Salone del Libro di Torino 2017 “Oltre il confine”

È con queste parole che il direttore editoriale Nicola Lagioia battezza il suo primo Salone Internazionale del Libro di Torino, l’edizione numero trenta della manifestazione che dal 18 al 22 maggio 2017 celebra il prestigioso traguardo “anagrafico” scavalcando il perimetro della tradizionale e sempre vasta offerta editoriale per sconfinare in una programmazione culturale a tutto tondo che caratterizzerà per cinque giorni l’intero territorio cittadino. È con queste parole che il direttore editoriale Nicola Lagioia ha battezzato il suo primo Salone Internazionale del Libro di Torino, l’edizione numero trenta della manifestazione che ha  celebrato il prestigioso traguardo “anagrafico” scavalcando il perimetro della tradizionale e sempre vasta offerta editoriale per sconfinare in una programmazione culturale a tutto tondo che caratterizzerà per cinque giorni l’intero territorio cittadino. Si conclude oggi, il 30° Salone Internazionale del Libro di Torino che si è aperto il 18 maggio 2017: presso Lingotto Fiere: appuntamento rinnovato, insomma, per un’edizione che rappresenta un trampolino di lancio verso il futuro. E “oltre il confine”. A presentare il nuovo inizio si sono raccolti l’attuale presidente Mario Montalcini, il futuro presidente Massimo Bray (in collegamento remoto su Skype), il sindaco Appendino e il presidente della Regione Piemonte Chiamparino. La regione ospitata è stata  la Toscana, mentre uno speciale focus sarà riservato a quegli Stati Uniti d’America che per molti versi siedono esattamente al centro del tema portante della trentesima edizione del Salone.“Oltre il confine” è stato  il filo conduttore della nuova edizione del Salone del Libro. Un tema scelto in virtù di quanto detta l’attualità, in ossequio a quella che è la direzione che il mondo occidentale sta prendendo e nel rispetto del ruolo che la cultura può avere nel rapportarsi con queste tematiche. Oltre il confine dà sin troppo l’idea del mondo in cui viviamo per non tenerne conto. Un mondo in cui, fino a qualche decennio fa, molti confini sembravano sul punto di svanire e oggi invece si moltiplicano. Un mondo in cui fino a qualche tempo fa i muri sembravano voler cadere giù, e oggi si torna a volerli costruire. Sull’idea di confine, di frontiera, sull’idea di muro contrapposta a quella di ponte, si è ragionato molto durante questo Salone. Il tema del confine è stato interpretato e approfondito in molti modi, poiché molteplici sono i significati che può acquisire. Il Salone si è assunto la responsabilità di affrontare un tema tanto delicato in un momento tanto cruciale, rispondendo così alle sfide che penderanno sul capo di una edizione che è stata sotto l’attenzione di tutti: Si è parlato di «Confini», di «Frontiere», perché confine e frontiera sono parole chiave del nostro tempo. In tutto il mondo le frontiere si moltiplicano. Fino ad ora abbiamo parlato di Stati Uniti, ma  in Europa, ad esempio, è stato l’anno della Brexit. Ci sono poi i confini attraversati dai grandi flussi migratori, da chi scappa da guerre e dittature e carestie e  ci sono poi anche altri tipi di frontiere e di confini. Fratture economiche (siamo un mondo economicamente sempre più disuguale), fratture culturali, religiose, sociali, di genere… Al Salone si è  parlato di tutto questo. Oltre il confine del libro v’è la tecnologia: il tema è stato più volte affrontato negli anni passati, quando ebook e crossmedialità hanno raccolto le attenzioni di utenti sempre più pronti a colmare la propria sete di cultura utilizzando fonti varie e disparate. Anche quest’anno la tecnologia è stata al centro dell’attenzione del Salone poiché proprio attraverso la tecnologia l’uomo si pone oggi il dilemma su cosa sta diventando e cosa intende diventare: «Il buono o il cattivo uso di scienza e tecnologia determinerà, sta determinando buona parte della nostra libertà e del nostro benessere».«L’immagine dell’edizione numero trenta è un libro che scavalca un muro: non è, chiaramente, di questi tempi, un’immagine neutrale. La trentesima edizione del Salone del Libro di Torino avviando  i motori ha acceso probabilmente la più importante tra le edizioni fin qui organizzate nella capitale sabauda e il motivo era  noto: si è  trattato del primo appuntamento dopo la scissione decretata dal polo milanese, dunque la presentazione era la verifica circa lo stato di avanzamento dei lavori. E la verifica è presto fatta, scritta dai numeri e presumibilmente fissata nella storia dal pubblico che si prevedeva sarebbe accorso all’evento: 350 editori avevano già dato la propria disponibilità e ben il 96% dei nomi presenti la scorsa edizione avevano già rinnovato la propria partecipazione. Un vero successo, sotto tutti i profili.

Ellera Ferrante di Ruffana