Le barbarie del terzo millennio

Giuseppe Lembo

Uccidere l’altro è un crimine; chi uccide l’altro assolutamente incapace ed indifeso è un criminale; è un atto di grave barbarie. Il mondo non può che inorridire; il mondo di fronte ai criminali atti di barbarie, il frutto di un assurdo fondamentalismo fanatico sempre più preso da un profondo sconforto, è fortemente sconcertato. Il mondo grida all’orrore di tante e tali barbarie. Il mondo non giustifica, in quanto assolutamente non giustificabile, chi uccide fanaticamente l’altro invocando valori assurdi perché di fatto trattasi di atti sacrileghi basati su di una religiosità che, non ha niente ma proprio niente, di religioso. È solo il frutto della follia umana suicida che, con azioni eclatanti di morte, cerca fanaticamente un suo protagonismo condiviso da altri fanatici che godono nell’essere violentemente strumenti di morte, facendo così capire al mondo che ci sono anche loro con il loro protagonismo di morte violenta. Purtroppo il fenomeno dei talebani, ossia dei fondamentalisti fanatici non è solo un fenomeno di pochi che etnicamente si combattono con il fine ultimo di prevalere sull’altro; con il solo fine di eliminare l’altro considerato scomodo perché visto usurpatore di spazi vitali e soprattutto idee e di pensiero che considera suoi e solo suoi. Il fanatismo fondamentalista è sempre più senza via di uscita; non ha alla base il confronto, il dialogo con l’altro, considerato solo nemico da eliminare in quanto diverso; in quanto ostacolo insuperabile per il prevalere del proprio egoistico cammino umano che vede realizzabile solo attraverso l’eliminazione dell’altro, in quanto nemico da abbattere. La disumanità crescente non ha termini di confronto nella storia dell’uomo. Peggio di così, mai prima; tanto, nonostante le barbarie di un passato che, purtroppo, a quanto sembra, non ci ha insegnato, niente; non è riuscito ad insegnarci niente; ma proprio niente. E così l’uomo della grande civiltà dei popoli, si incammina inopportunamente per strade sempre più sbagliate, deviando il proprio cammino umano che, sempre meno civile, diventa cammin facendo, sempre più barbaro; sempre più disumano, sempre più ferocemente individualista e distruttivo. Non ci sono vantaggi per la vita fatta di barbarie; mentre non ci sono, così com’è evidente, situazioni vantaggiose, gli svantaggiati e le pericolosità di crisi umana per tutto il genere umano, sono tanti e sempre più da allarme rosso; da ultima spiaggia per il futuro dell’uomo sulla Terra che per pazzia umana diffusa, dimenticando la saggezza antica, rischia di morire di uomo, a causa di un feroce fanatismo che cerca solo distruzione e morte. Purtroppo c’è l’assenza assordante di dialogo così, come deve essere; di quel dialogo, l’espressione di un fare moderato a cui doversi necessariamente affidare per affrontare e risolvere i tanti problemi che oggi più che mai affliggono questa nostra umanità, con alla base e prima di tutto, una grave, sofferenza antropica che spinge al desiderio di un prevalere assolutamente disumano, con il fine di eliminare l’altro.