Gioia e gloria nel martirio dei Santi Cosma e Damiano

don Marcello Stanzione

I Santi Cosma e Damiano ( terzo secolo), fratelli gemelli, medici ambedue e patroni dei medici, erano arabi e si erano istruiti nell’arte della guarigione in Siria. Terminati i loro studi di medicina si stabilirono a Egea in Cilicia, dove da ottimi medici guarivano tutti prestando le loro cure senza chiedere alcuna ricompensa economica ma solo per amore di Cristo e così convertivano molti pagani al cristianesimo. Essi sono stati ugualmente fratelli nel martirio, verso la fine del III secolo. A Roma, un mosaico del IX secolo, che li rappresenta, sussiste nella calotta della Chiesa demolita in mezzo alle rovine del foro imperiale. I due martiri sono molto venerati sia dalle Chiese d’Oriente come da quelle dell’Occidente. Il Vangelo della loro festa liturgica, ripreso da San Luca, riporta una parola di Gesù alla fine delle Beatitudini proclamate. La separazione, la sofferenza, la persecuzione, evocano delle prospettive di disgrazia. Cristo non ammette questa interpretazione pessimista degli eventi quando si tratta di mali induriti a causa di Lui e del regno di Dio  di cui è il Predicatore. Così l’ultima parola di questo Vangelo della felicità è : “Rallegratevi in quel giorno di prova e  trasalite di allegrezza : perché grande sarà la vostra ricompensa nel cielo”.La fede cristiana non è solamente un attaccamento a Dio, alla sua Parola, al suo Vangelo. È una luce gettata su tutti i problemi dell’esistenza. Laddove il mondo conclude al pessimismo, al fallimento della persona apparentemente schiacciata dal sacrificio di sé, Cristo canta la vittoria, invita alla gioia e proclama l’avvento alla gloria di quelli che sembravano parere delle vittime : “La loro ricompensa è importante nel cielo”. Simili affermazioni sembrerebbero strane, smentite dal fatto materiale e brutale? Il Maestro dà la spiegazione : “L’uomo non vive di solo pane”. “Quelli che uccidono i corpi non sono i più temerari”. “A che serve all’uomo  guadagnare l’universo, se viene dal perdere la sua anima ?”Ecco il problema posto e risolto da Cristo : quello del “primato dello spirituale”. Che non ci si ricusi gridando all’incomprensibilità ! Quale  filosofia  ha potuto illuminare il mistero del problema ? Quale dottrina ha apportato simile comprensione e simile equilibrio per lo spirito, il concetto e la realizzazione della vita umana come l’ha fatto il Vangelo di Gesù ? Lui solo in fondo può soddisfare il cuore umano davanti al problema della sofferenza…e del male. E la soluzione cristiana non è semplice punto di vista sentimentale, ma  posizione intellettuale di ordine del tutto positivo. Il fatto di Cristo, seguito dal fatto della  Chiesa s’impone come una realtà dove tutto sarebbe inesplicabile se la verità là e dove tutto diventa comprensibile se si fa fede alle parole di Gesù di cui nessuno, credente od incredulo, può sospettare la sincerità, la nobiltà e la grandezza. Sì, davanti a Cosma e Damiano, davanti a tutti i martiri di ieri e quelli di oggi, poiché il XX secolo appena passato ha conosciuto una nuova era per il martirio, bisogna cantare la gioia e la gloria del trionfo della fede, della verità, della carità e della testimonianza per Dio ed il suo Cristo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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