Personaggi africani: coltivatrice

Personaggi africani: coltivatrice

Padre Oliviero Ferro

Se l’uomo fa i lavori più faticosi (così dice lui), la donna non è da meno. Non dimentichiamo che, di fatto, è lei che porta sulle spalle la famiglia. Infatti si dice che circa l’80% dell’economia dell’Africa è sulle sue spalle. E lo vediamo tutti i giorni, quando alla mattina presto si mettono in strada, a piedi o su delle camionette per andare a lavorare i campi che gli uomini hanno preparato. Hanno sempre sulle spalle una zappa e qualche altro attrezzo. Un po’ di cibo e dell’acqua e via al lavoro. A casa, la figlia più grande si era curata di seguire i fratelli più piccoli per mandarli alla scuola e per fare le pulizie. Arrivate al campo, si comincia al lavoro, sole o pioggia. Niente le ferma. Se hanno pensato di piantare la manioca, faranno dei piccoli buchi, dove metteranno le piantine a dimora. Poi, fra l’una e l’altra, semineranno le arachidi o altre verdure. Se poi c’è qualche palma da olio, al tempo opportuno, dopo che gli uomini le avranno tolte dalla pianta, le metteranno a bollire in grandi bidoni, con il fuoco sotto, rimestando con un bastone di legno. Quando sarà sciolto, dovranno passarlo in grandi pentole per scioglierlo ancora.

Naturalmente le mani si tingeranno di rosso. Che sudate a fare questo lavoro, ma è l’ingrediente di base per la cucina a cui accompagneranno i pomodori e le arachidi frantumate (insomma il loro ragù, dentro cui verranno intinte delle piccole palline di manioca). Anche questo naturalmente, è un lavoraccio duro. Quando la manioca è matura, viene tolta dalla terra e tagliata a pezzi e messa nell’acqua per fare uscire l’acido (è velenoso). Poi, verrà scorticata e tagliata a pezzetti, messa su dei teli (dopo averla lavata) per farla asciugare al sole. Se c’è la possibilità, verrà portata al mulino per ridurla in farina, altrimenti, si metterà nel pestello di legno dove con un bastone verrà pestata. Di solito sono in due o tre a fare questo e per darsi forza, cantano(spesso i canti religiosi). Finalmente, ridotta in farina, bisognerà mettere il fuoco sotto a   delle grosse bacinelle in ferro(o alluminio) per farla bollire (come per la polenta). Rimestarla di tanto in tanto. Quindi, quando è pronta, riversarla in grandi piatti di portata. Nel frattempo avevano fatto cuocere il sugo (olio di palma, pomodori, arachidi) e tutto questo verrà servito, prima agli uomini e poi a tutti gli altri. Ultimi i bambini. Oltre alle faccende domestiche, al lavoro dei campi, c’è anche il mercato dove andare a vendere il frutto del proprio lavoro ed acquistare ciò che serve per la famiglia. Insomma, le donne non stanno mai ferme. Forse bisognerebbe, qualche volta, avere il coraggio di ringraziarle, perché senza di loro, l’uomo si troverebbe nei problemi (rischierebbe anche di morire di fame, se non si da una mossa a collaborare…).