Fisciano: Ateneo, Festival diverse abilità

Anna Maria Noia

Una due giorni dedicata ai cosiddetti differentemente abili, con spunti di riflessione sugli handicap e/o sulle disabilità: il 23 e il 24 ottobre, il teatro di ateneo dell’Università (sito presso il campus di Fisciano) ospita la prima edizione del “Festival delle diverse abilità”. Una serie di associazioni studentesche dietro le quinte dell’evento (quali: “Futura Aud” e “Asld” – col patrocinio dell’Ufficio Diritto allo Studio). Voluto insistentemente – in particolare – da Mariateresa Ingino – Facoltà di Scienze della Formazione. Il programma prevede rappresentazioni teatrali, di danza, musica e canto; di pittura, scultura e letteratura. In nome dell’inclusione. Per l’integrazione dei diversamente abili. Ma non soltanto. L’occasione riguarda svariate associazioni comprensoriali e outsider. Open alle 14 di lunedì 23. Dopo un’esibizione al piano di Salvatore De Stefano (ore 15.30), tocca al centro di riabilitazione “Villa Silvia” di Roccapiemonte – responsabile Antonio Stornaiuolo (15.50). Il locale gruppo teatrale, “Una finestra sul mondo”, porta in scena una rivisitazione de “O mal e panz” – di Pasquale Salsano. I ragazzi esprimono così le proprie caratteristiche, affiancati dagli educatori. Il 23 ottobre c’è una mostra fotografica con una proiezione video sulla dance (16.20). Alle 16.40, la compagnia “Primomito” (Castel S. Giorgio) recita in “L’ora del tempo”. Seguiranno la performance della compagnia “Stabile assai” – alle 17 – e “Alice nel paese delle meraviglie” (a cura di un sodalizio di Poggiomarino), ore 17.20. Martedì 24, ecco il “palinsesto”: l’esibizione di danza di Antonella Renzulli – 15.30 – e la dimostrazione di ginnastica ritmica di “Asd Popilia”. Tra molte altre iniziative, ne ricordiamo le più salienti: alle 16.40 “Oltre il teatro” e “Crescere insieme con il teatro” (S. Severino) propongono lo spettacolo “Bianco e nero”. Si terrà anche una presentazione di un libro (alle 17.20). Alle 18, via alle danze popolari del Sud Italia. Importante l’opportunità di rispecchiarsi – a livello di socializzazione – con l’altro, col “diverso”. Ma soprattutto per vedere valorizzate le diverse identità del portatore di disabilità. Una maniera piuttosto consona per discutere di handicap e rapporti coi “normodotati”. Ma molto deve ancora essere attuato, in tal materia e secondo tale argomento. Si dovrebbe cominciare col ridurre drasticamente le barriere architettoniche – dall’università (dove ancora sono presenti, in gran numero) per finire in tutti gli spazi cittadini della Valle Irno come nelle province, nelle regioni e – finalmente – a livello nazionale (o, perché no? internazionale).