Roma: uffici periferici Beni Culturali, Andria “Governo attento istanze territori”
“Investire sul patrimonio culturale, valorizzando le competenze maturate dalle risorse umane negli Uffici periferici del Ministero dei Beni Culturali, significa puntare con determinazione su un segmento di grande rilevanza che offre al Paese un segno identitario forte, che lo distingue nel panorama globale. E’ quanto il Governo Monti sta facendo attraverso l’azione del Ministro Lorenzo Ornaghi, dando luogo ad un’ apprezzabile e rassicurante inversione di tendenza, di cui ieri si è avuta conferma. Più volte e fin dall’ inizio della legislatura sono intervenuto al fine di sollecitare i suoi predecessori -attraverso interrogazioni, interventi in Aula, nelle Commissioni, attraverso gli organi di informazione, in occasione di convegni e di iniziative pubbliche – sui temi della tutela, della conservazione, della migliore fruizione del patrimonio culturale, di una costante e corretta manutenzione ordinaria e straordinaria, della necessità di dotazioni finanziarie minime ed equamente distribuite sui territori, della valorizzazione del Personale tecnico, specialistico e addetto alla custodia, all’ accoglienza e all’assistenza del pubblico, del mantenimento dei presidi di riferimento costituiti dalle Soprintendenze. Da ultimo, allorché venne paventata la soppressione dell’ Archivio di Stato di Salerno e della Soprintendenza BSAE di Salerno e Avellino, il 22 settembre del 2011 rivolsi un’ ulteriore interrogazione, come sempre sottoscritta anche dai senatori PD campani, all’allora Ministro Galan, dandone anche notizia alla stampa locale, ed ebbi poi col medesimo anche un incontro informale, parimenti teso a scongiurare quel pericolo. Analoga iniziativa fu poi attivata alla Camera dei Deputati dal Collega On. Tino Iannuzzi con Atto di sindacato ispettivo del 17 ottobre. Entrambi i rami del Parlamento, dunque, ad opera di parlamentari espressione del salernitano e fortemente radicati sul territorio, sono stati interessati ed il Governo dell’ epoca dovette prendere atto della reazione vibrata che un provvedimento penalizzante ed iniquo avrebbe provocato. Oggi esistono tutti i presupposti per voltare pagina, destinando una nuova attenzione agli Organismi periferici del MIBAC e alle professionalità che vi sono impegnate, guardando ai beni culturali complessivamente intesi, al patrimonio paesaggistico, storico, architettonico, documentale e pittorico, in un’ ottica differente considerandolo un’ inesauribile fonte di attrattività e di ricchezza per un Paese che pensi alla Cultura come volano dell’ economia, dello sviluppo e della crescita civile”.