Salerno: RC contro aziendalizzazione scuole e schedatura studenti! No scuola-miseria sì diritto studio libero e per tutti

Anche quest’anno,il 6- 7 maggio per le scuole elementari, il 13 maggio per le seconde superiori, il 19 giugno per la terza media (esame), si svolgeranno le prove INVALSI, nonostante il chiaro fallimento del sistema invalsiano, questo viene reiterato nel tempo e riproposto aldilà dei governi che si susseguono nel nostro Paese. Il nuovo premier, che non differisce da Berlusconi nell’arte della retorica e delle promesse, da un lato annuncia nuovi finanziamenti alla scuola pubblica, ma di fatto finanzia le scuole private, prevedendo una parificazione di finanziamenti con le scuole pubbliche, e affermando che il meccanismo della scuola quiz non debba essere né fermato né cambiato,  oltre a voler tagliare un anno di scolarità e quindi un’altra cospicua parte di spese per l’istruzione, già ridotte del 30% negli ultimi 20 anni e ancora cancellare gli scatti di anzianità e bloccare per altri sei anni i salari nella scuola e in tutto il PI. L’INVALSI non è altro che un meccanismo di valutazione delle scuole, che non tiene conto dell’appartenenza degli alunni a radicamenti sociali, territoriali ed educativi fondamentalmente diversi da nord al sud, alle isole. Tutto si parifica nelle differenze e , come in ogni storia a brutto fine da Mariastella ad oggi, viene spacciato come meritevolezza. I quiz Invalsi fanno male alla scuola pubblica perché alle prove “ci si prepara e gli studenti sono sottoposti a dei veri e propri allenamenti in vista dei quiz, causando anche in certi casi “l’ansia da test”. Basti pensare che nelle scuole elementari la prova invalsi di lettura è cronometrata in un massimo di due minuti! Le prove Invalsi non sono in grado di misurare la qualità di una scuola e di un insegnante poiché i risultati di una classe dipendono da moltissimi fattori come già ribadito, inoltre un buon insegnante è colui che, rispettando i tempi e le attitudini dei suoi allievi, riesce ad appassionarli alla sua materia, a coinvolgerli e a motivarli nello studio e non che con un buon allenamento basato sulla paura di far “brutta figura” riesce ad avere i propri frutti. Le prove INVALSI inoltre, non sono anonime come vogliono far credere, ad ogni studente viene attribuito un codice che viene applicato sul fascicolo della prova; la scuola conserva un elenco in cui ad ogni codice corrisponde il nome dell’ allievo. Gli INVALSI in alcuni loro documenti dicono che seguiranno i ragazzi fino all’università e poi nel loro inserimento nel mondo del lavoro. Una schedatura di massa, dalla II elementare fino all’età adulta, resa possibile dai codici identificativo degli studenti. Bisogna anche sottolineare quanto costa l’Invalsi allo Stato! E’ lo stesso INVALSI a quantificare le spese per l’attuale anno in 14.000.000 di Euro (!), esclusi gli stipendi dei dirigenti dell’Istituto (da 92.500 euro per dirigenti di II fascia ai 120.000 euro l’anno per dirigenti di I fascia per finire con 152.000 euro del Direttore Generale), davvero una presa in giro dopo le politiche di tagli continui alla scuola pubblica e l’impossibilità per tutti gli studenti di accedere al diritto allo studio. Per questo invitiamo gli insegnanti ad aderire allo sciopero generale del 6 -7 e 13 Maggio, e gli studenti a boicottare i quiz invalsi e chiediamo:

-Investimenti per la scuola pubblica;

-Aumento dei fondi per il diritto allo studio (borse di studio, alloggi, pasti, libri di testo);

-Il diritto alla mobilità, al reddito, alla possibilità di autodeterminarsi senza numero chiuso o sbarramenti;

-Sblocco degli stipendi per gli insegnanti;

-la non cancellazione degli scatti di anzianità.

Giovani Comunisti – Partito della rifondazione comunista