Salerno: Procura, Ros, custodia cautelare clan Serino di Sarno

Il 12 gennaio 2o-I5, il 1\.0.5., unitamente ai Comandi dell’ Arma territorialmente competenti, esecuzione ad un’o.c.c. in carcere emessa dal G.I.P del Tribunale di Salerno, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 indagati, a vario titolo, per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, scambio elettorale politico – mafioso, illecita concorrenza in materia di esercizio dell’attività commerciale, abigeato su vasta scala e tentata estorsione aggravata. Le indagini sono state avviate dal R.0.s. nel 2013 al fine di accertare le modalità di accordo criminale tra le organizzazioni camorristiche dell’ area vesuviana e dell’agro nocerino – sarnese ed i rappresentanti di una società di noleggio di macchinette videopoker e di piattaforme telematiche di gioco dell’area vesuviana, la VISCOMAnC Srl gestita da Vitiello Raffaele da Boscoreale. Il materiale sviluppo delle indagini ha consentito di documentare il cospicuo volume di affari della suddetta società e, soprattutto, il pragmatico modus operandi adottato dall’imprenditore di avvalersi, per la locazione delle macchinette videopoker presso esercizi pubblici, del placet da parte dei rappresentati della criminalità organizzata dei territori ove i locali sono ubicati. In cambio di utili in denaro elargiti ai clan, pertanto, l’imprenditore si aggiudicava così un notevole volume d’affari, in totale spregio alle leggi relative alla libera concorrenza imprenditoriale. Gli interessi dell’impresa vesuviana di noleggio videopoker si estendevano, oltre che nella provincia di Napoli e Salerno, anche in quella di Foggia, secondo le medesime procedure in tutti i suddetti territori. Nell’estate 20’13, la sfera d’illeciti interessi del Vitiello a Sarno finiva per incidere sui già precari equilibri criminali di quel territorio, che vede contrapposti storicamente Parlato Luigi cd i suoi sodali con l’altrettanto blasonato clan camorristico “Serino“, capeggiato da Serino Aniello inteso “O’ Pope” e dal figlio Matteo, entrambi detenuti in quanto condannati a significative pene detentive. Nell’estate del 2013 il contrasto tra i Serino cd i Parlato si acuiva proprio a causa del Vitiello il quale aveva deciso di allocare alcune macchinette videopoker in un esercizio pubblico di Sarno, in ossequio ad alcuni accordi criminali intercorsi con Parlato Luigi ma evidentemente non condivisi da Serino Gianluigi, figlio “cadetto” del detenuto Serino I\niello. Il concentramento delle iniziative investigative sul conto dei componenti del clan “Serino“, tra il 2013 ed il 2014, consentiva di delineare ancora più precisamente la sfera degli interessi criminali del gruppo investigato, così riassumibili:
•  il traffico e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, nonché la
gestione del controllo delle piazze di spaccio a Sarno di questo narcotico, ad opera di Gianluigi Serino, coadiuvato da una serie di affiliati;
•  la gestione dell’indotto costituito dalla locazione di macchinette videopoker
presso esercizi pubblici di Sarno, attività questa gestita in prima persona da
Serino Gianluigi e dai suoi sodali, attraverso la sinergia iniziatasi a creare con gli imprenditori Lapelazulli Vincenzo e Delli Bovi Pompeo;
•  l’attività di abigeato su vasta scala, gestita in prima persona da Albero Aniello e da Michelina Serino, con la collaborazione di Della Cava Franco, Dello Russo Ernesto, Cerzosimo Luigi, Inchico Giuseppe ed Elia Domenico. In tale ambito, nel quale storicamente il clan Serino è operativo, Albero Aniello ricopre anche il delicato incarico di “cerniera” e collegamento con esponenti criminali dell’area picentina, a cavallo tra le provincie di Avellino, Salerno e Potenza;
•  l’intestazione fittizia di beni ed attività imprenditoriali nel settore delle
scommesse e del noleggio di macchine distributrici di alimenti e bevande
presso aziende del territorio. Questa attività viene attesa da quello che può
essere definito il centro decisionale della famiglia Serino, costituito dai
fratelli Serino Michelina, Gianluigi e Nicola, nonché da Albero Aniello. Tutte le iniziative e le attività del sodalizio risultavano ispirate e comunque oggetto di condivisione e consiglio da parte di Serino Aniello, inteso ‘o pope, ergastolano detenuto presso la struttura penitenziaria di Padova. L’occasione per dispensare le istruzioni generali è costituita dai colloqui carcerari con i propri familiari che Serino Aniello effettua con cadenza regolare. Nel mese di maggio 2014, in occasione delle elezioni amministrative tenutesi a Sarno, venivano acquisiti importanti elementi probatori in relazione alla concreta ipotesi di accordi criminali relativi allo scambio elettorale politico – mafioso tra i componenti in libertà della famiglia Serino ed Annunziata Franco, Consigliere allora in carica della Provincia di Salerno e candidato Sindaco di Sarno, quale capolista di tre liste civiche riconducibili al partito del Nuovo Centro Destra. Le indagini hanno permesso altresì di accertare che la necessità di creare un asse diretto con l’amministrazione comunale di Sarno rientrava in una delle priorità di
Gianluigi Serino. In più circostanze infatti il giovane Serino non faceva mistero del proprio progetto di voler supportare il futuro Sindaco di Sarno al fine di ottenerne in cambio anche concrete agevolazioni per il proprio inserimento nell’indotto dell’imprenditoria locale. Nel corso della medesima operazione, in ottemperanza alle disposizioni del GLP salernitano, i Carabinieri hanno anche proceduto al sequestro preventivo dei beni riconducibili ad alcuni degli indagati, quali imprese, alcune aziende agricole, conti correnti postali ed autovetture per un ammontare totale di circa due milioni di €.

Il Procuratore della Repubblica

Corrado Lembo