Giulio Caso
Prendo spunto, da scritte su insegne varie, per una chiosa, spero interessi.
Dunque, molti scrivono nu e na in questo modo: ‘nu    ‘na
 peggio ancora nu’    na’
Confondendo apostrofo e aferesi.
Lo giustificano con la loro credenza che derivino dall’italiano uno e una. Allora, pensano che al posto della u si debba mettere l’aferesi.
A questo proposito, si organizzò, tempo fa,  un convegno con esperti di lingua napoletana e conclusero che, almeno in questo caso, nu e na non derivino dall’italiano, ma dalla più antica lingua latina.
Quindi la derivazione è da unum e unam. Guardate:
u nu m
u na m.
Mo pensate vuje che ‘e napulitano perdessero tantu tiempe a dicere (anche questo dal latino), ogni poco sti quatte lettere?
Hanno subito detto nu e na senza bisogno di elisione. Quindi, questi, sono entrati così nel linguaggio e negli scritti.
Quando si è trattato di trascriverli nei testi delle canzoni, tipografi non troppo colti hanno aggiunto aferesi, apostrofi e mazzarelle, a piacere.
Esiste, in tutte le lingue e grammatiche mondiali, la legge o principio della ridondanza che invita ad eliminare tutti i segni inutili, specie quando non si crea dubbio. Quindi, anche per questo, vanno benissimo nu e na.
Nu cane
Na gatta.
Pensate che alcuni sedicenti “capiscioni” della lingua napoletana scrivono ancora:
‘N’atu ppoco
‘n’ata cosa.
Facendo venire in mente:
La pioggia nel pineto.