Salerno: sbarco massiccio di migranti

 Anna Maria Noia

Per più di qualche ora, il primo luglio, la cittadina campana – sede della hippocratica civitas e della più antica Schola Medica d’Europa – ha funto da ponte di solidarietà: una vera e propria cittadella dell’umanità e della comprensione affettiva verso i poveri, al di là di ogni confine! Questa è stata la opulenta Salerno, nei confronti di quei poveracci, umili e dignitosi fantasmi della nostra retrograda indifferenza e apatia: i dignitosissimi, benchè malati (scabbia, pare…) “Migranti”! In ben millequarantaquattro uomini e donne indifesi, lesi nei propri diritti da schiavisti e scafisti (forse i due termini coincidono, di là dalla rima) nonché giunti sull’orlo e sull’abisso della miseria, sono sbarcati da stamane (primo luglio) al porto. Corpi segnati e stremati dalle mortificanti condizioni in cui giungono questi tanto vituperati “vu’ cumprà”, che non solo non vogliono toglierci quel lavoro che tanto manca a noi “Italiani” – e che spesso non vogliamo, vedi le professioni sottopagate di badanti e di raccoglitori di verdura e frutta – ma che vengono (continuamente) disprezzati ed emarginati, per una ragione o per l’altra! È sempre colpa dello “straniero”, il “diverso” fa paura, benchè le differenze siano uno scambio di vedute ed opinioni! Corpi tristemente violati (soprattutto se si tratta di donne o bambini!) da predoni senza scrupoli, e violenze ordinarie taciute e sottaciute – con la complicità degli Europei che non vogliono intervenire a favore di una situazione sempre più insostenibile verso le coste italiche: perché, altrimenti, il tanto discusso legiferare a favore del “Mare nostrum” e della Bossi-Fini? Ai posteri l’ardua sentenza – diceva il poeta (Manzoni)… Per una volta almeno, comunque, pare (e lo sottolineiamo) che Salerno, una cittadina del Sud – altrettanto snobbato dai “Nordisti” e dai guerrafondai leghisti, che ancora sognano una inattuabile recessione – sia assurta a cittadina dell’accoglienza. Come mostrano le immagini riprese con fatica e tanto appostamento dai cronisti, dai cameraman e da altri soggetti (videoamatori), le frotte di martoriati extracomunitari giunti con pena a Salerno, vedono un ben coordinato cordone sanitario e motivato personale medico e paramedico, anche in quanto alcuni “passeggeri” avevano contratto e diffuso la scabbia e altre malattie infettive. Magari dovute alle precarie condizioni del proprio equilibrio psicosomatico e conseguenza di bassissime difese immunitarie! Immagini certamente drammatiche hanno testimoniato al mondo intero, agli snob e criticatori della prima ora come vengono trattati Esseri Umani umiliati come e forse più di bestie! Ma tant’è: il mondo luccicante è solo dei vincenti, degli arrivisti, di chi si consacra al Dio Denaro, dei manager, dei rampanti, dei soddisfatti e dei mai contenti! Lo sbarco dei poveri immigrati a Salerno sembra – tristemente e beffardamente, ironicamente – una nuova ma diversa (mutatis mutandis) operazione “Avalanche”, ma adesso il clima è peggiore di quegli atti di eroismo (o presunto tale, certamente di conquista) di settanta anni fa! Immagini, ancora e accoratamente, commoventi e insieme penose, scioccanti; foto e video che si commentano da soli! Povera gente! Gente sottratta alla dignità perché falsamente riconosciuta come razza sottosviluppata – o per meglio dire: in via di sviluppo (ipocriti, questi economisti! E gli antropologi, poi! Per non parlare di sociologi e/o di giornalisti “improvvisati”). Gente abbandonata per ore su carrette del mare, ma la situazione è gravissima, e neanche ad un punto di stallo! Perché non facciamo valere delle “vere”, reali politiche sociali e di intervento urgente – a partire da normative efficaci a livello europeo? Perché non aiutare, ma concretamente, questi popoli di disperati, nella povertà e sperequazione più nera? E ancora: per quanto riguarda noi Italiani e soprattutto meridionali, perché non ricordare quando eravamo noi gli emigranti, stipati – come e meglio di loro – nelle pance delle navi, perché la fame era grande? Ma forse lo abbiamo dimenticato! Meschini e sfortunati fratelli, come gli Africani, ma non solo! Persone che non hanno nulla da perdere (perché hanno perso già tutto!) e che rivelano negli occhi tristi, anche di bimbi e di donne maltrattate, nonché nell’animo titubante e diffidente perché segnato da continue umiliazioni e ingiustizie, una disperazione profonda e incancellabile. La scabbia è solo il “minore” dei mali, per loro: avvezzi a tanti episodi raccapriccianti! Speriamo almeno di riuscire a lenire, per poco e con poco, tramite una parola buona e un sorriso – segnale di accoglienza e di empatia – le tante esigenze, i bisogni e le necessità più elementari e basilari dell’umanità di questi Cristi martoriati. Almeno una volta, Salerno – cittadina del Mezzogiorno, forse retrograda ma non certamente razzista – verrà ricordata come un porto aperto in un mare (magnum) di incertezze e dolore per queste povere vittime dei soprusi altrui, cioè nostri! Altrimenti, se non vivessero in condizioni e situazioni critiche e al limite dell’intollerabile, questi migranti, malati di scabbia e di giustificata rabbia, non avrebbero “osato” disturbare e bussare alla porta di noi Italiani, ma anche degli Europei; non avrebbero sfidato le avverse condizioni climatiche e il tratto marino soggetto a tempeste e intemperie!