Provincia: il ritorno di Villani

Aldo Bianchini

Tirato a lucido, rimesso in sesto al momento giusto, anche se palesemente febbricitante, sereno e con tono pacato ma duro, questo l’uomo Angelo Villani che è salito sul palco del Grand Hotel Salerno tra gli scroscianti applausi dei suoi fedelissimi chiamati alla conta dopo il clamoroso insuccesso elettorale. La sua squadra è al completo ( o quasi ): due consiglieri regionali (Gf. Valiante e Pica), tre consiglieri provinciali (Villani, Alfieri, Amabile), diversi tra sindaci, assessori e consiglieri comunali e soprattutto i giovani tutti schierati con il presidente uscente. Sciorina un linguaggio politico tutto suo, lancia il suo progetto di rinnovamento del partito e delle istituzioni e si proietta, intelligentemente, verso il tesseramento per acquisire una posizione certa e corretta all’interno del PD. Non parla di scissione, non pronuncia mai la parola vendetta, fa capire a tutti che sa bene di essere stato lasciato solo e che ha scoperto di avere diversi nemici che vanno combattuti (ha detto) con progetti trasparenti e dall’interno. “Il PD deve rivolgersi verso il centro, soprattutto all’UDC, senza trascurare i segnali di disponibilità provenienti dal MPA e per questo cambiamento dobbiamo preparare i nostri giovani ad essere la classe dirigente dell’immediato futuro”. La battaglia, tutta interna al PD, è ovviamente ancora lunga e dovrà necessariamente passare per i congressi provinciali, regionali e nazionale per capire verso quale concreto obiettivo si muoverà questo gigante del centro/sinistra. Salerno era ed è una provincia che il centro/sinistra non poteva e non doveva perdere; questo fatto per il PD è un grosso problema e Villani sapientemente lo ha trattato con molto garbo quasi driblando l’argomento, le sirene del potere incantano e incitano i più deboli al salto della quaglia. “Sono un uomo libero -ha concluso Villani- non ho più il potere e, finalmente, posso tornare alla politica, quella vera, quella con “P” maiuscola. Cento, mille volte, ho pensato di mollare dopo il 7 giugno per ritornare al mio lavoro ed ai miei affetti familiari, ma porto con me la responsabilità del vostro consenso e con Voi intendo andare avanti nel partito e per il partito”. Le parole dell’ex presidente convincono la platea, convince anche chi lo ha accompagnato sul palco, Tommaso Amabile, Donato Pica, Gianfranco Valiante e Franco Alfieri. Il progetto di Villani parte, così, tra gli applausi. Nelle settimane e nei mesi che verranno bisognerà lavorare seriamente e tutti dovranno impegnarsi a ricomporre le alleanze quasi sciolte del dopo elezioni, mentre all’orizzonte già si annuncia un “serrate le fila” gridato da De Luca ai suoi peones che a Salerno (ma soltanto a Salerno) rappresentano ancora la maggioranza. Intanto sull’Aventino, a mò di osservatori disinteressati, siedono Tino Iannuzzi e Alfonso Andria; più in là, sulle colline del Vallo, dormicchiano Simone e Antonio Valiante (figlio e padre); dovranno tutti darsi una mossa, ed anche velocemente, pena il loro inesorabile isolamento.  Il 21 luglio prossimo con la scadenza del tesseramento ne sapremo di più.