaro che ogni suono, ogni parola ha un suo specifico senso, soprattutto nelle lingue che hanno diversi modi di pronunciare una parola e quindi un significato diverso (vedi il ghomala dell’Ouest del Cameroun). “Il proverbio assomiglia al tam-tam” (Hutu, Burundi). A volte il proverbio viene utilizzato da un gruppo di persone istruite, da una elite, che vivono in una situazione, contesto particolare e che quindi tutti non possono comprendere il messaggio.

“Si usa il proverbio per confondere le persone stupide” (Minyanka, Mali). L’arte del parlare ha bisogno del proverbio come del suo veicolo più sicuro ed efficace. “Il proverbio è come il cavallo della parola; quando la parola si smarrisce, la si ritrova grazie al proverbio” (Yoruba, Nigeria). Aggiungiamo alcuni proverbi, sempre del Congo RDC, in lingua swahili. “Mwana wa kuku hafundishwi kuchakura” (non si insegna a un pulcino a grattare la terra, e così pure: non si insegna a una vecchia scimmia a fare le boccacce. Un altro che conosciamo anche noi, per esperienza. “Mtoto wa paka haanguki machali” (il gattino non cade sulla schiena, cioè se la cava sempre).