Educazione religiosa: omosessualità e tempi!

di Rita Occidente Lupo

Le sfide educative oggi, sempre pià numerose sulla scuola. Chiamata a detenere il suo ruolo, coi tempi che mutano. E che spesso non riscontrano educatori all’altezza del proprio compito, capaci di saper mediare. E così accade che subito si sollevi il polverone, quando qualcosa o qualcuno, accenda la miccia dell’opinione pubblica, recriminando contro questo o quel referente. L’episodio di Moncalieri, a Torino, in piena ascesa dei diritti omo, non poteva non creare una scia mediatica: in un istituto superiore, l’affermazione di una docente di religione “Dall’omosessualità si può guarire…” Occorrerebbe comprendere in primis in quale contesto scaturita tale asserzione e se accessoriata. A volte, estrapolare determinate battute, a rischio distorsione. A lungo discettato se l’omosessualità patologica e, prima di giungere alle conclusioni recenti, in tanti a ghettizzare ed a stimare esecrabile la condotta omo, bandendo gli stessi individui. Fortunatamente, l’omofobia che a lungo ha marcato tanti, oggi combattuta a pieno, crollata al punto da incedere nell’errore opposto: quello di prendere il sopravvento, quasi ad animare la normofobìa. Da recenti studi, analizzati i geni, autori di omo, contrariamente allo scorso anno, allorquando ancora stimato l’impatto ambientale, determinante per la sessualità, dopo i primi vagiti. In quanto a stimarla patologica, tabù crollato da un bel pezzo.  Probabilmente la docente, intenta a voler avviare una crociata contro la condotta omo, non accettabile dal Magistero ecclesiastico. Anche se, le parole di papa francesco, da non disgiungere “Chi sono io per giudicare…!”