Menichini si allontana dalla panchina della Salernitana

Maurizio Grillo

Mentre a Roma, sponda Lazio, molti tecnici hanno aperto un vero e proprio ciclo restando a lungo sulla panchina biancoceleste, a Salerno Lotito si è ricoperto a sorpresa autentico mangiallenatori. Diciamoci la verità: nonostante i quattro campionati vinti, le due coppe messe in bacheca ed i play off conquistati l’anno scorso, tra tutti coloro che hanno occupato la panchina granata in questo quadriennio nessuno è riuscito ad entusiasmare la piazza e la società, con  i risultati conquistati soprattutto grazie alle qualità dei singoli e non certo attraverso un gioco convincente. Da Perrone che rischiò di non vincere finanche il modesto torneo di serie D (grazie Iannarilli per aver parato quel rigore a Guidonia!) a “Mister Leggenda”, passando per Galderisi, Somma e lo stesso Gregucci, cui avvento non ha cambiato granché il destino di una Salernitana eliminata senza prova d’appello dal Frosinone in un match giocato come peggio non poteva. Stavolta tocca a Menichini salutare la compagnia malgrado gli 80 punti conquistati e “tanti record che resteranno imbattuti per diversi anni”. Lui si era detto pronto a restare anche l’anno prossimo “perchè ho un contratto, ma soprattutto perchè l’abbiamo conquistata tutti sul campo facendo un grandissimo lavoro”, sottolineando più volte le difficoltà incontrate durante un’annata intensa, vincente, ma nella quale gli errori del tecnico sono stati mascherati dalle tante giocate dei singoli che hanno tolto le castagne dal fuoco ed evitato un esonero che sembrava quasi scontato dopo i pareggi con Vigor Lamezia e Foggia. Tanti i motivi che hanno indotto la società e la dirigenza a cambiare rotta ed a puntare su un altro tecnico. Alla base ci sarebbero divergenze sul mercato: Fabiani, come accaduto già nel 2008, ha intenzione di riconfermare gran parte della rosa che ha stravinto in Lega Pro, Menichini pare abbia un parere completamente diverso e bussava già a rinforzi. “Pensasse a fare l’allenatore, io e questo gruppo abbiamo già dimostrato di essere da B” la risposta del ds, infastidito perchè “all’esterno questa squadra è stata denigrata, noi vogliamo gente che la apprezzi appieno pur consapevoli che la Salernitana andrà rinforzata”. Pare, inoltre, che lo staff tecnico non abbia legato appieno con alcuni calciatori che la proprietà vorrebbe trattenere (Bovo e Cristea?): c’è la convinzione che diversi elementi non abbiano reso perchè impiegati male, poco o fuori ruolo e, comprensibilmente, quando giochi col contagocce e non senti la fiducia del tecnico è difficile fare la differenza. Valutazioni anche sulla gestione di Calil. Pur avendo segnato tante reti determinanti, il brasiliano è stato l’ombra di se’ stesso per buona parte del girone di ritorno, ma è stato schierato anche quando (vedi Matera) non era affatto in condizione di farlo, con ricadute che lo hanno tenuto ai box per diverse settimane e compagni di reparto più in forma relegati tristemente in panchina. Fortunatamente il gruppo è stato unito a prescindere dalle scelte tecniche ed in tanti rammentano quanto accaduto durante la sfida interna contro la Vigor Lamezia, quando l’allenatore, appena espulso, perdeva tempo in proteste inutili ed i suoi stessi calciatori lo invitavano platealmente a tornare negli spogliatoi (la Salernitana, negli ultimi 15 minuti, pareggiò incredibilmente la gara dopo l’iniziale 0-2). Altrettanto plateale fu la manifestazione di insofferenza da parte di Lotito durante la sfida con il Matera, con il patron che sbraitava in tribuna lamentandosi per la gestione obiettivamente rivedibile della gara. Al vaglio della proprietà, infine, anche i tanti primi tempi regalati all’avversario, affrontato con un certo timore reverenziale soprattutto tra le mura amiche. “Un applauso va anche a lui” ha aggiunto giustamente Fabiani che, pur non propenso alla riconferma del tecnico, non ne ha mai sminuito i meriti: dalla duttilità tattica alla capacità di farsi scivolare addosso le critiche passando per cambi spesso azzeccati e ad una difesa ben organizzata. Sul piatto della bilancia, però, pesano maggiormente i dubbi rispetto alle certezze e quando non si è convinti appieno di una scelta è giusto separare le strade. Tra oggi e domani previsto un incontro tra la proprietà e l’allenatore (Fabiani sarà presto a Salerno, il suo parere lo ha già espresso ai presidenti nei giorni scorsi in un summit a Roma): l’ipotesi buonuscita permane, ma non è affatto escluso che si provveda ad un esonero a tutti gli effetti, con la società che sarebbe pronta a pagare regolarmente lo stipendio al tecnico fino a giugno 2016 qualora non si trovasse un accordo. Si potrebbe arrivare, successivamente, alla rescissione consensuale se a Menichini arrivassero offerte interessanti.