Nocera Inferiore: Cremone, il sindaco per la gente, senza compromessi!

Rita Occidente Lupo

Un ballottaggio annunciato, nell’aria, data anche la molteplicità dei candidati e i 4 sfidanti sindaci, per la prima poltrona comunale a Nocera Inferiore. tenendo presente che Antonio Iannello, s’è attestato con un risultato più che soddisfacente, oltre il 20%, come da premesse, contrariamente allo spartiacque Ianniello dello scorso anno; urne ballottate per Manlio Torquato, oltre il 42% e per Luigi Cremone, oltre il 34% dei consensi. Le liste di Cremone, 6 in tutto, senza il simbolo piddiellino, come ricordato anche dal presidente della Provincia Edmondo Cirielli, a chiusura della campagna elettorale del senologo, che continua a gestire una politica “atipica” , per alcuni, perchè controcorrente. Cremone non ci sta ai compromessi o alle alleanze delle segreterie politiche, che non transitino per il benessere della collettività. La sua discesa in campo, esclusivamente per il deisderio di rompere col passato, in una città già mortificata da interessi campanilistici e balletti di poltrone, giunti alla totale scissione della governance, col commissariamento. Assecondando solo il suo pensiero, il che decisamente stimabile, in un momento in cui pare che il potere debba per forza di cose connivere con le circostanze opportunistiche, con gl’interessi personali, sbandierando invece, crociate missionarie per la popolazione, quanto accaduto nei giorni scorsi, destinato a suscitare un vespaio cronachistico, alimentando il gossip dei pettegolezzi che, come in ogni campagna elettorale che si rispetti, non può bypassare gli sfidanti delle urne. Mai sentito quasi che, in corso d’opera, nell’iter che intercorre dal primo turno, al ballottaggio, si cambiasse direzione. O, meglio, si cambiassero alleati di cordata o li si scaricasse. Cremone ha fatto la sua scelta, vien da riflettere, tenendo presente ch’era partito con idee ben chiare, programmi alla mano duttili e determinati, credendo che il passato potesse essere sepolto, in nome d’un trasformismo politico per il bene sociale. L’ex sindaco di Nocera Inferiore, Antonio Romano, in casacca Api “Scaricato” senza eufemismi ha commentato la vox populi alla vigilia del ballottaggio. Di qui, la guerra dei manifesti, i proclami che hanno finito d’incartare la città, con le ragioni dall’una o dall’altra parte. Senza infilare il dito in una piaga, da parte di chi si sente lasciato appiedato, senza recitare il pubblico mea culpa, avendo giocato un ruolo non ancillare in una competizione che non lo ergeva protagonista, Cremone ha deciso di rigare con la sua inseparabile tenacia tra la gente, per quel cammino che gli fece scattare la molla di una discesa in campo da primo cittadino. Il suo motto, non concedendosi battute d’arresto neanche ora, che i giorni sgocciolano gli attimi, per apparentamenti ed alleanze, sempre essere con la gente, tra la gente, per la gente, per incarnare i loro reali problemi. Di qui, ancora le sue lunghe ore al tavolo operatorio, il suo non procrastinare visite delle molteplici pazienti! Fino all’ultimo dà prova di coerenza e d’impegno professionale, non abiurando al suo ruolo d’erede ippocratico! Non desistendo dallo spiegare le motivazioni che l’hanno spinto a prendere le distanze da qualcuno che, nella corsa, avrebbe optato per i suoi interessi, più che per quelli della gente comune. O normale, a detta di Cremone, che ha voluto sempre incisivizzare come i problemi sociali partano dal basso, senza per forza di cose far scricchiolare i piedistalli degli alti vertici, scardinare i santuari del potere astratto. Ognuno, artefice d’una svolta, d’una inversione di rotta e di mentalità. In una dirompente voglia di trasformismo, d’abbattimento di lobby o di sagrestie faziose, di colori improvvisati e di fittizie amicizie, il Presidente anche del Registro Tumori provinciale, va al ballottaggio con le sue sei liste, senza porre sgambetti, tantomeno ostruendo il regolare passo del suo sfidante. La lealtà, in una sportiva competizione, che rivede al primo turno, come lo scorso anno, Torquato al verdetto di fine maggio. Il senologo, che possiede la sottile arte del bisturi, ancora una volta ha dimostrato di padroneggiarla anche nel campo politico: quando occorre recidere rami sterili o controproducenti, il tempismo non può indietreggiare! Con tutti i rischi connessi a certi tagli, che a volte anche se dolorosi, vanno operati! Se non altro, Cremone ha dimostrato che il vassallaggio non gli appartiene, che non ha bisogno della politica per essere, in quanto è lui, che dà alla politica, in termini d’idee ed impegno! Ora starà ai cittadini la scelta giusta: valutare se, dopo un esempio così eclatante di coerenza, a quanti storcevano il naso dinanzi all’apparentamento coll’ex sindaco del Comune capofila dell’Agro, a Palazzo di Città voglia il senologo a rappresentarla. O, se invece, sia Torquato a dover finalmente cingere la fascia tricolore. Intanto Cremone, che non appende il camice bianco al chiodo, garantisce che il suo ruolo non indietreggerà per quell’ampia fetta di cittadini, che nello stringergli calorosamente la mano per strada, gli apre il cuore, angustiato dalle asfissianti nevralgie civiche, che recentemente traducono in gesti estremi, perfino le sorti esistenziali!