Natuzza Evolo devota del Beato Bartolo Longo

don Marcello Stanzione

 Bartolo Longo (Latiano 1841 – Valle di Pompei 1926) è ricordato come beato il 5 ottobre. Di temperamento esuberante, condusse una giovinezza spensierata, lontano e anzi avverso alla religione, e coltivò lo spiritismo. Una profonda crisi spirituale lo ricondusse alla fede. Nel 1864 si laureò in giurisprudenza e, tornato al suo paese, si dedicò a opere di carità, rinunciando a formarsi una famiglia. Abbandonata la professione di avvocato, emise il voto di castità e si portò a Napoli per ampliare la sua attività caritativa. Fu introdotto presso la contessa Marianna De Fusco, insigne benefattrice, e ne divenne educatore dei figli, amministratore, stretto collaboratore nelle opere di carità. Nel 1885 la sposò per evitare pettegolezzi, ma visse con lei in castità. La contessa aveva vaste proprietà presso Pompei e Bartolo, recandovisi per motivi di lavoro, spesso si fermava  per insegnare il catechismo ai contadini a farli pregare. Collocò nella loro piccola chiesa una vecchia tela raffigurante la Madonna del Rosario, assai rovinata e da lui restaurata. Da allora il quadro divenne oggetto, di culto e molte grazie si ottennero dai devoti, il cui numero aumentò così da richiedere l’ampliamento della chiesa. Nel 1876 iniziò la costruzione dell’attuale santuario di Pompei, uno dei più frequentati santuari mariani, finanziato in parte con le offerte provenienti da devoti di ogni parte d’Italia. Al tempio Bartolo volle unire alcune opere di alto significato sociale: un orfanotrofio femminile, per la cura del quale fondò le suore Domenicane Figlie del Rosario di Pompei; l’Istituto dei figli dei carcerati, che affidò ai Fratelli delle Scuole Cristiane, e ancora asili, scuole, ospizi, un ospedale, una casa per accogliere i pellegrini. Diede vita inoltre al periodo “Il Rosario e l Nuova Pompei”, diffusissimo ancor oggi in tutto il mondo, stampato da una tipografia da lui fondata. Nel 1893, donò alla Santa Sede il santuario e le opere annesse, restandone per qualche tempo amministratore. Fu beatificato Da Giovanni Paolo II il 26 ottobre 1980. Di Bartolo Longo fu devota molto la mistica calabrese Natuzza Evolo (1924-2009). Suggestiva l’esperienza della mistica Natuzza Evolo di Paravati, secondo quando ci riferisce don pasquale Barone, parroco del suo paese di Paravati e suo padre spirituale. Siamo al 25 ottobre del 1995. don Pasquale Barone parla a Mesagne (BR). Il signore Arturo Scarafile ne registra in videocassetta l’intervento. Don Pasquale parla di Natuzza e dell’intervento chirurgico subito il 13 settembre per due emboli ad una gamba: “Il 14 ottobre 1995, ho incontrato Natuzza e mi ha informato che il 13 settembre scorso, durante l’operazione anestetizzata per metà, ha visto San Francesco di Paola, Padre Pio, Fra Carmelo, poi anche un vecchietto con la barba lunga. Ho pensato subito a Bartolo Longo, ma non ne ho fatto menzione. Nell’intento di approfondire le ho chiesto: “Era un prete o un laico?”. Natuzza mi ha risposto: “Era un laico, era Bartolo Longo”. Solo a questo punto ho confermato anche io che si trattasse di Bartolo Longo. Riguardo  ai personaggi sopra citati, essi parlavano tra di loro e dicevano: “Andrà bene, andrà bene”.  Qualche anno dopo, Don pasquale , a Paravati, presso l’Associazione “Cuore Immacolato di Maria, rifugio delle anime”, intervistato da un sacerdote del santuario di Pompei, affermò: “Natuzza mi dice che Bartolo Longo è sempre presente nelle sue visioni. Ella, umilmente affetta da stenosi cardiaca doveva sottoporsi a coronografia con angioplastica, ma non voleva andare in ospedale. Solo dopo le pressioni dei medici, del marito e la mia personale, si è decisa a ricoverarsi presso l’ospedale di Catania. Occorreva allargarle l’ostio mitralico. Ma nonostante nove tentativi la cosa non ebbe successo. Tutto fu rimandato ad ulteriori accertamenti diagnostici nel corso dei quali non è stata più riscontrata la stenosi con stupore degli specialisti che hanno constatato una guarigione scientificamente inspiegabile. Durante gli interventi , la stessa Natuzza afferma, che ad assisterla c’erano Giuseppe Moscati e Bartolo Longo che l’hanno operata e guarita”.

 

Un pensiero su “Natuzza Evolo devota del Beato Bartolo Longo

  1. Illustre e caro don Marcello, quando leggo questi ricordi sul beato avv. Bartololongo mi commuovo perchè mia zia(sorella di mia madre), nata , grossomodo, nell’anno del 1897, avendo perso la madre, ed essendo rimasta orfana con altre cinque sorelle, decise di farsi suora . Così, dopo i rituali funzionamenti ecclesiali,fu trasferita Al Santuario di Pompei con l’appellativo di ” Suor maria stornaiuolo, dove , oltre ad altri incarichi, fu addetta alla custodia del tesoro mariano di Pompei.
    Mia zia, che vedevamo circa due volte l’anno e precisamente a maggio e a settembre, ci raccontava spesso che aveva conosciuto di persona il beato Bartolo Longo. posso solo dire che mia zia ,Suor Maria stornaiuolo , fece in modo che anche sua nipote , figlia di un’altra mia zia che , per via della spagnola che racimolò milioni di persone, morì unitamente a suo marito nello stesso giorno e lasciando al lastrico due figli. uno di due anni e un’altra di quattro anni. Fu proprio questa bimba che
    mia madre custodì , tanto è vero che quando mia madre si sposò portò con se quella bimba finanche nella carrozzella matrimoniale e la crebbe fino agli anni di sedici anni, poi la ragazza si fece convincere dalla zia suora di pompei e seguì la medesima orma. ma dopo i rituali voti fu trasferita a Pisa- a Lucca e Ancona. Mentre mia madre piangeva ogni giorno perchè la cara nipote fosse “appisa e allucca ancora” e non sapevamo come convincerla che erano luoghi o città comuni.
    Mi rendo conto che non è possibile estendere quì decine di pagine di storia , quella vera e non ossigenata da motivi opposti,
    ma mi limito a dire che , più dei giovani istruiti, noi anziani e senza cultura abbiamo certamente una miniera di ricordi storici che fra non molto moriranno e sprofonderanno nella propria tomba. Cordialità Alfredo varriale

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