KURUDI Ritornare

Padre Oliviero Ferro*

“Ningependelea sana kurudi pale kwetu” (vorrei tanto ritornare a casa mia). E’ il mio desiderio di ritornare in  Africa, a casa mia. A volte, i desideri si realizzano. A volte, rimangono sogni. Per un africano di nascita e per uno di adozione, il ritornare a casa è nel proprio DNA. Anche se si va lontano, il richiamo di casa è sempre forte. In Camerun, ad esempio, tutti vogliono essere sepolti nel proprio paese d’origine (soprattutto nell’Ouest). Si fanno sacrifici, si mettono da parte i soldi pur di riportare il defunto nella Concessione, nel luogo dove si è nati. Questo succede soprattutto nel periodo estivo, dove tutti possono essere presenti per dare il saluto a colui che ha chiuso gli occhi a questa terra. E’ una settimana di canti, preghiere, veglie e pure mangiare e bere. Tutto per rinforzare la famiglia, per sentirsi uniti a colui che se ne è andato e per cementare i rapporti. Tutto deve servire a fare sentire la famiglia allargata unita. Allora il kurudi, il ritornare nella terra degli antenati è un momento importante a cui dare tutto quello che si ha e qualche cosa in più.

* missionario saveriano