Sant’Ignazio di Loyola e la gloria di Dio

don Marcello Stanzione

Sant’Ignazio di Loyola (1491-15569), nel calendario dei Santi, ha un posto singolarmente caratteristico. La conversione del nobile capitano Ignazio , di origine basca, prima paggio alla corte di re Ferdinando di Castiglia e poi dell’esercito, avviene quando durante l’assedio di Pamplona, una palla di cannone dell’artiglieria francese lo ferisce spappolandogli una gamba. Ignazio è un appassionato lettore di romanzi e di libri relativi alle imprese militari di celebri condottieri, costretto a letto da una lunga e noiosa convalescenza si trovò tra le mani due libri dedicati uno alla vita di Cristo e l’altro alle vite dei santi. In un momento di solitudine il giovane ufficiale  ebbe come una visione nella quale vide davanti a sela Madonnacon il Bambino Gesù; fu come una folgorazione trasformante e consolante che gli fece sentire la necessità di imprimere una svolta di santità alla propria esistenza. Nasce così la vocazione di Ignazio che, dopo la guarigione si reca al santuario spagnolo di Monserrat e ai piedi della Madonna lascia le armi e gli abiti cavallereschi per dedicarsi totalmente a Dio. Da quel momento iniziano le sue lunghe peregrinazioni fino in Terra Santa, riprende gli studi universitari per diventare prete e si dedica intensamente alla preghiera, fondando poi l’Ordine religioso della Compagnia di Gesù. I primi seguaci di Ignazio si radunavano nella chiesa di Montmatre a Parigi e si consacrarono a Dio non solo con i voti di castità, povertà e obbedienza ma aggiunsero un particolare impegno di fedeltà al Pontefice di Roma. Grazie allo zelo dei Gesuitila Paroladi Dio venne diffusa in tutto il mondo grazie all’apertura di numerose stazioni missionarie, inoltre fu fatto un meraviglioso apostolato intellettuale attraverso collegi , scuole ed università. Ignazio è considerato uno dei maggiori mistici e grazie al suo “Diario spirituale” ci sono pervenute splendide testimonianze di amore per Dio e di grande pietà per ogni genere di povertà e sofferenza umana. La sua spiritualità è cristocentrica e pone al centro del pensiero e dell’azione Cristo come vita del mondo da far amare con tutta la propria anima. Tra le pratiche che il santo basco ha lasciato in eredità ai suoi Gesuiti e a tutta la tradizione spirituale cattolica vi sono i suoi “ Esercizi spirituali” che, ripercorrendo in un mese tutte le tappe della vita di Gesù in un clima  di totale silenzio e meditazione, portava gli esercitanti alla conversione interiore.

Per la più grande gloria di Dio ed in servizio, è questa la divisa, il programma, il metodo ed il fine ultimo di questo santo, della sua scuola di spiritualità, dello spirito di cui vuol vedere ispirarsila Compagniadi Gesù, sua fondazione, così prospera ed operante da quattro secoli e mezzo nella Chiesa di Dio.

Sant’Ignazio ha una personalità umana e soprannaturale molto marcata, ed è in questa alta santità ch’egli realizza le ricchezze spirituali di cui la natura e la grazia l’hanno gratificato.

È un convertito, è un soldato, è un meditativo, è un’anima scelta da Dio per realizzare grandi cose.

La sua dottrina spirituale è una acesi forte, che va diritto allo scopo, la gloria di Dio, la salvezza dell’anima. Essa fa passare l’anima attraverso degli Esercizi che costituiscono una serie di meditazioni sui fini ultimi dell’uomo e sul miglior uso da fare della propria vita. È un combattimento che l’anima cristiana deve sostenere tutti i giorni. Il metodo di Sant’Ignazio lo mette di fronte a questa lotta, nel dovere di agire da una riforma di se stessi, dell’esame di coscienza e dei mezzi propri ad ognuno ed in ogni caso per progredire. L’orizzonte di questa spiritualità permane d’altronde in Dio di cui la ricerca della gloria costituisce il primo punto fondamentale.