Avventure missionarie: passaggio in mezzo al fiume Sandja (Congo Rdc)

Avventure missionarie: passaggio in mezzo al fiume Sandja (Congo Rdc)

Padre Oliviero Ferro

Dalle mie parti, in Valsesia (Piemonte), sulla facciata di diverse chiese, è dipinto un grande san Cristoforo che, secondo la leggenda, avrebbe fatto passare il bambino Gesù a piedi asciutti attraverso un fiume. E’ il pensiero che mi viene, ricordando un’avventura, emozionante (e molto rischiosa), capitatami più o meno nel 1985 in Congo. Una mattina dovevamo recarci al centro della Diocesi, a Uvira, distante dalla nostra missione di Baraka circa 80 km, con 55 ponti e un fiume. Dei ponti ne ho già parlato, ma ora il più bello, si fa per dire, è stato il passaggio nel fiume Sandja, vicino alla missione di Mboko, più o meno a metà strada. La prima volta era con me l’autista africano, un omone grosso, ma esperto di auto, o meglio, di land rover. Arriviamo al fiume (a quel tempo non c’era il ponte che poi sarà costruito da una impresa italiana) e naturalmente bisogna passare dall’altra parte. Non c’era nessun traghetto, quindi…si entyra piano piano nel fiume, stando verso monte, si  chiudono bene i finestrini e si va. Ma, nel medesimo tempo, il fiume che dopo qualche decina di metri sarebbe entrato nel lago Tanganika, spingeva verso valle. Noi, in ogni caso guardiamo avanti. Ma l’acqua piano piano sale fino al livello dei finestrini. Ma si va avanti e si arriva, finalmente all’altra riva, però…bisogna accelerare per salire, altrimenti si va al lago. Con un po’ di fortuna e di abilità dell’autista, si riesce a salire e finalmente, ci si può riposare. Mah, quanta paura (è la medesima che ho provato, alcuni mesi dopo, quando ho dovuto guidare io e non c’era l’autista africano). Si continua fino alla missione. Si scambiano notizie e verso sera, ponte dopo ponte o guado dopo guado, si arriva al centro della Diocesi. Si riposa, si fa cena. Recuperiamo la posta e altro materiale per la missione e il giorno dopo si riprende la strada, e al fiume…Ormai conoscevamo come passare e ce l’abbiamo fatta ancora una volta e so9no qui a raccontare questa avventura. Poi, come già detto, hanno costruito il ponte in ferro con le tavole degli alberi dei dintorni, mah…ogni tanto marcivano, a causa delle piogge e allora, se non venivano sostituite, bisognava, come spesso succedeva, passare sulle traversine in ferro e con calma arrivare dall’altra parte. Ma i missionari, di solito, hanno firmato un contratto di assistenza con la categoria degli angeli e siamo abbastanza sicuri…